MARINO SONNATI – Talent Scout

TALENT SCOUT

Agorà Di Cult sarà il percorso di visibilità dei 17Autori della Sezione Senior e 5 Autori della Sezione Giovani “Segnalati” dalla Commissione selezionatrice del Progetto FIAF “Talent Scout” che riunita il 12/04/2015 ha esaminato le opere pervenute da 87 autori (di cui 18 appartenenti alla sezione GIOVANI e 69 appartenenti alla sezione SENIOR).
Le finalità di questo Progetto sono quelle di dare ai Presidenti di Circolo Affiliato FIAF l’occasione di far conoscere il lavoro di quei soci che, pur distinguendosi per capacità e passione, non hanno mai provato a confrontarsi con la platea nazionale della fotografia italiana. Ogni Presidente ha avuto la possibilità di proporre un socio della categoria GIOVANI (di età inferiore a 30 anni) e un socio della categoria SENIOR (di età superiore a 30 anni).
 

MARINO SONNATI Socio (Senior) del FOTO CLUB A. NEYRONE – TROFARELLO BFI di Trofarello(TO)

Autore segnalato al progetto Talent Scout della FIAF.

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Marino Sonnati fotografa da anni. Già nei suoi primi lavori si poteva individuare il carattere peculiare delle sue creazioni: una sorprendente capacità di “vedere”, anche nei soggetti più comuni, aspetti del tutto inconsueti.

Questo innato talento si associa ad una costante perfezione formale nell’offerta di “racconti”, il cui senso e significato sono spesso raggiungibili solo attraverso un percorso surreale.

Pur dotato di carattere aperto e generoso, forse per una sorta di pudore, Sonnati si è limitato a far conoscere le sue fotografie ad un ristretto numero di amici.

Credo che Sonnati sia fotografo di importante caratura, sia concettuale che stilistica e mi è sempre dispiaciuto che tanti fotoamatori non avessero mai avuto la possibilità di conoscerlo.

Questa è una opportunità di riparare a tale mancanza.

Pieremilio Ladetto
Presidente Foto Club Trofarello

Le Opere

Bassa marea

(10 fotografie B/N)

Acqua e sabbia, qualche alga, una conchiglia. Poco, molto poco. Eppure quel “poco” diventa tanto nell’intuizione del fotografo, che vi scorge e ci propone seducenti visioni: una maschera di Pulcinella; mostri delle profondità marine; spettrali figure di saghe nordiche; alberi sotto cieli corrucciati oppure alti e solitari a raccogliere il sussurro del vento; volti nascosti in una oscura teoria di incappucciati; linee e forme che condividono bellezza e sorpresa.

La capacità visiva è così coinvolgente che il processo creativo quasi si nasconde dietro all’immagine: sembra che una volontà autonoma abbia creato quelle effimere composizioni solo per regalarle al nostro sguardo.

Monumentali ironie

(8 fotografie a colori)

La statua, il monumento, il palazzo rappresentano il paradigma stesso dell’immobilità. Eppure è sufficiente un frullo d’ali, un taglio obliquo, il passaggio discreto di una pallida nuvola e anche l’ovvio viene smentito.

Con l’accostamento di differenti elementi l’atarassia della statua, l’imperturbabilità seriosa del monumento vengono superate dall’immaginazione, dalla intelligenza, sottile e un po’ irriverente, del fotografo.

Scopriamo che anche quello che è apparentemente indifferente al flusso delle umane cose, come per sortilegio, vive momenti a noi ignoti, ingaggia battaglie all’arma bianca, si trasforma da ruggente leone a tenero clown, sospinge pericolanti palazzi.

Marino Sonnati ama la sua città, Torino, con tenera assiduità e pare che per questo amore Torino sia disposta, talora, ad abbandonare la sua proverbiale riservatezza.

Sono convinto che l’ironia sia una componente importante dell’intelligenza: Sonnati crea garbate immagini, fragili ed indispensabili come un sorriso.

Geometrie sospese

(8 fotografie B/N)

La proposta di Marino Sonnati apparentemente vive di una prevalenza formale.
Pali e fili dialogano in un equilibrio di rara coerenza stilistica: il soggetto, strutturalmente povero, viene giocato con sensibile abilità senza giungere ad un prevedibile estetismo monocorde.
La città, appena evocata, di fatto è presenza immanente e solo un abile ritaglio della creatività ci permette di non venirne sommersi.

Il fascino dell’opera di Sonnati è in quel cielo: è difficile ricordarsi che le città hanno un cielo, anche se impigliato tra i fili, anche se privato di nuvole e colore, l’autore ci ricorda che al di sopra di tutto c’è la sua cava vastità.

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