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REWIND – di Cristina Guerrieri

 
 
come un nastro si riavvolge la tua vita
ed io ti osservo ormai così diversa
eppure ancora infinitamente te.
 .
 
La velocità con cui le infinite capacità di mia madre (infinite è come le ho sempre viste io) si sono dissolte, mi ha fatto ricordare la velocità del rewind dei vecchi mangiacassette: in un attimo potevi riascoltare la canzone preferita. Con la stessa velocità e l’aiuto di qualche foto, il pensiero è volato alla sua vita: il ricamo, i fiori, la bicicletta, la spensieratezza in una gonna a ruota.
Il mio sguardo si è fuso con il suo, ancora intenso e pieno di stupore, ed è migrato dall’oggi all’ieri, con leggerezza e candore, come se tutto ciò che è, e mai potrà tornare, in fondo fosse ancora qui. Così se da una parte i ricordi si consumano, dall’altra tornano a vivere e a far sorridere: caregiver, madre, amica, figlia, non importa il ruolo che di volta in volta devo assumere. Questa, a tutti gli effetti, è una bellissima storia d’amore e come tale la viviamo mia madre ed io.
Cristina Guerrieri
 

REWIND

 di Cristina Guerrieri

 
 

 
Opera premiata, sul tema “Capolinea”, al Concorso a Lettura di Portfolio di Carpi Foto Fest 2017.

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Un commento

  1. “REWIND”, di Cristina Guerrieri è un’opera narrativa tematica per la rappresentazione soggettiva del rapporto con la madre anziana.
    Il portfolio tenta la difficile impresa di rendere universale la lettura di significati vissuti nella sfera personale.
    Di certo la fotografia privata, come questa, non potrà mai comunicare interamente i significati che si giustificano solo con la memoria di una vita condivisa insieme al soggetto, oltre al legame naturale che genera un immenso mondo di sentimenti privati.
    A noi lettori, chiamati dall’autrice a condividere la propria esperienza esistenziale, resta comunque tanto per almeno comprendere le finalità del suo intento espressivo: il linguaggio simbolico del corpo, la trama concettuale, il tono della voce narrante con la scelta del bianco nero equilibrato nella plasticità tonale.
    La sequenza delle immagini scrive il moto interiore dell’autrice che dall’osservazione del limite fisico della madre anziana, trova nelle foto della giovinezza la spinta morale necessaria a maturare uno sguardo maturo di figlia che sa riconoscere tutta la persona amata, anche nell’invecchiamento.
    Complimenti a Cristina Guerrieri perché, con solo dieci foto, ha tracciato il percorso verso il sentimento della tenerezza per il proprio genitore infragilito dall’età e la malattia che è un Capolinea universale e, se ben elaborato, rappresenta una conquista decisiva per la crescita interiore di ogni persona.

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