L'Oltre – di Daniela Calanca

L’OLTRE – di Daniela Calanca

L’autrice ci presenta un lavoro/percorso che ha compiuto nelle profondità di se stessa attraversando i silenzi che collegano vita e morte.
In ogni foto la luce ha una valenza estremamente importante per colei che fuggiva di fronte a queste ombre eterne. La luce é la comunicazione diretta, la via di fuga che la riporta alla vita che non la trattiene in luoghi ombrosi ai quali, comunque, rende omaggio, tanto da porre come prima la foto d’ingresso che aveva scattato come ultima.

La sequenza inizia con un divieto oltre il quale l’autrice ci accompagna conducendoci per mano per immergerci nel suo viaggio intimista. Nonostante la differenza iniziale possiamo ben notare che l’approccio è permeato di sentimento mistico con quell’aura di rispetto che l’ambiente incute.
Le stesse vedute dell’autrice sono dal basso, in segno di rispetto e di umiltà nel confronto del divino. Già le profondità dei toni scuri acuiscono quel senso di misticismo in questi pungenti bagliori di controluce.
Ma la potenza del messaggio diviene un forte richiamo che la fa avanzare in questo “percorso” e noi con lei passiamo oltre, oltre la rete che sembra dividere non solo apparentemente un luogo da un altro ma anche mentalmente nell’affrontare un contatto ravvicinato con i nostri simboli della morte.
Già l’angelo é un’icona religiosa che si pone come tramite, che traduce il contatto da terreno a supremo. Le raffigurazioni di cancelli, un “oltre” dalla vita alla morte, un dopo diverso. La decorazione di questi cancelli ci predispone al viaggio obbligato, la memoria ci impone di non dimenticare chi ci ha preceduto conservandone le immagini.
Immagini accatastate e accostate, quasi a dialogare fra loro rivolgendosi a noi, a lei che prima di tutto le ha osservate e catturate in questa trasposizione. Le croci dimenticate quasi a suggerire che ci sarà di nuovo tempo anche per loro, come per noi.
Il percorso termina con una visione metaforica che rimanda al messaggio evangelico: tre croci illuminate che ci suggeriscono il mistero del Calvario, viste immerse in una natura rigogliosa che é quanto di più terreno ci sia. Questa comunione tra il mistero del divino e la vita terrena ci indica che la convivenza esiste e la pace é raggiunta.
Patrizia Digito
 

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