#GeneriFotografici: Fotografia di scena

UNO SGUARDO SULLA SCENA, di Massimo Agus

Nel teatro sono state da sempre utilizzate le immagini per documentare, ricordare e comunicare particolari momenti, della recitazione e della scenografia, che svaniscono quando la rappresentazione finisce, a causa del carattere effimero e temporaneo dellevento teatrale. Proprio per questo la fotografia di e per lospettacolo nasce quasi contemporaneamente alla sua stessa invenzione.

La prossimità tra teatro e fotografia è molto forte. La stessa parola teatro, dal termine greco théatron luogo da dove guardare, è indizio di un legame significativo tra il teatro e la fotografia: entrambi legati allo sguardo ed alla capacità dello sguardo di creare nuovo senso. Come il regista e lo scenografo creano uno spazio ed un tempo costruiti con il corpo degli attori e i materiali della scenografia, così il fotografo crea un nuovo mondo di relazioni spazio-temporali tra i diversi elementi della realtà allinterno dello spazio-immagine della inquadratura scelta.

Proprio per queste ragioni i vari tipi di spettacolo, danza, teatro, opera, circo, musica, ecc., hanno da sempre esercitato una grande attrazione per i fotografi, tanto che molti di essi (tra i quali numerosi maestri della fotografia) si sono impegnati a fotografare lo spettacolo affrontandone la sfida tecnica ed espressiva. Negli anni Settanta, in Italia, una generazione di fotografi si è avvicinata a questo genere di fotografia con una attenta sensibilità visiva e vivendo unadesione particolare, culturale ed esistenziale, con le ricerche e sperimentazioni che avvenivano in quegli anni nel campo del teatro e della musica. Ognuno ha cercatodi costruire una propria specifica professionalità nellambito di questo settore della fotografia, facendone il campo specifico della sua ricerca creativa. Questi fotografi hanno affrontato la fotografia di spettacolo non solo come documentazione, ma anche come interpretazione critica dellevento fotografato, sviluppando un propriomodo di fotografare lo spettacolo, di guardarlo e trasformarlo in immagine fotografica: uno sguardo mirato a trasformare levento teatrale in immagini che avessero il potere di comunicare sia lessenza dellevento spettacolare, sia una propria visione personale.

Tra quelli che hanno dedicato tutta la loro attività a questo genere di fotografia, emerge la figura di Maurizio Buscarino (Bergamo, 1944), che è stato sicuramente tra i più notevoli ed interessanti autori italiani di fotografie di teatro di quella generazione. La sua attività, iniziata negli anni Settanta, ha cercato prospettive autonome ed inusuali nellaffrontare la rappresentazione del teatro, percorrendo una strada specifica, tendente alla creazione di un proprio universo personale, e portando nella lettura di uno spettacolo uno sguardo empatico e fertile di spunti interpretativi. Dallincontro con lo sguardo dellattrice dellOdin Teatret Else Marie Laukvik durante la rappresentazione di Min Far Hus, dal quale Buscarino rimane profondamente colpito, non abbandonerà più il teatro vivendolo come campo di indagine privilegiato, per raccontarci la vita, e aiutarci, se possibile, a interpretarla. Nelle sue fotografie riesce a cogliere lessenza del momento teatrale, leggendolo come metafora dellesistenza umana. Con una grande abilità e padronanza del mezzo tecnico, e delle sue possibilità espressive, Buscarino coglie nelle immagini quella solitudine che ogni attore vive nel confronto con linterpretazione del suo personaggio, e che riflette anche la solitudine del fotografo che, come testimone,guarda il popolo dei teatranti al di fuori del cerchio magico del palcoscenico; e che  diventa, nelle sue perfette fotografie, anche una potente metafora della solitudine e della condizione umana. Come lui stesso dice la fotografia è una fessura per portare lo sguardo altrove.

Massimo Agus

 

Maurizio Buscarino, Else Marie Laukvik, Come… and the day will be Ours, Odin Theatret, Milano, 1975

 

Maurizio Buscarino, Teresa Telara, Vestition D’Antan, Pontedera, 1979

 

Maurizio Buscarino, Giorgio Albertazzi, Re Nicolò di Frank Wedekind, Genova, 1981

 

Maurizio Buscarino, Cornelius Colliander, Roger Rolin, Affreschi, Volterra, 1983

 

Maurizio Buscarino, Marco Paolini, Adriatico, Mira, 1987

 

Maurizio Buscarino, Macchina dell’amore e della morte, Tadeusz Kantor, Milano, 1987

 

Maurizio Buscarino, Dario Marconcini, Lettere di San Paolo, Siena, 2000

 

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