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Le figure retoriche – di Enrico Maddalena, II° parte

Le figure retoriche – di Enrico Maddalena, seconda parte

Le figure retoriche nella lingua e nella fotografia: un parallelo possibile.

In origine la fotografia era vista come puro mezzo meccanico in grado di produrre una impronta della realtà, una sua fotocopia. Sappiamo bene invece che la fotografia è un segno che può veicolare significati che vanno oltre il referente. Con la fotografia si possono comunicare concetti, idee, emozioni. Con la fotografia si può raccontare e si può fare della poesia. Non per nulla si parla di “linguaggio“ fotografico. Ma è possibile fare un parallelo con il linguaggio per antonomasia, quello della lingua scritta? Direi proprio di sì. Poiché il campo è assai vasto, ci limiteremo alle figure retoriche.

La retorica è l’arte di parlar bene ed il suo scopo è la persuasione, l’induzione cioè di un assenso psicologico. Si indica col termine figura retorica qualsiasi artificio nel discorso volto a creare un particolare effetto. Le figure retoriche sono davvero molte. Noi ci limiteremo solo ad alcune, dandone la definizione e mostrandone un esempio verbale, tratto dalla letteratura, ed uno fotografico.
Andiamo ad iniziare (ove non diversamente specificato, le foto sono mie):

4. Similitudine
La similitudine (dal latino similitudo, “somiglianza”) è la figura retorica in cui si paragonano persone, animali, cose, sentimenti, immagini, situazioni per associazione di idee; è introdotta da come, sembra, pare, è simile, somiglia, ecc.

Esempio:

“…e caddi come corpo morto cade…”(Dante, Inferno Canto V)
“…Un tappeto di smeraldo sotto al cielo il monte par…”(Carducci, In Carnia, vv.3-4)
“…Come un branco di segugi, dopo aver inseguito invano una lepre, tornano mortificati verso il padrone, co’ musi bassi, e con le code ciondoloni, così, in quella scompigliata notte, tornavano i bravi al palazzotto di don Rodrigo.…”(Manzoni, I promessi sposi, Cap.XI)

4-1Foto 4.1 (Bimbo e gatto in atteggiamento simile – David Mc Enery)

4-2
Foto 4.2 (Di quest’altro esempio di similitudine, non ho trovato il nome dell’autore)

5. Antitesi
L’antitesi (dal greco antìthesis, “contrapposizione”) è una figura retorica che consiste nell’ottenere il rafforzamento di un concetto aggiungendo la negazione del suo contrario (Lavorava di notte, non di giorno) oppure accostando due parole o concetti opposti (temo e spero).

Esempio:
“…Non fronda verde, ma di color fosco; non rami schietti, ma nodosi e ’nvolti; non rami v’eran, ma stecchi con tosco…”(Dante, Inferno, XIII)
“Pace non trovo e non ho da far guerra;e temo e spero; e ardo e sono un ghiaccio;e volo sopra ’l cielo e giaccio in terra;e nulla stringo e tutto ’l mondo abbraccio…”(F. Petrarca, Canzoniere, CXXXIV, vv.1-4)

5-1

Foto 5.1 (Povera gente che fa la fila per la mensa dei poveri, davanti ad un cartellone che è simbolo dell’opulenza – Margaret Bourke White)

5-2
Foto 5.2 (Il dormire del lavoratore reale è in antitesi con ciò che indica il cartello – Rène Maltete)

6. Preterizione
(dal latino praeterire, “passare oltre”) figura retorica che consiste nel fingere di voler tacere ciò che in realtà si dice.

Esempio:
“Non ti dico il calore, l’affetto, la cordialità con cui siamo stati accolti”.

In fotografia le ombre narrano di ciò che non è direttamente visibile perchè fuori campo o altrimenti nascosto

6-1

Foto 6.1 “Oltre il lenzuolo” – (Alessandro Nesler)

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7 commenti

  1. L’enunciato di una figura retorica è l’inizio di un corposo percorso culturale che vi porterà direttamente alla lettura del significato di un’immagine.
    Ma l’assimilazione della loro struttura linguistica permetterà in fase di di ripresa di acquisire una grande capacità progettuale nella pre-visualizzazione dell’immagine.
    Enrico Maddalena ci fornisce degli enunciati che per essere assimilati richiedono l’esercizion del loro riconoscimento nelle immagini che ogni giorno scorrono davanti si nostri occhi.
    Le immagini pubblicitarie sono realizzate con figure retoriche, ma anche le più improntanti fotografie di maestri e di appassionati fotografi, spesso in modo inconsapevole per l’autore, ci parlano grazie alla loro grammatica iconica.
    Complimenti a Enrico Maddalena per questo invito ad esercitare la profondità nello scatto e nella lettura fotografica.

  2. Grazie veramente ad Enrico Maddalena per questo articolo ! è assolutamente chiaro con delle fotografie totalmente adeguate per illustrare le diverse definizioni. E proprio interessante ragionare su questo argomento del linguaggio fotografico : spesso lo diciamo, ma sullo sfondo, non sappiamo sempre di cosa parliamo. Questo articolo ha il merito di chiarire in maniera limpida l’argomento 🙂
    Complimenti vivissimi !
    Laurence

  3. Sempre interessanti i post di Enrico Maddalena, questi, dedicati alle figure retoriche,ritengo siano fondamentali per la crescita espressiva di chi si cimenta con la fotografia e con le sue innumerevoli possibilità dialettiche.
    Diretto ed esaustivo l’approccio dialettico che, personalmente, apprezzo sempre negli interventi di Maddalena.

  4. La capacità didattica di Enrico Maddalena ci consente di apprezzare sempre e in pienezza ogni argomento che ci propone nei suoi post.
    Questo sulle figure retoriche è gradito in modo particolare perché accende il nostro interesse e ci consente di approfondire un argomento che non può essere ignorato e la cui conoscenza è base essenziale per poter realizzare immagini dense di significato e la cui potenza narrativa attiri e coinvolga.
    Grazie e complimenti.
    Orietta Bay

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