Comunicazioni del Dipartimento

L'Altra… – ArtePhoto 2018 – C.F. "Il Guercino", Cento (FE)

 
 

L’Altra…

 
La fotografia non è mai stata praticata diffusamente dalla Donna come avviene oggi.
“L’Altra…” propone le opere di quattro fotografe d’ampia esperienza autoriale che, con intento corale, condividono la loro fotografia contemporanea.
Cinzia Battagliola – Paola Fiorini – Giancarla Lorenzini – Antonella Monzoni
L’ambiente fotografico italiano sta dimostrando d’accogliere questo sorprendente fenomeno storico, assimilandone l’originale novità culturale e artistica.
L’intento della mostra è unicamente quello di dare visibilità a quattro diversi immaginari creativi che ci introdurranno alla scoperta de “L’Altra…”.
Curatore: Silvano Bicocchi
Direttore del Dipartimento Cultura FIAF.
 

 
 

Cinzia Battagliola

“Con occhi diversi”, Cinzia Battagliola
Le opere esposte nella mostra fotografica: “L’altra”, appartengono ad un percorso cronologico di lavoro effettuato dal 2010 fino ad oggi, la scelta ha riguardato racconti fotografici che in modo particolare hanno contraddistinto il mio percorso.
Sono fotografie istantanee scattate con una piccola macchina Polaroid pertanto opere uniche ed irripetibili a parte poche riproduzioni delle stesse su carta fotografica fine-art.
Partire dal primo lavoro di autoritratto: “Tracce…l’invisibile” del 2010 fino all’ultimo “Fiori colti” del 2018, mi ha permesso di mettere in luce il mio cammino artistico tutt’ora in evoluzione. L’approfondimento dell’autoritratto è stato per me indispensabile per poter effettuare uno sviluppo creativo in tutto il mio lavoro . Ho dovuto fare i conti con una parte interiore, nascosta e sconosciuta che solo attraverso la fotografia istantanea, in quanto immediata e senza possibilità di essere modificata se non attraverso un intervento manuale, è uscita in superficie: in questo modo l’incoscio è entrato nel quotidiano e si è materializzato attraverso la fotografia.
 

Paola Fiorini

“Do us des”, Paola Fiorini
L’autrice presenta all’edizione 2018 di ArtePhoto due lavori apparentemente lontani fra loro: “Do ut Des” e “Diana”.
Ad una più attenta lettura di questi, e altri lavori fotografici dell’autrice, appare chiaro l’elemento che li unisce: la figura femminile declinata in varie fasi della vita; ciò svela una velata urgenza di ritrovare negli altri mondi femminili piccoli frammenti di se stessa che, come i sassolini bianchi della famosa fiaba, sono lì per indicare la strada verso casa.
 

Giancarla Lorenzini

“Priscilla”, Giancarla Lorenzini.
La fotografia è per Giancarla Lorenzini il mezzo privilegiato di riflessione per oltrepassare le apparenze delle cose e delle situazioni e così penetrare la vita.  Le sue immagini nascono dalla considerazione dell’unicità e del valore di ogni creatura, dalla meraviglia di fronte a tutto ciò che ci circonda, dal comprendere che ogni istante è unico e irripetibile, dalla meditazione sul ruolo e sul valore dell’uomo. Per Giancarla Lorenzini la vita è una melodia orchestrata fatta ora di gioia, ora di pianto, di luce, di ombre, di passione, di scoperta, di drammi, e anche la morte le appartiene; la vita è un canto d’amore, energia che spinge a superare ogni arresto per proiettare l’uomo nella sua dimensione di infinito. E la fotografia ne è la testimonianza.
Qui l’autrice rivolge la sua attenzione alla condizione esistenziale, partendo da un’esperienza personale per poi allargare il suo sguardo a tutta l’umanità: al crescere e trovare una propria identità, al confronto con i modelli proposti dalla società, all’incapacità a volte di formarsi una coscienza critica, al rapporto tra uomo e donna, ai drammi sociali visti in chiave di metafora.
 

