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Photospot n° 31 – Il significante (I° parte)

Silvano Bicocchi- Parigi, Musée dell’Orangerie, 1994.

Il significante.
(prima parte)

Il segno fotografico è formato da due elementi: il significante che è l’immagine, cioè la sua parte visibile, e il significato… (PhotoSpot.10)

 In generale nel processo di comunicazione, il significante colpisce i nostri sensi (vista, udito, olfatto, gusto, tatto) e inesorabilmente penetra nella nostra mente fino a farci comprendere il significato di cui è annunciatore.

Nel mondo sono tanti i significanti che imponendosi violano la nostra volontà facendoci apprendere significati che a volte non avremmo desiderato conoscere, esempio: gli spot dei mass media, i manifesti stradali, gli occasionali eventi della vita, ecc… .

Il significante fotografico è la foto nelle sue diverse forme espositive: lo schermo, il manifesto, il giornale, la rivista, la stampa ordinaria, la stampa fine art. Ognuna di queste modalità, a parità d’immagine, costituisce un diverso significante della stessa fotografia, perchè mutando il supporto cambiano gli elementi percettibili e quindi vengono date diverse sfumature di significato.

Lo scopo del significante fotografico è quello di rendere visibile il senso che un fotografo ha dato ad una realtà. Nel PhotoSpot.01 scrivevamo: La realtà è un complesso di fenomeni che è solo potenzialmente percettibile. – L’occhio vede solo ciò che conosce.

Nella percezione della realtà tutto è sempre e solo potenziale, cioè: è possibile che avvenga l’improbabile, il solito, o il nulla! Quindi anche l’attribuzione, consapevole o intuitiva, di significato dato ad una realtà è sempre solo potenziale. Ogni esito dipende dalla sensibilità, la cultura, la creatività del fotografo.

La realtà non impone delle prestabilite modalità stilistiche o poetiche nel rappresentarla, siamo noi che spesso siamo legati a delle rigide convenzioni formali dettate dagli stilemi o dalle poetiche storiche. La forza dell’innovare la nostra visione può ricominciare dalla presa di coscienza della straordinaria libertà che ci è donata dalla fantastica natura solo potenziale della percezione della realtà.

La scelta del significante (l’immagine) giunge dopo l’accendersi dell’idea nella mente dell’autore (PhotoSpot.11), la quale è espressione del suo stile (PhotoSpot.28) e della propria poetica (PhotoSpot.30). In questo modo la fotografia fa quel che ha sempre fatto la pittura: ricerca e trova i diversi modi di vedere e rappresentare il mondo.

Ogni realtà può essere per il fotografo un richiamo e una sfida, nel saper comunicare con un significante, il significato che egli attribuisce a quel frammento di mondo. 

Il Direttore del Dipartimento Cultura.
Silvano Bicocchi

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