THE QUILLAN LEAF – IL MISTERO DI UNA FOGLIA FAMOSA, di Claudia Ioan
La Storia della Fotografia è duttile, mai statica, ed è costellata di gialli e misteri che la riscrivono continuamente.
William Henry Fox Talbot (1800-1877), matematico, inventore e fotografo britannico, è celebre per aver creato il negativo e aver pubblicato nel 1844 il primo libro fotografico pensato per essere commercializzato, The Pencil of Nature. I suoi primi esperimenti con la luce risalgono al 1834: dopo innumerevoli prove con nitrato, cloruro e ioduro d’argento, Talbot riuscì non solo a far reagire alla luce della carta fotosensibile, ma anche (grazie al generoso e disinteressato aiuto di Sir John Herschel) a fissare permanentemente il risultato. Si trattava di una grande conquista. Talbot creava disegni fotogenici o sciadografie (shadowgraphs) mediante una tecnica che oggi definiamo off camera: egli poneva foglie o fiori a contatto con la carta fotosensibile e la carta reagiva alla luce, scurendosi solo nelle parti esposte. Talbot poté bloccare la reazione con il fissaggio, evitando l’annerimento totale o quasi che funestava le immagini dei suoi colleghi e predecessori: creò così opere meravigliose con temi vegetali, soprattutto fiori e foglie.
Nel 1984 sette antichi disegni fotogenici, estratti da un eterogeneo album del 1869 (di cui non resta traccia se non una fotografia d’insieme della pagina prima dello smembramento definitivo), furono messi all’asta da Sothebys, a Londra. Questi disegni fotogenici, attribuiti a Talbot seppur privi di qualunque informazione, furono venduti (a prezzo relativamente contenuto) ad acquirenti prestigiosi.
Uno tra essi, acquistato dalla Quillan Collection di New York, era destinato a diventare molto famoso: meno di tre decenni dopo, infatti, tutto il mondo avrebbe parlato di The Leaf (La Foglia).
Qui inizia il nostro giallo: nel 2008 la Quillan Collection affidò (nuovamente) a Sothebys la sua Foglia, presentandola come sciadografia di William Henry Fox Talbot del 1839 (come tale l’aveva acquistata). La Casa d’Aste londinese si rivolse come suo solito al Professor Larry J. Schaaf, massimo esperto mondiale di Talbot, sperando di ricavare notizie in merito all’opera. Il Professore scrisse un breve saggio a riguardo, poi pubblicato nel catalogo dell’asta: con grande sorpresa di Sothebys, della Quillan Collection e del mondo accademico, egli catalogò la Foglia come opera di Fotografo Sconosciuto (Photographer Unknown), escludendo la paternità di Talbot.
Fu un terremoto, che trovò spazio su tutte le maggiori testate internazionali. L’asta fu rimandata per risolvere il giallo della Quillan Leaf. Se non era Talbot, l’autore della Quillan Leaf, chi poteva essere? Gli indizi erano esigui e oscuri, appena pochi segni e lettere di difficile interpretazione.
Si conosceva però il nome di Henry Bright come compilatore dell’album originario. Malgrado le difficoltà iniziali per un caso di omonimia, Henry Bright fu infine identificato come appartenente a una facoltosa famiglia di Bristol, collezionista, per qualche tempo anche Membro del Parlamento, grande appassionato di scienze, in rapporti di grande amicizia con tutti i più fiorenti ingegni e brillanti scienziati dell’epoca; era anche un artista. Poteva essere lui, il fotografo?
Le ipotesi fioccavano: data la presenza di una W sulla stampa, la Foglia poteva essere una creazione di Thomas Wedgwood, scampata per qualche motivo all’annerimento dovuto alla mancata padronanza del procedimento di fissaggio, che aveva fatto andare perdute gran parte delle immagini da lui realizzate? In questo caso, il valore della Foglia lievitava (speranzosamente, Sothebys a quel punto inserì la dicitura “prezzo su richiesta”, riservata solo alle sette cifre).
L’autore della Foglia poteva essere James Watt, amico di Wedgwood, che in una lettera del 1799 affermava di voler tentare l’esperimento? O – anche se l’iniziale non coincideva – Sir Humphry Davy, eccellente chimico inglese che conosceva bene il procedimento? Davy aveva tentato senza successo, come Wedgwood, di arrestare la reazione alla luce dei disegni fotogenici, aveva scritto un articolo su giornali scientifici a proposito di questi esperimenti e inviato un resoconto a tutte le Accademie scientifiche europee.
Tutti (Wedgwood, Watt, Davy) facevano parte della cerchia sociale di Henry Bright, il quale a questo punto poteva ben rivelarsi lui, il fotografo, dato che nella sua residenza di famiglia, Ham Green House, poco fuori Bristol, si respirava un clima di grande esplorazione scientifica e vi era un meraviglioso laboratorio di chimica.
Un indizio prezioso per la risoluzione del giallo fu fornito da uno dei proprietari degli altri disegni fotogenici dell’album: il timbro del produttore della carta che, analizzato con attenzione, rivelò due nomi, Lancaster e Clifton.
Fu un’illuminazione, per il Professor Schaaf, a cui era ben noto Thomas Lancaster di Bristol, fornitore di carta di William West. West era un personaggio eclettico, collezionista di strumenti scientifici, costruttore di un Osservatorio e di una Camera Obscura per l’appunto a Clifton (nei dintorni di Bristol), divenuto rivenditore di carta fotosensibile per disegni fotogenici letteralmente all’indomani della rivelazione del procedimento da parte di Talbot nel febbraio 1839. Ecco spiegata la misteriosa W, iniziale di William West, usata per segnalare il lato fotosensibile della carta per disegni fotogenici (e anche per promuovere la propria attività commerciale). West vendette quella carta solo per un anno, interessandosi in seguito del dagherrotipo, potenzialmente più redditizio.
A quel punto i Bright di Ham Green House divennero i principali candidati del Professor Schaaf, ma non si trovò alcuna prova che Henry Bright potesse essere il fotografo, oltre che il compilatore di molti album. Proprio in questi album, però, ricorreva diffusamente l’opera artistica della sorella, Sarah Anne Bright, figura riservata, disegnatrice e acquerellista. Con un colpo di scena, si scoprì che nel suo testamento lei nominava uno dei fratelli erede di tutte le opere da lei realizzate: “disegni, stampe, dipinti e fotografie”. Un lascito quanto mai anomalo e inatteso, per una donna dell’Ottocento di cui ci è giunto ben poco.
Non vi erano più dubbi: ad un esame calligrafico, si scoprì che la Quillan Leaf recava chiaramente la firma di Sarah Anne Bright, da lei utilizzata per tutte le sue opere; il che risolse il mistero dei segni fino a quel momento indecifrati sulla stampa della Foglia: S.A.B., le sue iniziali.
L’attribuzione definitiva della Foglia avvenne in occasione di un’importante conferenza nel 2015 a Lincoln, dal titolo Rethinking Early Photography.
Come il Professor Schaaf ha chiarito, il Fotografo Sconosciuto, autore della Foglia, è da considerare finalmente noto: si tratta inconfutabilmente di Sarah Anne Bright (1793-1866), che entra di diritto e a sorpresa, quasi 180 anni dopo aver realizzato la sua opera, tra le donne fotografe pioniere e tra i primissimi fotografi in assoluto di ogni tempo. Un giallo brillantemente risolto con tenacia da detective e ricerche durate ben nove anni, che riscrive il capitolo iniziale della Storia della Fotografia.
Claudia Ioan, Direttrice del Dipartimento Didattica (DiD) della FIAF