Antonella Monzoni

“Ferita armena”, Antonella Monzoni
Sostengo da sempre che scattare una fotografia è un atto di fiducia, che aiuta a vivere e a scoprire se stessi attraverso gli altri. Questa mostra è un’importante opportunità per “mostrare” alcuni incontri del mio vissuto, legami nati grazie alla fotografia e capaci di creare unioni indissolubili. Nell’alterità posso riconoscere me stessa, i miei valori, i miei desideri.
In “Chiedo a loro chi sono io” espongo dieci brevi storie “al femminile”, ma tantissimi sono gli incontri che mi hanno arricchito, che mi hanno donato qualcosa di forte significato.
Nel reportage “Ferita Armena” intendo sottolineare la grande anima femminile con cui l’Armenia mi si è rivelata, una scoperta per me. Ho sentito il suo tormento, i territori che attraversavo si presentavano aspri, ostinati, rocciosi, un “regno di pietre urlanti”, dove ho conosciuto tante donne che hanno condiviso con me la ferita più grande del loro popolo, Il Grande Male, il genocidio compiuto dal governo ottomano dei Giovani Turchi nel 1915, primo genocidio del XX secolo che non è ancora stato riconosciuto dalle autorità turche.
In “Donne di Scanno oggi” mi sono lasciata affascinare dalle donne contemporanee che vivono nel borgo italiano che rappresenta la storia della fotografia. Le donne di Scanno 2.0 sono vivaci, simpatiche, solide, vivono il quotidiano con tutte le sue difficoltà, si muovono velocemente verso il futuro senza mai dimenticare le tradizioni e gli insegnamenti di madri, nonne, bisnonne. Da loro hanno ereditato determinazione e forza, gestiscono lavoro e famiglia e non mancano mai agli eventi che rievocano la memoria del loro bel borgo, che ha attirato negli anni tanti grandi fotografi come nessun altro villaggio: Henri Cartier-Bresson, Mario Giacomelli, Gianni Berengo Gardin, Renzo Tortelli, Fulvio Roiter, Pepi Merisio, Mario De Biasi, Ferdinando Scianna… Maestri che ci hanno regalato fotografie eterne, creando vere e proprie immagini-icone che mostrano la magia degli stretti vicoli attraversati da donne vestite con il tradizionale abito nero.
 

Inaugurazione e attività culturale

Sabato 19/05/2018 ore 17:30 – Castello della Rocca di Cento (FE), con Presentazione del progetto espositivo a cura di Silvano Bicocchi e incontro con le autrici.

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3 commenti

  1. Un incontro denso di contenuti e molto profondo. Quattro artiste Cinzia, Paola, Giancarla e Antonella che con le loro immagini, le loro storie e il loro sguardo attento ci mostrano quattro strade fotografiche diverse ma intrise di forza, delicatezza, profondità e sensibilità che forse proprio solo l’occhio femminile è in grado di cogliere.
    Un appuntamento da non perdere (per chi può).
    Io sicuramente domenica farò un salto alle mostre per immergermi in questi sguardi.
    Complimenti al Fotoclub il Guerrino per questa magnifica attività di condivisione.
    Veleria

  2. Il senso di un titolo indefinito come “L’Altra…” sta nelle varie declinazioni che si può intendere.
    Nella presentazione del pomeriggio di sabato 19/05 illustrerò le mie che sinteticamente sono le seguenti:
    – L’Altra Storia dell’espressione artistica, quella della donna che è stata occultata per secoli.
    – L’Altra da Sé, perché ogni donna è unica e diversa. Il linguaggio fotografico è un potente media espressivo per rivelare la propria alterità.
    – L’Altra da me, gli immaginari creativi di quattro fotografe del nostro ambiente culturale.
    – L’Altra Umanità che nasce dalla presa di coscienza di questi valori che reimpostato il rapporto di genere.
    Sarà un piacere approfondire insieme questo e altro.

    1. Non vedo l’ora di poter ammirare questa mostra ed ascoltare la presentazione di Silvano Bicocchi.
      Grazie a queste quattro artiste stupende perchè ancora una volta, attraverso le loro fotografiche, ci faranno riflettere ed emozionare.
      A pesto.
      Doretta Gerevini

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