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RF23 Presentazione Autori 3

E per finire i 9 lavori  esposti nella nuova e ampia Sala Polivalente presso la Scuola Materna “IL BUCANEVE” in Via Rodari, 10 a Carbonara di Rovolon (PD). Tanti lavori, tutti diversi, e diversi gli argomenti trattati: ricordi e sentimenti, viaggi, ritratti, il nostro territorio visto attraverso la macchina del tempo e ancora fantasia per reinterpretare il nostro quotidiano. Un percorso interessante che racconta parte della storia della fotografia.

  • Roberto Antelo
  • Alberto Colognato
  • Cristina Finotto
  • Valentino Follador
  • Lorenzo Ranzato
  • Maurizio Rossi
  • Mario Vidor 
  • I Camera Oscurati 
  • STEPS21
  • Mazzaro Pulcherio, gli album ritrovati

 


Roberto Antelo

Blurry Perfection

Apparentemente le fotografie di Antelo, nella loro sfocatura, sembrano riprendere e rappresentare il movimento. In realtà egli utilizza il concetto della fotodinamica futurista in senso più intimo e meno fisico, ossia come approdo esperienziale alla condizione umana. Infatti, il tempo e lo spazio secondo Antelo sono dei luoghi da esplorare con la macchina fotografica analogica, sfidandone le modalità tecniche ed espositive in quanto la fotografia non è soltanto scrivere con la luce, è anche, leggere con la luce. Un lavoro di studio, analisi e ricerca sia della tecnica che della sua realizzazione. In Antelo questi due elementi si incontrano per realizzare l’opera d’arte come fosse una pittura dove è la tecnica a definire il risultato finale. Proprio come accade nei dipinti, che siano ad olio o a tempera, la materia è protagonista e, in questo caso, questa si fonde con il tempo di azione e reazione e con lo spazio dove l’artista sceglie di essere presente.


Alberto Colognato

EMOZIONI DONNA

Le foto che espongo sono una continuazione ideale della ricerca che da alcuni anni cerco di svolgere nel tentativo di comprendere meglio il mondo femminile.
Le foto sono frutto di un lavoro che cerca di essere appassionato e curato dalla concezione fino al risultato finale.
Due aspetti mi stanno particolarmente a cuore: l’eleganza (fondamentale per non superare quella “linea d’ombra” oltre la quale la foto potrebbe scadere) e lo studio della luce associato al taglio dell’immagine (che vuol essere un modo con cui evidenzio solo il particolare per me veramente importante) indispensabili affinché chi guarda possa intuire cosa avrei voluto far emergere.
Un tentativo di studio del particolare e del nascosto rivelatore dei vari aspetti del vivere femminile.


Cristina Finotto

Madre e figlia

Un rapporto che a volte può essere conflittuale, ma che alcune volte nasconde una tenerezza infinita. In questo dialogo visivo ma muto ci sono le carezze che la figlia chiede alla madre, le parole che la madre chiede alla figlia; come quasi in una ricerca di perdono che per troppo tempo tutte e due hanno desiderato, fino poi ad unirsi in un abbraccio caldo e avvolgente, il riparo sicuro ad ogni angoscia. Perché due donne che soffrono, stringendosi assieme nel silenzio di una stanza buia, sanno che il dolore si farà uno, uno soltanto.


Valentino Follador

VALENTINO FOLLADOR

Circe – L’uomo mortale, Leucò, non ha che questo d’immortale.
Il ricordo che porta e il ricordo che lascia.
Nomi e parole sono questo.
Davanti al ricordo sorridono anche loro, rassegnàti.
Leucotea – Circe, anche tu dici parole.
Circe – So il mio destino, Leucò. Non temere.
(dai Dialoghi con Leucò, di Cesare Pavese )

RICORDI
Questo dialogo su Odisseo tra la maga Circe, che trasformava gli uomini in bestie, e la ninfa Leucò, mi ha dato lo spunto per esprimere attraverso la fotografia e la parola una rappresentazione di ricordi personali.
La memoria di situazioni ed esperienze vissute durante la vita differisce per colori, odori, sensazioni tattili, ma soprattutto per le immagini e le parole che ne esplicano il contenuto. Ognuno di noi li imprime nella propria sfera emotiva e li porta con sé.
Nel tempo può accadere che la forma con cui rammentiamo si modifichi: i ricordi ci riaffiorano più o meno chiari, magari sbiaditi, con i colori della realtà vissuta o addirittura in bianco e nero.
Accade che le parole stesse e le immagini mutino, e non siano l’esatto riporto delle situazioni che ricordiamo, perché la memoria è labile. Tuttavia la sostanza e il contenuto non vengono mai perduti, cosicché un ricordo diventa patrimonio di noi stessi per sempre e ci accompagna nel percorso che declina la nostra esistenza e traccia il nostro destino.
Destino che, a differenza di Circe, non conosciamo. Possiamo solo cercarlo come Ulisse.
Valentino Follador


