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Storie di volontariato di prossimità

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Storie di volontariato di prossimità

Una delle sfide di Tanti per Tutti è quella di andare a scovare quelle storie di volontariato che non hanno la stessa attenzione mediatica riservata alle iniziative delle grandi organizzazioni o delle ONG, ma che tutte insieme comporranno infine quel ritratto dell’Italia solidale che intendiamo costruire. Storie che potremmo chiamare “volontariato di prossimità”, quelle esperienze cioè diffuse e capillari di attivazione dei cittadini a favore della propria comunità che hanno bisogno soprattutto di buona volontà.

È il caso ad esempio dell’antica Fornace di Berceto, un piccolo gioiello di archeologia industriale sull’appennino parmense.

Attilio Lauria

Quella della Fornace è una storia piuttosto frequente nel nostro Paese attraversato dalla crisi: una struttura da restaurare, e nessun fondo nelle casse comunali. Da qui l’idea di lanciare un appello online: “il Comune di Berceto cerca aiuto per recuperare l’ex fornace Marchino di Ghiare”. E, con grande sorpresa degli stessi amministratori, sono in ottanta i giovani aspiranti architetti e ingegneri di tutta Italia che sono arrivati sull’Appennino parmense per aiutare a salvare un pezzo della sua storia. Per cinque giorni gli studenti di diverse università del nord Italia hanno partecipato al workshop-cantiere “Recuperiamo la fornace”, mettendosi alla prova per riqualificare e restaurare l’edificio industriale del primo Novecento . Il progetto, praticamente a costo zero, è nato dal team di professionisti che da qualche anno coordinava il recupero dell’edificio, e che di fronte alla mancanza di risorse, ha pensato ad un modo per proseguire i lavori offrendo ai giovani di fare “teoria e pratica” su un cantiere di così grande rilievo.

L’ex fornace, crollata in parte prima del 2010, rischiando di finire in un mucchio di macerie, è l’unico esempio di archeologia industriale della zona; costruita nel 1911 dalla società Marchino di Casale Monferrato, nel passato ha dato lavoro fino a 5mila persone, fino alla cessazione della produzione nel 1932, e all’abbandono definitivo una ventina di anni fa.

Di fronte al ridursi delle risorse disponibili per continuare l’opera di recupero, la squadra al lavoro non si è data per vinta, e ha promosso l’idea del workshop per provare coinvolgere nel progetto i giovani. Nel giro di due mesi il passaparola ha funzionato, e alla fine a Ghiare di Berceto è arrivata una squadra formata da 80 studenti provenienti dagli atenei di Torino, Bologna, Parma e Milano, armati di tanta buona volontà e voglia di imparare.

L’iniziativa non ha richiesto finanziamenti: gli studenti hanno versato una quota di 50 euro per i pasti e  l’assicurazione, e grazie a due sponsor privati, sono riusciti ad ottenere 700 euro per l’acquisto dei materiali e il rimborso della Protezione civile, che ha fornito un container per l’acqua delle docce. Un’operazione a costo zero, messa in piedi grazie all’aiuto del Comune di Berceto, della proloco di Ghiare, e dei volontari, che hanno messo a disposizione scuola e oratorio per ospitare i ragazzi,  preparando pasti e colazione per tutti.

Photo credit: Internet

  1. isabella tholozan says:

    Trovo questo esempio straordinario, testimonianza di cosa si possa fare solo con l’ausilio della buona volontà e della condivisione di spirito e braccia!
    Esempio da arricchire e ampliare! Saranno sicuramente altre e tante le attività di volontariato volte al recupero del patrimonio in abbandono.
    Pensiamo quanto si potrebbe fare in realtà contadine abbandonate e degradate e, a quanto si potrebbe donare a chi ha bisogno di un tetto.
    Sono sogni, in gran parte resteranno tali, però sognare è indispensabile.
    Chi può e chi sa aggiunga testimonianze e idee!

  2. Andrea Angelini says:

    A volte la burocrazia viene sconfitta. Incredibile che qualche funzionario non abbia impedito i lavori parlando di sicurezza, assicurazione ed altri mandati restrittivi territoriali. Che bella storia ci ha raccontato Attilio! Sono sicuro che con il progetto TpT sapremo trovare tantissime testimonianze come questa e che inizieremo tutti a pensare di quanto si può fare con un piccolo sforzo di tante persone …. basta la volontà.

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