Kuril Lake – di Valter Bernardeschi
Kuril Lake
di Valter Bernardeschi, socio del Club 3C Silvio Barsotti Cascina
Opera presentata all’attività “Insieme per la fotografia” 2012 dei Circoli Fotografici di Pisa.
Il Lago Kuril si trova a sud della penisola della Kamchactka in Russia ai piedi del vulcano Illinsky a circa un migliaio di chilometri a nord di Hokkaido. Ogni anno, da Luglio a Settembre, è scenario della risalita dei salmoni “red” rigonfi di uova che dall’oceano nuotano fino alle sorgenti dei piccoli torrenti affluenti al lago per deporre le uova. Decine di Orsi Bruni popolano le foreste adiacenti le rive del lago. Sono richiamati da un’ enorme quantità di pesce. Cibo in abbondanza e … la pelle dei salmoni, ricchissima di grasso e proteine, è utile riserva calorica per il lungo e rigido letargo invernale. Va in scena così uno dei più affascinanti spettacoli che la Natura in varie parti del mondo, ci offre.
“Kuril Lake” di Valter Bernardeschi è un opera di narrativa tematica di argomento naturalistico. Questo genere appartiene al fotogiornalismo, infatti, oltre ai Concorsi nazionali e internazionali, anche in World Press Photo c’è la specifica categoria Natura. L’autore non ha solo cercato, e ricevuto, la bella foto, ha anche raccontato con la sequenza l’orso che ha conosciuto al Kuril Lake. Le fotocamere digitali ad alta definizione permettono di conoscere la natura come mai è stato possibile, questo perché l’ingrandimento, sempre ben definito del file, permette di rivelare dettagli che non sono visibili con gli occhi. Sicuramente la fotografia digitale ha aperto nuove possibilità al fotografo naturalista, quest’opera di Valter Bernanrdeschi ne è un esempio eccellente.
foto molto belle in un posto veramente splendido! complimenti!
Valter Bernardeschi con il suo Kuril lake, ci mette di fronte a delle bellissime e accuratissime immagini, che non possiamo che ammirare per la loro eccellente tecnica. Un reportage naturalistico di alto livello,anche se non raggiunge nel tipo di inquadrature delle vette di estrema originalità.
A parte la “magnata” dell’urside animale, un racconto e poi fotografico non è solo e soltanto primi piani. Va contestualizzato, altrimenti paiono fototessere qui, nel caso, dell’animale che potrebbe stare in cielo terra ed ogni luogo. E una foto di paesaggio, forse per far capire il luogo va a sapere, non fa primavera o tanto per gradire.
Troppo spesso chi è preso dalla mania di enfatizzare il proprio oggetto del desiderio, da rendere in fotografia, si lascia scappare a chi non pescatore né cacciatore o escursionista il racconto, di nuovo, per intero. A meno di essere etologo o biologo più o meno marino, allora è un discorso per addetti ai lavori, qualche immagine più larga non “guasterebbe”. Ne acquista larghezza il racconto.
Per quanto smaliziato dalle tante immagini proposte in TV, sono sinceramente rimasto affascinato da queste foto. Complimenti