Laboratori Di Cult

MEMORIE_ Anteprima_04 – Memorie di una guerra fredda, di Luigi Cipriano – LAB Di Cult 234 FIAF

Laboratori Di Cult - MEMORIE

Memorie di una Guerra Fredda

 

Il tempo stratifica la memoria, lasciando tracce indelebili nelle architetture del passato e nelle pagine ingiallite della storia. Questo portfolio esplora il tema delle memorie attraverso il prisma della Guerra Fredda, un conflitto mai combattuto sul campo di battaglia, ma inciso nella psiche collettiva e nelle infrastrutture del potere.

Le immagini si aprono con i bunker della Seconda Guerra Mondiale, simboli di un passato di conflitti che sembrava chiuso, ma che in realtà ha gettato le basi per un nuovo tipo di tensione globale. Accanto a queste strutture di cemento e ferro, appaiono pagine di giornali d’epoca e testi tratti da libri che raccontano la scelta dell’installazione dei missili Cruise e Pershing 2 come funzione di deterrente per l’attacco all’occidente dalla Russia. Sono parole e immagini che testimoniano la corsa agli armamenti e la paura del confronto nucleare.

In questa atmosfera di crescente tensione, compare la fotografia del telefono rosso, il famoso collegamento diretto tra Washington e Mosca, istituito per prevenire malintesi catastrofici tra le due superpotenze. Un simbolo di comunicazione, ma anche di paura costante, dove una chiamata poteva significare l’inizio o la fine del mondo.

La narrazione visiva si addentra poi nelle vecchie infrastrutture delle War Room, luoghi di strategia e deterrenza, oggi svuotati della loro funzione ma ancora carichi di un’atmosfera di inquietante attualità. Qui emerge l’immagine del pannello di lancio dei missili nucleari, un dispositivo che rappresenta l’apice della guerra psicologica della deterrenza: un solo comando, un solo gesto, e il destino del mondo sarebbe stato deciso.

L’ambiente domestico una casa dell’ex Unione sovietica dove sullo schermo di una vecchia TV vediamo scritto il monito di un Film degli anni 80 War Games “Un gioco strano. L’unica mossa vincente è non giocare”

Proseguendo nel percorso, si entra nella parte più malinconica del portfolio: il declino fisico e simbolico di quell’epoca. Un bunker NATO abbandonato appare come un relitto del passato, un luogo che un tempo custodiva segreti strategici e che oggi giace in rovina. Poco dopo il piazzale di una base NATO smantellata testimonia la fine di un’era e il dissolversi delle tensioni che avevano segnato il Novecento.

Ma è davvero finita? L’ultima immagine lascia una domanda inquietante. Su uno schermo di computer compare un articolo di un giornale online che ipotizza l’inizio di una nuova Guerra Fredda, in un mondo che sembra aver dimenticato le lezioni del passato. La memoria si trasforma così in presagio, e il passato ritorna, ancora una volta, sotto nuove forme.

Luigi Cipriano

 

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button