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OUSMANE : Migrante MolisAfricano a km “0”- di Andrea Fornaro

 
 
Creare lavoro, difendere la natura, operare un’economia solidale e di valore, unire le generazioni e le culture: questo il sogno che si nasconde dietro la cooperativa sociale HaYet, nata recentemente nel cuore di Bojano in Molise e che può a buona ragione essere definitiva come cooperativa della “biosostenibilità”.
Fabrizio Russo, Salvatore dell’Oglio, Chiara, Luca, Luciano, Ousmane, Amadou sono i promotori di questa fattoria  “afro-molisana”. Una cooperativa sociale innovativa anche nel lancio di un crowdfunding finalizzato a finanziare, su “Produzioni dal Basso”, l’acquisto di attrezzature e la realizzazione di una serra e fattoria didattica.
OUSMANE, 30 anni, emigrante dal Senegal in cerca di protezione internazionale e desideroso di una stabile dimora a Bojano ci guida alla scoperta di questa nuova realtà di cui è uno dei collaboratori.
Il messaggio che tra una zucchina, un peperone o un pomodoro maturati con lentezza e senza pesticidi e diserbanti si possa parlare alla gente di un mondo che cambia e di quanto le differenze culturali possano aprire strade ed orizzonti nuovi speranzosi per tutti in una atmosfera di serenità e di pace.
Andrea Fornaro
 
 

OUSMANE : MIGRANTE MOLISAFRICANO A KM “0”

di Andrea Fornaro

 
 

 
BREVI NOTE BIOGRAFICHE
 
Andrea Fornaro.
 
Sono nato a Pescara 63 anni fa, città in cui vivo e ho lavorato sino al primo maggio di quest’anno, data in cui sono andato in pensione.
Proprio questa nuova condizione di vita sta facendomi sempre più riappropriare della preziosa risorsa del tempo libero nel quale posso finalmente pienamente dedicarmi alla mia passione per la fotografia.
Ho scattato per diletto fotografie sin da ragazzo, prevalentemente in ambito familiare, gelosamente raccolte in album che di tanto in tanto sfoglio sempre con piacere. Attimi ed istanti di vita che mi riportano alla mente tanti ricordi: potenza della fotografia, capace di catture in un istante lo scorrere del tempo.
Da autodidatta, solo alcuni anni fa mi sono iscritto al locale fotoclub Aternum Fotoamatori Abruzzesi, affiliato Fiaf , ambito in cui ho frequentato diversi corsi base ed avanzati.
Attività associata alla partecipazione a workshop esterni con professionisti della fotografia del reportage e letture di portfolio, che mi hanno consentito di crescere e man mano aggiungere nuovi mattoncini di conoscenze fotografiche, ma … mi accorgo di non finire mai di imparare !
Ed è proprio questa voglia la molla che mi spinge ad approfondire sempre più questa mia passione: la lettura e la visione dei libri dei grandi della fotografia, il cinema in genere ritengo siano tra le strade da seguire per accrescere il proprio bagaglio culturale in ambito fotografico che sempre più va ormai assumendo la definizione di arte visiva a tutto tondo.
Trasferire negli scatti le proprie emozioni, la propria personalità, il proprio sentire è per me la naturale conseguenza di tutto ciò.
Mi piace comporre le immagini nel mirino della fotocamera, non utilizzando quindi il display, seguendo in parte l’istinto del momento e sempre piu’ recentemente cercare di sviluppare un racconto fotografico per immagini, partendo da temi che più mi attraggono.
Non solo tematiche sociali, ma anche indagini ricognitive di luoghi della mia città rilevando come le architetture moderne l’anno rimodellata trasformandola nel tempo e magari luoghi o opifici industriali una volta popolati di gente siano oggi nello stato di declino ed abbandono. In questa ricerca visiva prediligo scene con la ricerca di prospettive con forti contrasti di luce in cui non sempre è visibile la presenza umana.
 

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9 commenti

  1. Un contatto quasi fortuito, due personalità, due esprienze di vita entrano in relazione, si origina un incontro.
    La sensibilità di un uomo, la necessità di condividere la vicenda vissuta, la scelta del mezzo adatto, la coerenza della narrazione.
    Ecco nascere un racconto fotografico che, sussurando, permette all’autore di approfondire la consapevolezza e agli osservatori di apprezzarla appieno.
    Una storia piccola ma importante, come lo sono tutte le storie che parlano di noi.

  2. Complimenti Andrea per la proposizione di questo tema molto attuale e per averlo documentato con la giusta sinteticita’ e sequenza fotografica.

  3. Andrea mi ha fatto grande piacere ricevere notizie dell’iniziativa di Bojano perche’ mi conferma nuovamente la tua sensibilita’ verso i temi della solidarieta’ e dell’ecosostenibilita’ ambientale. Bellissima rappresentazione fotografica!
    Felice Russo

  4. Riguardo queste foto. E ho il cuore in gola. A pezzi. L’ingiustizia perpetrata dagli amministratori della giustizia nei confronti di questo ragazzo è ingiustificabile.

  5. L’immigrazione si segnala come uno dei problemi più rilevanti dei nostri tempi, sia per le sue cause sia per le conseguenze che essa provoca nei paesi di arrivo. E’ innegabile, credo, che la presenza di migliaia di immigrati irregolari sia un problema non indifferente di fronte al quale non mi sembrano risolutive politiche di chiusura indiscriminata e totale, ma nemmeno di pura e semplice accettazione. Servono infatti esperienze di inserimento e integrazione reali e concrete, non bastano certo i centri di accoglienza che rispondono solo a una prima istanza che il flusso migratorio ci presenta: quello di schedare i nuovi arrivati e dar loro un momentaneo riparo in attesa di futuri sviluppi della situazione. E’ qui che si dovrebbe intervenire a livello istituzionale per creare le reali possibilità di inserimento prima di tutto lavorativo e quindi sociale. Ben vengano quindi le esperienze come quella illustrata da Andrea che danno una risposta costruttiva a un problema rilevante, coinvolgendo istituzioni locali, cooperative e altri soggetti che hanno a cuore il problema e la sua soluzione. Andrea con le sue foto porta questa esperienza alla nostra attenzione, dandole, con garbo, il giusto risalto. Ousmane ci introduce alla fattoria, ci fa da guida in un percorso che non è solo materiale, ma anche culturale. A mio personalissimo parere, vederlo impegnato nel suo lavoro contadino, avrebbe dato ancora più forza al lavoro. Grazie ad Andrea per la sua sensibilità.

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