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Arno Raphael Minkkinen di Massimo Pascutti

Arno Raphael Minkkinen

 The Body Land

 

Fotografo finlandese, nato a Helsinki nel 1945 ed emigrato negli Stati Uniti nel 1951, Harno Minkkinen, può essere considerato un ritrattista o più esattamente “autoritrattista”, grande maestro del bianco e nero analogico.

La sua particolarità, originalità e genialità sta nell’essere riuscito ad integrare il proprio corpo nudo all’interno del paesaggio e dell’habitat quotidiano. Questa sua ricerca spesso è permeata da ironia e giocosità e la sua presenza spesso va ricercata in luoghi impensabili dell’ambiente circostante.

Nelle sue fotografie però non mostra mai il volto e il motivo di questa decisione sta in una deformazione grave di bocca, labbra e palato, la labio-palato-schisi, che l’autore presenta dalla nascita e che tanta sofferenza e infelicità gli ha procurato nell’età infantile e nell’adolescenza e che lo ha portato a cercare armonia e complicità con la natura, che lo accetta senza giudicarlo.

La prima fotografia che normalmente Minkkinen presenta quando parla di se è particolarmente importante: si tratta di un’immagine altamente drammatica in cui l’artista cerca di rappresentare la disperazione per la sua disabilità, quasi come se fosse un “urlo muto”. Da questo momento in poi inizia una sorta di autoanalisi fotografica che lo porta a nascondersi e a giocare con tutto quello che lo circonda.


Molto particolare il rapporto di Minkkinen con le donne che in qualche modo hanno avuto un’importanza nella sua vita, rappresentate in delicatissimi nudi, in cui l’artista è sempre presente in modo discreto ma importante.


Ad interrompere la solitudine dei suoi autoritratti, la nascita del figlio e la sua crescita, che sembra portare uno spiraglio di serenità nelle sue opere.

Un altro elemento essenziale nelle fotografie di questo geniale artista, sembra essere l’acqua, che riveste importanza nel sottolineare la relazione del fotografo con la sua immagine, quasi come se egli riflettendosi nella massa liquida che lo circonda, si innamorasse, come Narciso, del suo aspetto e riuscisse in questo modo ad accettarsi, finalmente integrato nel mondo circostante.

Appare evidente in tutta l’opera di Minkkinen, la sua solitudine che , se nelle prime foto sembra quasi disperata, nelle immagini della maturità si fa complice della natura e della quotidianità; il tutto accompagnato da un grande rigore espressivo e da una tecnica veramente stupefacente.

Da diversi anni ormai, è docente presso il TPW, dove mette a disposizione degli allievi la sua esperienza di autoanalisi condotta attraverso la ricerca fotografica.

Massimo Pascutti

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13 commenti

  1. Che bella la scoperta di Minkkinen. Autore originale e raffinato che ho apprezzato moltissimo. ai miei tempi avevo conosciuto un altro bravo fotografo finlandese Matti Pitkanen cui le poste finniche avevano dedicato persino un francobollo, ed a cui io devo il mio più bel ritratto. Grazie Losacco!

  2. Un lavoro Stra-Ordinario che insegna molto sulle possibilità della fotografia per poter sorpassare e sublimare una ferita cosi terribile.
    Conoscevo già in parte il lavoro di Arno Raphael Minkkinen e sono molto felice di scoprire questi nuovi scatti eccezionali.
    Grazie a te Massimo.
    Marie-Michèle Bertin-Caron.

  3. Quel poco che ho visto di questo autore, tutto a video e niente di stampato comprese recenti immagini utilizzate per pubblicità, è magico; quella magia che stupisce per la bellezza che riesce a creare inserendo come in un puzzle se stesso nell’ambiente, con incastri perfetti e armonici, con uno stile unico.
    Non conoscevo l’origine di questa tensione nel fondersi con la natura ma grazie a Massimo adesso ho la chiave per leggere meglio le sue immagini ed andare oltre le bellissime geometrie e le sottili irionie, percependo l’armonia che trova nella natura.

  4. Bellissima scelta. L’elegante fusione corpo umano – paesaggio così interpretata descrive molto bene l’autoritratto terapeutico del geniale Harno Minkkinen .

  5. Grazie a tutti per i commenti , credo che questo autore meriterebbe molta più notorietà di quella che ha, per la raffinatezza, la tecnica eccelsa e la tormentata tematica che è alla base della sua opera.

  6. grazie a tutti per avermi aiutato a conoscere meglio questo grande artista di cui avevo visto già alcune fotografie ma che senza le note sopra riportate, mi avevano lasciato con molti punti interrogativi.

  7. Non conoscevo quest’autore, davvero molto originale. Come già scritto da altri, si percepisce una forte unione con la natura, come se l’uomo fosse veramente in simbiosi con lei.
    Davvero unica questa capacità di riuscire a trasmettere contemporaneamente in ogni immagine questa sensazione di armonia e dramma !

