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Tra poesia e fotografia – Marco Palmioli

Tra poesia e fotografia

Qualche anno fa, sfogliando una rivista ho visto questa foto ed è stato un colpo di fulmine

Beppe Bolchi – Città Senza Tempo
 

Sono cresciuto tra viti e bulloni, ma ho avuto l’  “Infinita”   fortuna di farlo nella città delle “sudate carte”, nella città dove “quell’ermo colle e quella siepe” hanno geneticamente modificato la sensibilità artistica dei recanatesi,

Marco Palmioli - Recanati Torre del Passero Solitario
e per me la fotografia stenopeica  è il modo con cui riesco a raccontare i miei “interminati spazi” “e sovrumani silenzi”.
Marco Palmioli – Lettera alla Madre

Uscire dagli schemi commerciali e costruire una macchina a seconda della foto che si vuole realizzare dona un gran senso di libertà, e conseguirne un’immagine unica e personale  è una indescrivibile soddisfazione.

Marco Palmioli – Diario Quotidiano

Conoscere tutte le potenzialità permette di giocare con i soggetti e di realizzare inquadrature che sarebbero possibili solo con mezzi estremamente più costosi o con modifiche in post-produzione, e a quel punto il tempo dedicato a quella foto sarà sicuramente di più di quello necessario per realizzare uno scatto stenopeico.

Marco Palmioli – Pinhole Souvenir

I tempi lunghi necessari consentono di eliminare il caos nell’ambiente ma anche la mente si sgombra dalle ansie e dalle frenesie e si ha tutto il tempo necessario per appropriarsi per qualche momento di quello scorcio.

Le imperfezioni di questa tecnica ne accentua l’atmosfera romantica, un po’ bohèmienne, il fuoco morbido dona all’immagine la dolcezza del ricordo,

Marco Palmioli – Pinhole Souvenir

La vignettatura ai bordi crea un tunnel visivo che permette allo sguardo di penetrare in quelle atmosfere dense e sospese nel tempo e nello spazio

Marco Palmioli-Leopardiane Prospettive
“….e il naufragar m’è dolce in questo mare.”
           Marco Palmioli
 
 
 

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8 commenti

  1. Ha smesso di piovere e…
    “…Si rallegra ogni core.
    Si dolce, si gradita
    quand’è com’or la vita?
    Quando con tanto amore
    L’uomo a’ suoi studi intende? …”
    Mi siedo al computer, entro nella Piazza di AgoràdiCult…
    “… Ma sedendo e mirando, interminati
    Spazi di là da quella, e sovrumani
    Silenzi, e profondissima quiete
    Io nel pensier mi fingo…”
    rimirando le tue splendide e poetiche immagini, rimembro ancora…
    “…A voi ripenso, o mie speranze antiche
    Ed a quel caro immaginar mio primo…”.
    Complimenti!!!
    Pino Valgimigli

  2. Le acute e audaci spigolosità delle architetture esaltate da Marco Palmioli nelle sue foto fendono lo spazio creando nuovi rapporti formali. La sua ricerca sembra mirare a sviscerare armonie dai contrasti, accordi dagli squilibri. Per ricomporre in un disegno unico ciò che è frutto della pluralità progettuale di molte menti creative. Per dare un senso di predestinazione a ciò che parrebbe frutto di una libera estemporaneità individuale. Secondo un ordine superiore che solo in eccezionali casi l’obiettivo può restituire.
    Alessandra Quattordio

  3. mi spaventa il mondo della fotografia.
    mi ci sono affacciata da poco e mi sembra un pozzo senza fondo.
    continuo a guardare foto, mostre quando ne ho l’occasione, leggo libri, osservo le letture dei portfolio, scopro di continuo fotografi bravi, conosciuti o meno.
    mi sento come un’assetata nel deserto e più vado avanti più mi accorgo che ho bisogno di tempo, e a volte anche del vil denaro, per seguire questa passione scoppiata così all’improvviso, che mi soffoca e mi libera nel contempo.
    sono avida, avida di un sapere che la vita così come conduco ora non mi dà modo di colmare.
    ho paura, paura a lasciarmi andare totalmente perchè so che sarei capace di dimenticare tutto per seguire questa passione.
    ogni portfolio, mio o altrui, è un mondo di sangue e carne che mi porta a domandarmi sempre di più.
    non riesco a vedere la fotografia scevra dal linguaggio del cuore, ogni lettura è come una seduta di psicanalisi.
    cresco umanamente e questo universo in movimento e la passione di quelli che lo compongono mi stimola ogni giorno di più a trovare il coraggio di uscire allo scoperto, confrontarmi, parlare sui blog ma mi rendo conto di essere piccola.. piccola piccola
    ma, come ha scritto marco, “….e il naufragar m’è dolce in questo mare.”
    grazie per la tua condivisione
    Raffaella Campagnoli

    1. … il sangue! …. la carne! … il cuore! ….. siamo femmine, queste sono le nostre parole, con loro ci esprimiamo!
      non avere paura, ma sfamati e dissetati!
      se questi sono i preamboli sicuramente diventerai un’ottima fotografa! devi solo pazientare e digerire!
      Isabella Tholozan

  4. Riconoscersi sempre in cammino, sentire l’urgenza di esprimersi e cercare il modo personale per farlo è sicuramente lotta e sforzo. Una sofferenza sottile che sconvolge dentro ma che genera frutti. Anche condividere incertezze aiuta a superarsi.
    Orietta

  5. Quante emozioni scatena l’immagine stenopeica! dobbiamo forse ragionare su questo.
    Siamo figli dell’incertezza e della commozione che nasce nel superamento del dubbio, è forse
    per questa nostra natura incerta che l’immagine troppo perfetta non riesce ad emozionarci abbastanza e tanto da dover cercare altri sguardi!
    Isabella Tholozan

  6. I volumi, il naturale senso del ritmo;
    i vuoti, le pause;
    gli archi a tutto sesto, le legature;
    la tastiera;
    la ruota, il ritornello;
    gli angoli, il basso continuo;
    gli archi a sesto acuto, il crescendo;
    tutto concorre a determinare l’espressione di una polifonia visiva, di una musica per gli occhi.
    Teofilo

  7. La poesia che traspare in questa carrellata di fotografie è grande. La tecnica particolare, contro la normale esecuzione dello scatto, ma spiegata nella sua motivazione, rende alle immagini una sospensione tra sogno e realtà. Ed ecco una rivisitazione nuova di luoghi celebri o meno come pagine di un diario personale del fotografo: un diario aperto alle emozioni di tutti
    Lugo

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