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Il futuro è negli alberi – di Paola Buonomo

 

IL FUTURO E’ NEGLI ALBERI

di Paola Buonomo

Una delle parole ricorrenti quando si parla di ambiente è “inversione”, intesa come necessità improrogabile di cambiamento delle politiche, dei modelli di produzione e di consumo, degli stili di vita. Per invertire la rotta verso un futuro sostenibile tuttavia è necessario anche prendere coscienza individualmente del problema e modificare radicalmente il nostro sguardo sul mondo che ci circonda.

Un punto di partenza sono sicuramente gli alberi: soffermiamoci ad osservarli e consideriamo che senza di essi la vita sulla Terra sarebbe impossibile. 

Alcuni esemplari intorno a noi, posti magari lungo una strada percorsa distrattamente ogni giorno, o cresciuti in un privato giardino, hanno caratteristiche tali da essere riconosciuti come alberi monumentali, perché testimoni di storia e identità culturali.

Questi patriarchi maestosi sono stati censiti in un elenco nazionale che ne riconosce il valore per la collettività, da tutelare e salvaguardare per le nuove generazioni.

Preservare gli alberi, e piantarne altri, è forse la soluzione più semplice, bella ed efficace per combattere la crisi climatica.

Nota 

In Italia la Legge n. 10 del 2013 ha riconosciuto il 21 novembre quale Giornata nazionale degli alberi “al fine di perseguire, attraverso la valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio arboreo e boschivo, l’attuazione del protocollo di Kyōto… e le politiche di riduzione delle emissioni, la prevenzione del dissesto idrogeologico e la protezione del suolo, il miglioramento della qualità dell’aria, la valorizzazione delle tradizioni legate all’albero nella cultura italiana e la vivibilità degli insediamenti urbani”. La stessa legge ha istituito l’elenco nazionale deglialberi monumentali. Il carattere di monumentalità è legato a una serie di “requisiti, uno o più di uno, che la pianta deve avere per poter essere dichiarata monumentale e posta sotto la tutela dello Stato”.

Ho scelto di ritrarre alcuni alberi monumentali caratterizzati da tre specifici criteri che mi interessavano di più, tra quelli individuati dal Mipaaf come requisiti di monumentalità: il pregio legato all’età e alle dimensioni: è un aspetto strettamente connesso alle peculiarità genetiche di ogni specie, ma anche alle condizioni ecologiche in cui si trovano a vivere i singoli esemplari di una specie; il pregio paesaggistico: è un criterio di sintesi e nell’attribuirlo si valuta se il soggetto abbia un peso significativo nella percezione del paesaggio tale da “segnarlo”, renderlo unico, riconoscibile, oltre che apprezzabile, o se esso costituisca identità e continuità storica di un luogo, punto di riferimento topografico, motivo di toponomastica.

Gli esemplari sono tutti situati nella fascia extra-urbana del Comune di Perugia.

Paola Buonomo

(Officine Creative Italiane – Perugia)

 

 

          

          

          

          

          

          

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