Lorenzo Ranzato

FLUSSI E RIFLUSSI “PER LO GRAN MAR DE L’ESSERE”
Lorenzo Ranzato

Durante la pandemia hai sperimentato
forme di costrizione e restrizioni della libertà,
sensazioni di spaesamento
dove è difficile distinguere
i desideri dell’inconscio
dalla realtà della coscienza.
Stati d’animo contrastanti
che si sono alternati
come il flusso delle onde
nel grande mare dell’esistenza…

Come un bambino
hai acquisito nuove competenze
che ti aiutano a superare le avversità della vita,
gioisci felice per la libertà ritrovata
e ti stupisci
di aver attraversato indenne la burrasca,
con la speranza
di non incrociare mai l’uragano e la tempesta…

Lido di Venezia, agosto 2022


Maurizio Rossi

ANIMA LAGUNARE
“Abbraccio”

Rapporto tra Padre e figlio, un abbraccio che per rispetto generazionale non era ancora avvenuto. La fotografia nel mio caso è stato il mezzo che ci ha uniti. Un emotivo progetto fotografico regalo della durata di due anni e che si è chiuso con una mostra fotografica tutta dedicata a mio Padre intitolata “Anima lagunare”, e che ha portato il giorno dell’inaugurazione della stessa all’abbraccio finale.


Mario Vidor

NAMIBIA

“Quando scesi dall’aereo era ormai notte, ed il cielo addobbato da una competizione luminosa di stelle. Stanco dal lungo viaggio mi avviai verso l’uscita dove Sam, la guida incaricata di portarmi in Hotel, mi stava attendendo da ben sei ore, seduto sugli scalini del parcheggio. Accompagnò la forte stretta di mano con un sorriso aperto e sincero, dandomi il benvenuto con un inglese stentato. Lo seguii sul suo furgoncino sgangherato e mentre lasciavamo la capitale alle nostre spalle pensai: sono in Namibia, sono in Africa!”
Inizia così il racconto fotografico di un viaggio di 2 settimane in uno degli stati più belli e spettacolari dell’intero continente africano: la Namibia. 15 giorni tra tribù primitive, parchi naturali, dune rosse e tempeste di sabbia; 15 giorni così intensi da rimanere impressi vividamente nella memoria di chi li ha vissuti.

L’autore

Mario Vidor è nato nel 1948 a Farra di Soligo. Dalle prime esperienze pittoriche negli anni Ottanta, la sua attenzione si è in seguito focalizzata sulla fotografia.
Dal 1982 la sua personale ricerca – partendo dalla lezione dei maggiori maestri dell’immagine di questo secolo – si sviluppa in due direzioni: l’indagine storico-scientifica e il linguaggio creativo.
Alla sua prima pubblicazione “Sulle terre dei Longobardi” (1989), sono seguiti numerosi altri volumi di fotografia, e alcune singolari cartelle foto-litografiche.
A Pontremoli nel settembre del 1992, con il libro “Semplicemente Italia” ha ricevuto il Premio bancarella. Altri premi
da menzionare: a Padova per la miglior fotografia veneta (1996) il Premio “Carlo Goldoni”, a Macerata, il Premio “Territorio Odissea 2000″(1998), per il libro “Le torri di Babele” e, a Orvieto nel marzo 2002, con il libro “Pagine Bianche”, si è classificato primo nella categoria “Fotografia Creativa” e a Garda (VR) nel maggio 2003 ha ricevuto il riconoscimento B.F.I. dalla FIAF.
Ha tenuto numerosissime mostre personali (oltre 300) nelle principali città italiane e all’estero in Francia, Germania, U.S.A., Repubblica Popolare Cinese, Croazia, Austria, Slovenia, Canada. In particolare: Frame O’Rama, New York (USA); Sicof Cultura, Milano (I); Bauhaus, Mannheim (D); Mostra Internazionale della Fotografia, Parigi (F); Il Diaframma, Milano (I); nei musei croati di Albona, Fiume, Pinguente, Rovigno e Zagabria; Photokina, Colonia (D); Centro Internazionale d’Arte Contemporanea, Pechino (CINA); Associazione Culturale Italo-Tedesca, Venezia (I); Fondazione Querini Stampalia, Venezia (I); Spazio Olivetti, Venezia (I); Charles Scott Gallery Emilicars Institute of art e design, Vancouver (CA); Museo Wagner, Bayreuth (D); nei musei ucraini di Vinnitsya, Tulchyn, Ladyzhyn; ed a Arles (F) in occasione del Mois de la Photografie Galerie du Crédit Mutuel. Sue opere sono conservate nelle collezioni di musei e gallerie: Diaframma, Milano; Museo Civico di Vittorio Veneto; Fondazione Querini Stampalia, Venezia; Musei croati
di Albona, Pinguente, Pisino, Rovigno; Biblioteca Nazionale di Francia a Parigi; Fondazione Internazionale delle Arti Contemporanee di Pechino, Charles Scott Gallery Emilicars Institute of art e design di Vancouver in Canada e alla Biennale di Brescia


