Tavoli di portfolio

L’OMBRA DEL POETA – di Andrea Biondo

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All’interno del Vittoriale degli Italiani bisogna perdersi, bisogna farlo tra tutte le forme d’arte e di storia che il Vate ha lasciato a testimonianza e memoria di questo grande progetto.
E in questo luogo ritroviamo, se guardiamo oltre le fronde degli alberi, l’ombra del poeta.
Come la luce che ha accompagnato il suo essere soldato, amante, artista, lascia sul terreno un’immagine, così si scorge ancora oggi tra le pietre del suo parco la sua misteriosa ed inquietante figura.
 
Andrea Biondo
 

L’OMBRA DEL POETA

 di Andrea Biondo

 

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12 commenti

  1. Progetto che va oltre la fotografia… Tecniche idea storia passione architettura paesaggio
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    il commento non può esser anonimo, prego inviare il nome nel commento reply.

  2. Complimenti. Bel lavoro, sia come idea che come esecuzione. La seconda e l’ultima foto sono molto diverse dalle altre e mi chiedo se la seconda non dovesse essere la prima. (?) Complimenti anche per aver contenuto il numero delle foto!
    Mi forzo e non mi addentro sull’opportunità di celebrare certi personaggi anche perché ammetto l’ignoranza di non saper decifrare alcuni segni contenuti nelle immagini e non capire se si vuole sottolineare solo il poeta, me ne scuso, (ma quante persone li sapranno lèggere tutti?) ma il mio apprezzamento per l’operare del fotografo mi ha fatto decidere a scrivere.

    1. Buongiorno Carlo,
      devo ammettere che nella lettura del portfolio l’interpretazione dei simboli che vi sono rappresentati non è sempre facile e chiara. Per chi non conosce appieno le vicende storiche dell’epoca e soprattutto la struttura architettonica e simbolica del monumento Il Vittoriale, quale riflesso che il poeta ha voluto lasciare della sua vita (a volte a mio parere con molta retorica la stessa che caratterizza anche l’autore), diviene difficile decodificare la combinazione di immagini sovrapposte che compongono il portfolio. Il proposito del mio lavoro, al di là della figura molto controversa e inquietante di G. D’Annunzio, voleva appunto mettere in evidenza non tanto la persona ma alcune delle sue vicende come poeta, soldato e amante in relazione con l’oggetto-monumento. In quanto Gardonese di nascita mi reputo un modesto conoscitore del Vittoriale, e di alcune vicende che non si raccontano sui libri ma vengono narrate dagli anziani che hanno vissuto in prima persona quel periodo. Il lavoro fotografico quindi per quel poco, ha voluto raccontare alcune delle contraddizioni della figura di G. D’Annunzio, attraverso il suo monumento che io reputo, come uomo ed architetto molto affascinante. E qui il discorso si potrebbe potrarre..

  3. Sovraimpressioni allegoriche in un intenso bianconero che rappresentano in modo efficace la prigione d’oro dell’ultimo dei decadenti.

  4. “L’ombra del poeta”, di Andrea Biondo, è un’opera animata da un’idea creativa per aver trasformato in pensiero iconico l’immagine fotografica della realtà.
    L’autore vive nei pressi di Gardone Riviera sul Lago di Garda dove si trova il Mausoleo di Gabriele Dannunzio, premetto questo perché il rapporto tra fotografo e soggetto ha delle connotazioni particolari, considerando che questo spazio monumentale è parte del propria terra.
    Su Agorà Di Cult trovate altre opere di Andrea Biondo, se le guarderete potrete seguire il suo percorso artistico tracciato in una decina d’anni.
    Questa è la prima dove la post produzione è prevalente nel comporre il messaggio.
    La fotografia digitale ha nella sua tecnologia la predisposizione alla trasformazione, direi la necessità di essere sviluppato secondo le sue procedure, alla stregua di un rullino esposto di fotografia analogica che se non trattato non mostra nulla.
    La post produzione è una fase fondamentale del processo creativo della fotografia digitale, per questa ragione è necessario che il fotografo sia in grado di gestirla per completare il dominio della propria opera. Ci si può limitare a sviluppare per bene i file fotografici oppure se l’immaginario creativo del fotografo lo richiede ci sono mezzi potenti per liberare la fantasia sul tema affrontato.
    Il mondo di Dannunzio è denso di atmosfere, cose, simboli e segni del suo vissuto.
    L’autore ci propone due visioni dell’ambiente per comunicarci l’aura nel quale la sua creatività si è espressa, mentre le altre sette immagini sono iconiche ottenute con sovrapposizione di più scatti.
    La sovrapposizione è un’operazione difficile perché non bisogna perdere l’equilibrio dell’evidenza dell’immagine prevalente, dalla quale la lettura inizia e detta i pesi simbolici che determinano il significato dell’immagine.
    Proprio a causa di questa stratificazione di elementi in ogni singola immagine prende forma una narrazione iconica.
    In ogni immagine l’autore ha composto un aspetto saliente del “Poeta guerriero” ed è in questa scelta di coerenza di senso che trova pregio il suo portfolio.
    Complimenti ad Andrea Biondo per il percorso che sta compiendo e condividendo su Agorà Di Cult.

  5. Conosco sia il luogo che l’autore e trovo che questo sia un interessante progetto. La figura del poeta è molto controversa e chi è mai stato a visitare il Vittoriale sa che la sua impronta è su ogni cosa. Le doppie esposizioni accentuano la sua ambiguità, poeta eccelso e uomo molto discutibile. Il bianco e nero utilizzato da Andrea è perfetto per rendere l’idea del passato che ancora aleggia come un fantasma nei giardini curati perfettamente e nel laghetto. Complimenti ad Andrea per la realizzazione.
    Cinzia

  6. A parte i contenuti, trovo che le composizioni e il chiaroscuro siano emozionanti. Poetiche come il soggetto, linee precise emerse da profondità lacustri. Complimenti.

  7. Complimenti Andrea, ottimo lavoro.
    La scelta stilistica, il bianco e nero, il formato ci fanno scoprire un nuovo modo di osservare un luogo magico, nel quale perdersi più e più volte.

  8. Ho avuto già il piacere di vedere queste fotografie e di apprezzare la loro forza evocativa e documentaria di luoghi e cultura che hanno generato momenti bui della storia e numerose controversie non ancora risolte. Gli elementi iconici di queste fotografie, introducono anche un aspetto funereo e sepolcrale, che è l’altra faccia della medaglia di una cultura che ha messo al proprio centro l’atto eroico e l’eroismo come principio salvifico. Complimenti, trovo che siano quello a cui aspirano fotografia e arti che producono immagini: generatrici di significati.

    1. La retorica dell’eroismo come principio fondante della guerra e della vita stessa è una caratteristica intrinseca degli elementi del complesso del Vittoriale. Con nulla da togliere alla struttura architettonica ed urbanistica, che rimane a mio parere una grande e complessa opera d’arte, si può affermare che Il Vittoriale sia un luogo che ci parla della morte, non solo per la scelta del poeta di erigere la sua tomba, ma anche per l’ostinata visione della guerra in nome di una patria celebrata con il sangue di un popolo inerme.

  9. Condivido pienamente la scelta del bianco e nero per raccontare un luogo, un periodo storico, un contesto culturale ed un personaggio molto complessi ed ormai così distanti. E dove non arriva l’architettura di Maroni, le suggestioni trovano amplificazione e teatralità nelle sovrapposizioni delle immagini. Complimenti Andrea, bellissimo lavoro!

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