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Il treno delle vacanze – di Ettore Perazzini

Il treno delle vacanze  di Ettore Perazzini

Opera esposta nel mese di aprile alla mostra del progetto fotografico “Viaggio in Romagna” promosso dall’Associazione TANK di Forlì.

Le strade ci portano in mezzo alle case, alle fabbriche, alle campagne. Gli edifici che si affacciano alle vie offrono allo sguardo di chi passa la facciata migliore , ordinata e pulita. La ferrovia, invece, generalmente passa dietro, ci fa vedere i garage, gli orti, le cose vecchie messe da parte. E’ una visione che ci rivela molto delle persone che abitano quei luoghi. Ho cercato di capire e carpire il fascino di qello sguardo in movimento ed ho visto che il mio occhio non si comportava come una telecamera puntata fissa fuori dal finestrino , ma cercava una cosa , un punto d’interesse e lo seguiva fin quando questo si staccava slabbrandosi fuori dal perimetro del finestrino , poi tornava a guardare avanti cercando un’altra situazione , seguirla e.….ho voluto ripetere quel movimento con la fotocamera. Non è questo solo un esercizio tecnico; alla base ci sta una riflessione sulla realtà odierna di un pensiero ed uno sguardo necessariamente veloci ma che nondimeno si imprimono fortemente in noi. Ho viaggiato sulla ferrovia che percorre i comuni rivieraschi della mia Romagna in un paesaggio complesso dove il “dietro le quinte” rivela una notevole distanza da come lo immagina chi pensa questa realtà come un gigantesco ed eterno parco giochi.

Ettore Perazzini

 
 

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4 commenti

  1. “Il treno delle vacanze” di Ettore Perazzini è un opera realizzata con un’idea di natura artistica dal forte carattere concettuale. E’ artistica per l’ampiezza culturale della riflessione compiuta, che prende spunto dalla realtà odierna per raccordarsi all’identità romagnola e all’immaginario ispirato dal paesaggio di questa terra. E’ concettuale per il consapevole pensiero antropologico verso il mondo che pulsa dietro le quinte e per la scelta del concept fotografico della rappresentazione caratterizzata dalla percezione selettiva.
    Un’opera complessa di un autore esperto e maturo che ha sentito forte il richiamo di svelare aspetti della sua Romagna. La scelta dei pochi scatti rispetto a quelli compiuti, pone in evidenza i punctum da lui sentiti nel leggere questa realtà disarmata dell’intento di apparire, e per questo più vera e spontanea. Dai segni della tradizione come: la bicicletta, lo sdraio nell’orto, i panni stesi; l’autore evidenzia i nuovi aspetti della piccola modernità di provincia: con la piscina nel giardino, il modesto spazio pubblico, l’albergo a tre stelle,lo straniante pedalò sull’erba, la vita arrangiata sotto i cavalcavia; infine con la visione lirica dello skyline di Fiabilandia, Ettore Perazzini rilancia l’immaginario giocoso che è nello spirito di questo popolo operoso e passionale.

  2. L’idea riferita ad una terra ancora nella fase della ripresa dopo la botta del terremoto è stata realizzata con una passione di documentare pezzi di provincia che palpitano; il taglio delle immagini punta su quello che l’autore ritiene importante dirci; la cura nella realizzazione e presentazione delle foto è molto piacevole e si fa guardare e ricordare; il mosso mette in movimento tutto….si riparte… Lugo

  3. “Intriganti”: è in assoluto la prima definizione che mi è venuta in mente guardando queste immagini. Intriganti perché incuriosiscono per il loro contenuto e affascinano per il modo in cui lo presentano.
    Il movimento di camera richiama e visualizza l’uomo nelle sue molteplici attività quotidiane; è “reportage artistico” (se così si può dire…), con le valenze che i due termini comportano.
    Attraverso una progettazione scrupolosa, si ripropone quell’amore e attenzione per la propria terra, evidenziati anche nel post di Luca Pirazzini. Ottimi esempi di indagine contemporanea. Un plauso anche all’Associazione Tank che l’ha proposta/promossa.

  4. Il lavoro di Ettore Perazzini mi ha subito colpito per l’originalità della realizzazione e per la piacevolezza della composizione…poi ad una lettura più approfondita è venuto fuori l’aspetto più intimistico delle fotografie: uno sguardo affettuoso e complice sulla vita di tutti i giorni delle persone che abitano lungo la ferrovia, con le loro speranze, i loro drammi e le loro gioie, uno sguardo leggero, non intrusivo, che passa rapido come rapido è il treno e ci trasmette dei flash back , gli stessi che hanno colpito l’autore. Complimenti vivissimi a Ettore

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