I Camera Oscurati

Daniele Brombin, Fabrizio Gusella, Gianni Maneo, Omas Gusella

IL PAESAGGIO ”IMMAGINATO”
Il territorio fotografato, la pianura che si estende dai piedi dei Colli Euganei verso sud fino al fiume Adige e da Monselice verso ovest fino al fiume Fratta è uno dei luoghi del Veneto dove il “fascino ancestrale” è ancora tutto da scoprire. Messo in secondo piano dal progresso agricolo/industriale dei decenni passati, esso è però ancora vivo, nascosto ma bramoso di essere riscoperto.
Il Paesaggio “Immaginato” presenta una raccolta di fotografie in bianco e nero di questi paesaggi rurali, alcuni ripresi con fotocamere caricate con pellicola infrarosso, dove i soggetti e gli elementi della scena, riprodotti in toni di grigio, inducono l’osservatore a “immaginare” il fascino della campagna di un tempo, attraverso la sobria ed elegante bellezza che ancora oggi essi racchiudono.

Siamo quattro amici fotografi legati da una forte passione per la fotografia a pellicola. Amiamo la “magia” della Camera Oscura, certi che nessun computer o software sarà mai in grado di replicare.
Quella di lavorare in analogico con pellicola bianco e nero è la scelta di un percorso più lento, rispetto a quello digitale, che rispecchia questo diverso sguardo sul territorio, in cui la lentezza è un valore e ogni scatto una sfida.

Daniele Brombin

Fabrizio Gusella

Omas Gusella


Steps21

Nazzareno Berton – Massimo Bolognini – Fabrizio Giusti – Pino Grassi – Pietro Martini

“CRONACHE di LUCI e OMBRE”

La vita non è mai un qualcosa che scorre sotto la luce del sole, è un cammino fatto di passaggi di abbaglianti situazioni ma anche di scurissime realtà.
La luce e l’oscurità nel racconto fotografico sono viste però come forze complementari: esistono in un perfetto equilibrio in cui l’una vive solo se anche l’altra vive in lei e viceversa.
Questa è la situazione che modella l’atmosfera e la percezione di questa raccolta di scatti. La luce cade sul soggetto per guidare lo spettatore nella narrazione visiva, al contempo l’ombra o la silhouette generata ne crea profondità e contrasto, intimità o drammaticità nel contesto.
Ed è questo l’aspetto più affascinante di questa Arte, quando dai momenti di semplice quotidianità possono emergere dettagli che sarebbero passati inosservati, venendo esaltati dai contrasti d’ombra e portando alla luce le cronache nascoste nelle trame del nostro teatro di vita.
Celate tra luce e ombra, questi racconti possono essere ridisegnati dall’obiettivo, dimostrando quanto straordinario sia il nostro quotidiano.
www.Steps21.it


Gli Album di Mazzaro Pulcherio

Questi album narrano una bella storia, ma soprattutto sono una gradita sorpresa ed un dono prezioso che il caso ci ha riservato.
Qualche mese fa, l’attuale residente di una casa sita in Via Madonnina a Rovolon, ha trovato in cantina uno scatolone con questi tre album ammuffiti e ricoperti di polvere, con fogli sciolti e fotografie alla rinfusa. Non sapendo cosa farsene ed essendo a conoscenza della manifestazione “Rovolon Fotografia”, ha deciso di portarli in Comune.

E’ stato un vero piacere sistemarli e far rivivere la storia del Signor PULCHERIO MAZZARO che abbraccia gli anni ‘50 e primi anni ’60.

Nato a Carrara Santo Stefano il 13 settembre del 1925, il Signor Pulcherio si trasferì con la sua famiglia nel nostro comune nei primi anni ’50, rimanendovi sino al 17 giugno 2004, quando entrò in una RSA di Padova dove è mancato l’11 gennaio 2006. Durante il periodo trascorso a Rovolon, visse più di 10 anni in Somalia, da cui tornò nel 1962, come testimoniano le date riportate sul retro di alcune foto.
Al suo rientro dalla Somalia nel 1962, nel mese di settembre dello stesso anno si sposò con ROMIO Ughetta.
Questa è la storia che siamo riusciti a ricostruire sia della sua vita che di questi preziosi documenti che abbiamo qui il piacere di ammirare.

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