Il terremoto di San Francisco nelle foto di Jack London
All’alba del 18 aprile 1906 San Francisco fu rasa al suolo da un terremoto di magnitudine 8.30, e fra i reporter dell’epoca che ne documentarono gli effetti devastanti, un personaggio del quale non sono in molti a conoscerne la passione per la fotografia: Jack London.
Attilio Lauria
Il prolifico, discusso, rivoluzionario e leggendario scrittore, del quale si sono celebrati in questi giorni i 100 anni dalla morte, è certamente una delle figure più affascinanti del Novecento, ma non solo. Nella sua vita, Jack London è stato anche un fotografo (chiamava le sue immagini “documenti umani”), e la macchina fotografica è stata la compagna inseparabile di avventure e reportage in tutto il mondo. Le sue fotografie furono le prime a cogliere la dimensione apocalittica di quel disastro. Sul settimanale “Collier’s” quindici giorni dopo uscì un suo articolo in cui raccontava la tragedia; celebre il suo “San Francisco is gone. Nothing remains of it but memories”. Ma il reportage più impressionante era dato da quelle fotografie, che comunicavano con grande efficacia il senso della vastità della catastrofe.
Da qualche anno, con la Brownie che la Kodak aveva creato nel 1900, Jack London aveva preso a documentare la realtà non solo con i suoi scritti, ma con le fotografie. Ne fece dodicimila.
I diari e i reportage di Jack London sono stati pubblicati da Contrasto a cura di Alessia Tagliaventi, e con una introduzione di Davide Sapienza, “Le strade dell’uomo”.