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La Terra di Caino

Una mostra fotografica di Pasquale Raimondo

“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah, lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.

In occasione delle prossime Giornate della Memoria organizzate dal Comune di Monopoli e dall’Assessorato alla Cultura, il Circolo Fotografico monopolitano Fotoclub Sguardi Oltre BFI propone nell’Atrio della Rendella, la biblioteca comunale, la mostra fotografica di Pasquale Raimondo: “La Terra di Caino”, un viaggio nel campo di concentramento di Sachsenhausen in Germania, la terra dove il fratello ha portato l’altro fratello ai campi, alzando la sua mano contro il suo stesso sangue.

L’inaugurazione è prevista per il prossimo 26 Gennaio alle ore 17.30 presso la Biblioteca Rendella di Monopoli. Alla serata saranno presenti l’autore della mostra, Pasquale Raimondo, ed il vincitore del World Press Photo, il fotografo iraniano Manoocher Deghati.

Ogni scatto della mostra vuole porre sotto lo sguardo dell’osservatore un’istantanea di quel che è stato, portando dentro di sé la volontà dell’autore di cercare nella cifra della distanza la possibilità umana della riflessione.

L’autore si occupa di Fotografia da diversi anni, tanto da essere stato insignito nel 2022 dell’onorificenza di Benemerito della Fotografia Italiana da parte della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche (FIAF). Attualmente è vicepresidente del Circolo Fotografico Sguardi Oltre di Monopoli (Ba).

Completando un percorso cominciato anni fa con un viaggio a Dachau e proseguito poi per Buchewald, sono tornato in Germania per visitare Sachsenhausen e riflettere una volta ancora su questa oscura pagina della Storia – ha commentato l’autore, Pasquale RaimondoLa storia di Sachsenhausen differisce da quella di altri campi: aperto dai nazisti, il campo di Sachsenhausen continuò fin dopo la fine della guerra ad essere usato con i medesimi fini ma diverse motivazioni dai sovietici: per questo ho chiamato il progetto “La Terra di Caino.

Sachsenhausen è il luogo che non dovremmo dimenticare. Sachsenhausen è la “Terra di Caino”, dove l’odio non ha avuto colore, razza o religione ed il fratello ha portato l’altro fratello ai campi, alzando la sua mano contro il suo stesso sangue.

Alla inaugurazione sarà presente anche il vincitore del prestigioso World Press Photo del 1983: il fotografo iraniano Manoocher Deghati.

L’autore, attraverso la sua produzione fotografica, rifletterà sui conflitti contemporanei che affliggono il presente in un singolare dialogo per immagini che parte dalle vicissitudini internazionali degli ultimi quarant’anni per concludere questo suo iconografico viaggio con una profonda riflessione sulla tragica situazione in cui oggi versa l’Iran.

INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI

  • AUTORE DELLA MOSTRA “La Terra di Caino”:

PASQUALE RAIMONDO

Pugliese, classe 1983. L’autore si occupa di Fotografia da diversi anni, tanto da essere stato insignito nel 2022 dell’onorificenza di Benemerito della Fotografia Italiana da parte della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche (FIAF). Attualmente è vicepresidente del Circolo Fotografico Sguardi Oltre di Monopoli (Ba). Raimondo ha realizzato diverse personali ed ha alle spalle numerose partecipazioni a mostre collettive, come la recente “Cronache Quaranteniche” (2021) presso il Centro Italiano della Fotografia d’Autore a Bibbiena in Toscana. Le sue fotografie da sempre privilegiano tematiche sociali, così come la documentazione di ricerca.

  • OSPITE E RELATORE PER L’INAUGURAZIONE:

MANOOCHER DEGHATI

Nasce ad Orumieh in Iran il 23 agosto del 1954. Nel 1978, diplomatosi in cinematografia a Roma, rientrò in patria per fotografare la rivoluzione di Teheran, la crisi degli ostaggi all’ambasciata americana e la guerra Iran-Iraq, che riuscì a seguire per sei anni. Nel 1979 iniziò a collaborare con l’Agenzia France Presse ed in seguito con Sipa Press, Newsweek e Time, come corrispondente permanente in Iran, riuscendo a conservare e distribuire buona parte del suo lavoro, nonostante i severi controlli della censura iraniana. Nel 1983 ottenne il primo premio “World Press” nella categoria news per le foto incluse nella guerra Iran-Iraq. Nel 1985 lasciò l’Iran per fotografare la guerriglia in El Salvador, la lotta tra Contras e Sandinistas in Nicaragua, la guerra civile in Guatemala e l’incursione americana a Panama. Tra il 1985 ed il 1996 ricevette vari incarichi in tutto il mondo come direttore di AFP (1987) e direttore di dipartimenti fotografici per l’America Centrale in Costarica, per il Medio Oriente a Gerusalemme ed al Cairo per l’Africa settentrionale. Nel 1996 a Ramallah (Cisgiordania), durate uno scontro tra israeliani e palestinesi, fu colpito da un cecchino israeliano. Tuttora vive e lavora in Puglia.

 

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