  8. Gli artisti provenienti dal nord europa regalano da sempre grandi emozioni a noi mediterranei che, in qualche modo, siamo abituati a toni più forti e marcati.
    Nel caso di Minkkinen questa particolarità è ancora più evidente, marcata dall’uso particolare del corpo umano e dall’impeccabile bianco-nero.
    Su questa piazza ho avuto modo di conoscere personalità artistiche molto diverse tra di loro, alcune segnate da gravi menomazioni e malattie (ricordo in particolare il fotografo non vedente).
    Ogni volta mi stupisco nel constatare come l’espressione fotografica riesca a sublimare la naturale fisicità dell’autore, oltrepassando l’azione, riuscendo così a concretizzare l’immagine “immaginata” , oltre ogni limite.
    Ma questo, è risaputo, è la grande forza dell’arte; sbaglia chi crede che la fotografia non ne faccia parte, Minkinnen ne è la dimostrazione.

  9. che Arno Raphael Minkkinen sia un grandissimo fotografo è noto da tempo perlomeno agli appassionati di fotografia e dell’arte in generale, le foto presentate nel bel servizio per il blog lo stanno a testimoniare. Concordo anche con chi ha evidenziato la sua appartenenza geografica, che lo rendono parte di una modalità espressiva comune e riscontrabile in diversi filoni artistici a quelle latitudini. Personalmente trovo riduttivo che il maestro abbia scelto di usare il bianco & nero, sicuramente anche il colore della sua amata terra avrebbe contribuito ad identificarne l’origine, allo stesso modo di quando si gira tra i padiglioni delle esposizioni internazionali d’arte, è quasi sempre sufficiente guardare i colori ed i toni usati dagli artisti nelle proprie opere che si possono associare al paese di provenienza. il bianco & nero non permette questo.

  10. Scopro Arno Minkkinen grazie a Massimo Pascutti e ai suoi incontri quarantenici on line. Personaggio sicuramente interessante a livello umano come spesso coloro che hanno sofferto, avversato dalla sorte che lo costringe a vivere con una grave malformazione perinatale che gli ha proccurato gravi disagi nell’infanzia e nell’adolescenza, Minkkinen trova il suo riscatto attraverso la fotografia che diventa per lui strumento di introspezione psicologica e di liberazione dalla patologia. Le sue foto, in b/n analogico, sono un esempio di grande perizia tecnica sia per la qualità della stampa sia per l’abilità compositiva e ci mostrano una incredibile capacità creativa. In una vasta porzione della sua produzione, gli auto ritratti, Minkkinen inserisce il suo corpo nudo nel paesaggi. Fonde il suo corpo in maniera mirabile e spesso stupefacente, tanto che a volte è difficile scoprire dove sia, con gli elementi naturali fino quasi a scomparire come entità umana e a caratterizzarsi egli stesso come elemento della natura. Si fa ora ramo, ora pietra, scoglio, acqua corrente, nuvola, fronda, uccello. Il suo corpo, fatto di gambe, braccia, bacino, tronco, sembra non esistere più. La sua umanità si annulla per rigenerarsi in una nuova dimensione. Lo fa in una maniera che non trasmette rifiuto della sua materialità, ma una concezione diversa da quella che tutti o quasi abbiamo del nostro corpo. Lo vive come un qualcosa che è parte integrante della natura e non qualcosa di distaccato e/o opposto. La nudità è quindi d’obbligo. Non mostra mai il suo volto e qui si percepisce la sofferenza vissuta, ma anche la necessità di eliminare un elemento che avrebbe collegato il suo corpo alla sua condizione di uomo e quindi avrebbe vanificato la sua fusione con la natura. Questa fusione assume, ai miei occhi, un tentativo di rientrare nel grembo materno, luogo protettivo e di serenità. La natura in fin dei conti è il grembo in cui si formano tutte le specie viventi e tutti gli elementi dell’universo. L’acqua, presente in molte delle sue immagini e quasi sempre ferma, rappresenta, a mio modo di vedere, la sicurezza del liquido amniotico in cui immergersi per allontanare la sofferenza e ritrovare le sensazioni piacevoli dell’inizio. Per ultimo vorrei spendere due parole anche sul grande equilibrio compositivo che caratterizza le sue foto. Ritrovo in questo una ulteriore ricerca di equilibrio interiore, un punto fermo a cui ancorare i sussulti della sua anima. Minkkinen è un fotografo fuori del coro che non può che lasciare sorpresi e ricchi di domande. Un piacere per la vista e per la mente, per interrogarsi, tra l’altro, su cosa significhi fare fotografia e per crescere umanamente e fotograficamente.

    1. Grazie Massimo per l’apprezzamento che hai dimostrato per questo geniale artista, che continua a stupire a distanza di anni per la sua tematica intimistica.

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