Laboratori Di Cult

TOTEM e TABU’_ Mostre locali – di Marco Fantechi

Laboratori Di Cult

Dopo un’anteprima di alcuni lavori nell’ambito del Photo Happening Firenze di maggio, finalmente ecco in mostra più di settanta lavori svolti sul tema “Totem e tabù” dai partecipanti al Lab 164 (Firenze, Pistoia e Siena) e al Lab 165 (Prato).
Di seguito alcune immagini dell’inaugurazione della mostra che si è aperta, alla presenza di un folto pubblico, sabato 7 settembre, presso l’area espositiva “La Soffitta Spazio delle Arti” messa a disposizione dal Circolo ARCI di Colonnata (Sesto Fiorentino).
Purtroppo gli spazi per ospitare in mostra i nostri lavori sono sempre pochi e difficili da reperire soprattutto nelle grandi città, ma quando possibile è bellissimo poter riunire più laboratori per rendere ancora più evidente quante e innumerevoli possono essere le declinazioni di uno stesso tema. Una varietà di letture che, come già dal primo tema svolto dai Laboratori nel 2016, non finisce mai di stupirmi.
Ogni Laboratorio nasce nella condivisione delle idee dei propri partecipanti e cresce nella ulteriore condivisione dei propri lavori con quelli svolti in altri Laboratori. Da qui l’importanza di queste mostre e della pubblicazione on-line dei cataloghi (si veda il post “Cataloghi dei LAB Di Cult FIAF” su Agorà Di Cult).
Mostre e cataloghi che richiedono tempo, perché dietro ad ogni lavoro c’è un autore che ci apre ad un suo personale pensiero. Ed è proprio la valorizzazione dei tanti autori che si impegnano in questo, talvolta complesso, lavoro di comunicazione di idee una delle finalità del nostro Dipartimento, a mio avviso perfettamente portata avanti nelle attività laboratoriali.
Non posso a questo punto non citare la frase scritta da Massimo Mazzoli nel suo post “Pensieri sparsi di un direttore novello” (pubblicato su Agorà Di Cult il 23 giugno) che mi sembra esprimere veramente bene il concetto:
<<Dietro ogni apparecchio fotografico c’è una persona con tutto il suo bagaglio di conoscenze e di emozioni. Lavoriamo tutti perché ogni autore venga pian piano in superficie e ci faccia partecipi, come dono, del suo universo esclusivo.>>
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