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Arriva gente a Manhattan – di Gianni Lonardi

Arriva gente a Manhattan – di Gianni Lonardi
Gianni Lonardi BFI tessera FIAF 142, Fotoclub Monzambano tessera FIAF 736, Monzambano (MN).

“Se con una sola parola vuoi evocare l’idea di gente che, arrivando da tutte le parti, forma un insieme irripetibile di uomini, donne, vecchi, bambini, diseredati, straricchi, manager,turisti, religiosi, razze, abbigliamenti, e non so cos’altro, devi dire Manhattan”.
Realizzato nel 2011 vuole evidenziare tre situazioni: il progressivo arrivo della gente, le molteplici diversità che caratterizzano la gente in arrivo, la quantità di gente che alla fine diventa un insieme confuso.
Il tutto al servizio della parola magica ricordata all’inizio che le riassume, le completa e le sintetizza: Manhattan.
Modalità operativa: fotografie di tipo realistico dove le persone (tra l’altro ben inserite nel contesto della metropoli) costituiscono il ‘centro’ del racconto e il numero delle stesse nelle singole foto (che aumenta con il progredire del portfolio), il ‘fattore espressivo’.
Si giunge così all’idea ‘Arriva gente a Manhattan’ volendo comunicare il significato del portfolio stesso. Un significato molto chiaro, a conferma che le cose semplici sono quelle che spesso si capiscono meglio…

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4 commenti

  1. “Arriva gente a Manhattan”, di Gianni Lonardi, è un’opera animata da un’idea narrativa tematica per l’interpretazione soggettiva del tema.
    La street photography a New York è ormai uno stereotipo, simile a quello di altre città mitiche come Parigi, Venezia, ecc.
    L’autore ha sentito la necessità di dare un significato centrale al suo portfolio e lo ha fatto in un modo molto leggibile: dalla figura singola che attraversa la strada, alla folla di persone sedute tranquille, come in un salotto, in una delle principali strade della grande mela.
    Dalle immagini si sente tutto il fascino surreale della metropoli multietnica e sospesa in atmosfere della surmoderntà.
    La scelta di un B/N dai neri profondi e ricco di grigi è coerente con l’energia urbana sprigionata dai forti contrasti e dona volumi alle figure che si impongono con la loro originale unicità di provenienza etnica e di abbigliamento.
    Ogni scatto cerca di raccontare lo stato d’animo del singolo alle prese con il rumore di tantissime altre vite che si agitano attorno.
    Dato il basso numero della tessera FIAF, che abbiamo posto volentieri in evidenza, l’autore ha vissuto New York carico dei miti del ‘900 ancora potentemente presenti nella sua generazione.
    Complimenti a Gianni Lonardi per aver cercato di raccontare le storie di singole persone incontrate casualmente a Manhattan rendendole i veri protagonisti di questa originale modernità, ancor più dei grattacieli.

  2. Un lavoro che con immediatezza ci chiarisce il pensiero dall’autore.
    Intenso ed essenziale, aiutato dalla scelta cromatica, che toglie distrazione e concentra sui protagonisti, li rende icone della nostra società. Un editing che accellera il ritmo ad ogni passo e divenendo crescente ci fa sentire il movimento di questa “gente che arriva” e si porta dietro il peso di una società frenetica ed spesso alienante.
    Complimenti vivissimi a Gianni
    Orietta Bay

  3. Può apparire fin troppo facile realizzare un portfolio interessante in un ambiente tanto stimolante come New York.
    Ma il soggetto accattivante non rimuove il concetto, l’assioma che è rappresentato dalla capacità di saper leggere, interpretare ogni contesto, dal più apparentemente banale al più apparentemente affascinante.
    Di questa città ne sono state date un’infinità di letture, interpretazioni, quella data da Lonardi la si potrebbe definire intimistica, non invasiva.
    Evidente l’accento sulla multi etnicità che la caratterizza e la rende unica, dietro ogni immagine possiamo vedere una storia, un vissuto che progressivamente passa da individuale a collettivo, ma non ne altera la discrezione, la leggerezza con cui ha affrontato brillantemnte il tema

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