Thank God for my life – di Carlo Barberio
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Thank God for my life è la storia di semplici ragazze africane che hanno l’ambizione di trasferirsi e sistemarsi in Europa, lontano da conflitti e carestie. Le tre ragazze presenti in questo reportage sono Zara, Fortuna e Joy, originarie di Benin City, il principale snodo di traffico umano dell’Africa.
Sono giunte in Italia con la speranza di una vita migliore, anche se questo significa lavorare come prostitute giorno e notte, con il freddo atroce, la pioggia o la febbre. L’unica cosa che conta è restare più tempo possibile in strada per cercare di estinguere il grosso debito contratto per arrivare qui.
La sola via per raggiungere l’Europa, infatti, per una ragazza nigeriana, è affidarsi completamente agli sfruttatori di esseri umani, i quali gestiscono un business di proporzioni immense trasportando e schiavizzando donne, spesso anche minorenni. E’ una vera e propria prassi d’immigrazione, un po’ come chiedere la carta verde per lavorare negli USA.
Il percorso che dall’Africa subsahariana porta in Europa è decisamente insanguinato, diventando una vera e propria tratta di esseri umani. Zara, Joy e Fortuna, nonostante la loro esistenza fosse piegata alla logica della mercificazione del corpo lungo i marciapiedi e alla mercificazione dell’anima all’interno delle chiese pentecostali, sempre più presenti e invadenti nelle vite delle prostitute nigeriane, hanno avuto fede nella vita, nella propria vita e nei propri sogni.
Con grande forza fisica e spirituale sono riuscite a superare l’inferno della strada, trovando alternative e vie di fuga che normalmente sono loro nascoste.
Carlo Barberio
Thank God for my life
di Carlo Barberio
Tre brevi storie di tre ragazze, sei foto per ciascuna, diciotto per l’intero portfolio. Tre numero perfetto con i suoi multipli, che si poteva moltiplicare all’infinito per le tantissime situazioni simili. La forma quadrata per mostrare solo l’essenziale, la saggia narrazione cronologica e visiva, il colore sporco, l’impaginazione autoriale. Complimenti
Al di là della costruzione narrativa, seppur importante, mi colpisce guardare una storia che “sembrerebbe” di vita normale.
Un lavoro schietto e sintetico che induce alla positività, voglio sperare che lo sia anche per le ragazze protagoniste.
“Thank God for my life”, di Carlo Barberio, è un’opera animata da un’idea narrativa tematica per il racconto soggettivo di vicende reali.
Il tema è tra i più complessi da raccontare, per la difficoltà di entrare a contatto con queste persone, ma è un tema che rappresenta una piaga nella nostra società, che ancora ha vivo il mito della sessualità compulsiva a pagamento. A soddisfare questi desideri maschili in questo caso sono ragazze africane, quelle che si vedono ad ogni ora del giorno e della notte vicino alle strade d’alta circolazione.
L’opera è composta da tre microstorie di liberazione da questa schiavitù, da parte di altrettante giovani donne nigeriane. Il racconto fotografico cerca di rappresentare la condizione di prostituta e poi il suo riscatto nel ritrovare un nuovo percorso in cui scegliere liberamente la propria vita.
La prima immagine, fortemente simbolica, del corpo con i soldi infilati nel reggiseno, rappresenta la brutalità del corpo mercificato. L’ultima immagine, di ogni storia, rappresenta la nuova condizione di persona liberata. La sequenza non si avvale di una gabbia concettuale perché risente dell’emozione vissuta da parte del fotografo, che anche al tavolo di lettura, al MANN di Napoli, tendeva a dare risalto a questi percorsi sofferti di liberazione, narrando le atmosfere sofferte che sono comuni a tante storie.
La scelta del profilo colore e le riprese con soglia i volti o i corpi comunicano ai sensi, come d’altra parte è connaturale a questo ambiente di violenza.
Complimenti a Carlo Barberio per aver condiviso con la fotografia un’esperienza di conoscenza non superficiale di questi angoli occulti della nostra realtà e averci informato che le storie di queste persone possono essere di liberazione e di riconquista della dignità. Grazie!
Un lavoro fotografico di alto spessore e di grandissima umanità…tocca tutti i sensi fino ad arrivare al cuore e all’anima di chi guarda. Foto meravigliose da ogni punto di vista…una tematica, complessa e delicata, raccontata in modo del tutto nuovo, dall’interno…il fotografo, entrato in punta di piedi nella loro quotidianità, analizza tutti gli aspetti della vita di queste ragazze…Grazie per questo lavoro.