LA FOTOGRAFIA DI INTERNI, di Massimiliano Tuveri [1ª parte]
Raccontare con le immagini
L’architettura, raccontata attraverso le immagini, non rappresenta solamente una parzializzazione della realtà, riportata su supporto cartaceo con funzione documentativa, ma principalmente una narrazione, il racconto personale di un viaggio all’interno (e all’esterno) di uno spazio.
Tali spazi vengono descritti grazie alla presenza del fotografo, il quale li osserva, li analizza secondo il proprio modo di guardare ed esprimere le sensazioni e gli stimoli che l’architettura fa scaturire in lui.
Dal XIX secolo ad oggi la fotografia ha rappresentato una forma di narrazione e documentazione per le città e le architetture che le costituiscono. Essa si è evoluta negli anni grazie alla dedizione di scienziati e fotografi che hanno introdotto tecniche ed innovazioni in grado di cambiare tempi di esposizione ed apparecchiature fotografiche. Questo ha portato nel tempo ad un aumento di tipologie fotografiche nell’ambito architettonico, che si sono poi riproposte nei secoli a seconda del gusto artistico e comunicativo del fotografo impegnato.
La prima differenziazione da fare è quella tra la fotografia incentrata sull’architettura e quella in cui quest’ultima si presenta come fondale di un’azione che in essa si svolge.
In questi primi esperimenti fotografici, si tende a rappresentare l’architettura come oggetto centrale. Nei primi anni, essa era uno tra i pochi, se non il solo, elemento fotografabile in quanto immobile nel suo spazio, successivamente le scoperte riguardanti l’istantaneità delle immagini portarono ad esplorare nuove composizioni in cui persone e traffico si inserivano nel rettangolo del mirino.
Nella seconda classificazione invece, l’edificio pur restando un tema principale viene posto in secondo piano, conferendo alla fotografia un valore indiziale.
Da questa prima distinzione, dovuta principalmente allo sviluppo delle tecniche fotografiche, ne deriva un’altra improntata sulle modalità di rappresentazione, ovvero la documentazione e la narrazione.
La prima, per natura del termine, rivolta alla ricerca di fedeltà ed oggettività, mentre la seconda volta all’indagine di interpretazioni e di espressività.
La fotografia d’architettura ha assistito, di conseguenza, a differenti ideologie e gusti, applicandosi ai progetti d’interni nel corso degli anni.
Questa serie di articoli che vi presenterò verte, nello specifico, sul rapporto tra la fotografia e l’architettura d’interni. Essa si articolerà grazie ad un’analisi delle metodologie di rappresentazione e trasmissione degli ambienti residenziali attraverso la fotografia, cercando di dare una risposta alla domanda “Come si devono rappresentare gli spazi di un’abitazione e quali i successivi impieghi?”, in modo da poter approfondire gli aspetti comunicativi e percettivi di uno spazio chiuso, attraverso la fotografia. Quest’ultima sebbene nata proprio attraverso gli scatti d’architettura è sempre stata associata agli esterni, senza riportare storicamente approfondimenti disciplinari né di tipo tecnico-rappresentativo né di tipo critico-artistico, per gli interni.
Seguite questa rubrica e commentate per costruire insieme un percorso che possa essere di interesse per tutti.
MASSIMILIANO TUVERI, Docente FIAF
Un mondo pieno di fascino e con grandi “spazi” interpretativi. L’architettura deve essere percepita e chi meglio di un fotografo e più in generale della fotografia, puo’ trasformare la percezione in immagini, dando vita ad un nuovo spazio?
Argomento interessante Max.
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