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MEMORIE_Elaborazione del Concept_13 – di Maurizio Tieghi, LAB Di Cult 229 FIAF

Laboratori Di Cult FIAF MEMORIE


EDIFICI ADIBITI A MANICOMI IN ITALIA
OSPEDALE PSICHIATRICO DI GRANZETTE (RO)

Gli edifici in disuso che un tempo ospitavano manicomi sono luoghi affascinanti e carichi di storia, che testimoniano un passato spesso drammatico e controverso legato alla gestione della salute mentale. Questi spazi, ora abbandonati o riutilizzati, raccontano storie di sofferenza, ma anche di speranza e trasformazione.

Origini e Architettura

I manicomi iniziarono a diffondersi in Europa e negli Stati Uniti a partire dal XIX secolo, spesso costruiti in aree isolate, lontane dai centri abitati. Gli edifici seguivano progetti ambiziosi, pensati per ospitare grandi numeri di pazienti e riflettere un’idea di ordine e controllo. Molti di questi complessi architettonici erano imponenti, con corridoi infiniti, finestre con grate e ampi spazi comuni. La loro architettura era funzionale, ma spesso anche monumentale, come a voler affermare un senso di autorità e controllo sociale.


Vita nei Manicomi

La vita nei manicomi era dura. I pazienti, spesso internati contro la propria volontà, venivano sottoposti a trattamenti che, col senno di poi, appaiono crudeli: elettroshock, lobotomie e sedazione massiccia erano pratiche comuni. Gli spazi, inizialmente concepiti per il recupero, si trasformavano spesso in luoghi di reclusione e isolamento, con condizioni di vita difficili.


Declino e Abbandono

Con la progressiva trasformazione delle politiche sulla salute mentale e l’introduzione di terapie più moderne, molti manicomi furono chiusi a partire dagli anni ’70 e ’80. In Italia, la Legge Basaglia del 1978 segnò una svolta epocale, decretando la chiusura dei manicomi e promuovendo un approccio più umano e inclusivo alla cura dei disturbi mentali. Questo portò all’abbandono di molti edifici, lasciandoli vuoti e dimenticati.


Il Fascino dell’Abbandono

Oggi, questi edifici abbandonati evocano un senso di mistero e malinconia. I muri scrostati, i letti arrugginiti, le vecchie attrezzature mediche e i fascicoli polverosi raccontano storie di un passato complesso. Sono diventati mete di esploratori urbani, fotografi e documentaristi, attratti dalla loro estetica decadente e dalla potenza emotiva che emanano.

Riutilizzo e Rinascita

Alcuni di questi edifici sono stati recuperati e trasformati in spazi culturali, musei o centri comunitari. Ad esempio:
San Servolo, Venezia: Un ex manicomio trasformato in museo e centro di studi sulla salute mentale.
Manicomio di Colorno, Parma: Ora sede dell’Accademia Nazionale di Cucina Italiana.
Ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini, Milano: Diventato un centro culturale e artistico.

La Memoria e il Futuro

Gli ex manicomi rappresentano un monito sulla necessità di trattare le persone con disturbi mentali con dignità e rispetto. Attraverso il recupero di questi spazi, possiamo mantenere viva la memoria storica e, allo stesso tempo, dare loro una nuova vita, trasformandoli in luoghi di creatività, riflessione e incontro.

Maurizio Tieghi
Tutor Fotografico FIAF

 

 

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