Dalla lettura soggettiva alla lettura corale, del 2006 – di Silvano Bicocchi, II° e ultima parte
RILETTURE di Agorà Di Cult
Dalla lettura soggettiva alla lettura corale, del 2006
di Silvano Bicocchi, II° e ultima parte.
Ma anche l’opera ha una sua natura dove il significato può essere chiuso o aperto. Infatti ci sono opere dal significato chiuso, come ad esempio di solito è il reportage, dove l’autore ha cercato di comunicare un preciso messaggio con le sue immagini, che pertanto acquisiscono la natura di un testo visivo. Oppure ci sono opere dal significato aperto, dove l’autore ha creato delle immagini con lo scopo di suscitare le più libere attribuzioni di significato, in tal caso troviamo un portfolio che ha la natura del dispositivo visivo. Di conseguenza se il significato è chiuso, l’impegno del lettore è rivolto a capire il messaggio che l’autore ha cercato di comunicare. Oppure se il significato è aperto, il lettore è invitato ad un esercizio di genialità nell’attribuire il significato all’immagine, la quale manifesta il suo valore nel continuare l’azione di stimolo in risposta ad ogni formulazione, cioè dimostrarsi superiore al pensiero …. essere irraggiungibile.
Una volta realizzata l’immagine, il momento creativo è compiuto. Nella sua lettura, non c’è più nulla da trasformare, occorre essere fedeli alle intenzioni dell’autore: cioè mai porsi nella condizione del dire “io l’avrei fatta in un altro modo”, perché così non siamo nello spirito della lettura ma del fotografare. Se fotografare è comunicare una poetica attraverso la creazione di una estetica visiva, leggere la fotografia è l’operazione inversa, cioè dalla visione di una estetica conoscere una poetica. La lettura soggettiva è quella che fa riferimento soltanto alle nostre conoscenze, cioè al nostro codice culturale. L’autore desidera ascoltare cosa ha suscitato la sua opera nell’animo del pubblico, ma la pura soggettività può essere insufficiente a comprendere l’opera. E’ quindi necessario orientarsi verso una lettura soggettiva informata, cioè quella lettura che prima di essere formulata cerca gli elementi di conoscenza necessari all’analisi dell’opera, studia il soggetto e il processo creativo dell’opera, si informa sull’identità artistica dell’autore. L’esercizio della lettura della fotografia è indubbiamente una delle nuove passioni, per chi cerca un rapporto non superficiale con l’immagine fotografica. Ciò che sta emergendo rispetto al passato è il porre nei fatti quella Cultura della Partecipazione che la fotografia promuove nel suo processo di comunicazione.
Mi pare che l’ambiente culturale di oggi stia cambiando rapidamente. C’era una volta un mondo dove la dialettica serviva per uniformare le diverse idee degli individui in una sola idea eletta a verità. Oggi viviamo in un mondo dove il pluralismo delle idee è ritenuto un valore. La naturale conseguenza di ciò è che il fine della dialettica non è più quello di uniformare le idee, ma di arricchire le idee di ognuno con quelle dell’altro. Non c’è più l’affanno di far prevalere un’idea sulle altre, ma il piacere di dilatare la propria attingendo dalle idee altrui. E’ un modello culturale che non si stanca mai di ampliare la conoscenza, che è intesa come processo infinito, fatto di tanti passaggi progressivi, che non vengono mai eletti a punto di arrivo, ma intesi come provvisoria conquista della conoscenza soggettiva. Questo meccanismo di crescita culturale trova nella diversità la merce pregiata per promuovere nuove elaborazioni interiori. Si comprende come sia importante promuovere l’evoluzione del proprio codice culturale, come sia stimolante sentirsi una particella attiva dell’ampia onda di pensiero che scuote il proprio ambiente umano.
Concludendo ritengo, a mio avviso, che la conoscenza alla quale ci può portare la fotografia non è raggiungibile con la discussione selettiva, volta a far prevalere una lettura sull’altra ma è nell’affiancare le diverse letture. Certamente di fronte alla varietà delle voci ognuno di noi si sentirà più vicino ad una lettura piuttosto che a un’altra, ma quel che è importante e che la diversità abbia una funzione di stimolo perché potrebbe nel tempo risolversi in scoperte sorprendenti. Quindi diamo valore e raccogliamo le diverse letture soggettive per dar una forma, nella nostra mente, alla “lettura corale” che stimolerà nuove letture; ad esempio la tua.