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Photospot n° 9 – Fotografare per passione

Silvano Bicocchi- S. Cesarea 2006.

Fotografare per passione.

Se non vi è ancora capitato… Un giorno, mentre fotografate, accadrà che qualcuno, col volto preoccupato, vi chiederà: ma cosa c’è, qui di bello, da fotografare?
Complimenti, perché, in quel momento, avrete ricevuto sul campo il titolo di fotoamatore !
A differenza dallo sguardo ordinario, quello del fotografo penetra l’aspetto superficiale delle cose e in tal modo rivela aspetti nascosti della realtà. Una volta realizzata la fotografia tutti hanno la possibilità di scoprire ciò che ha visto solo il fotografo; nel provare sorpresa per la rivelazione data dall’immagine, proveranno una viva ammirazione verso di lui.
Negli anni ’50, grazie al salto culturale compiuto dai fotografi per passione dell’epoca, il fotografo dilettante cambiò nome che divenne il fotoamatore. L’alto valore delle opere di questi grandi autori portò l’ambiente fotografico italiano ad una conclusione storica: è fotografo chi sa esprimersi con il linguaggio fotografico che sia professionista o no!
Mi fa piacere ricordare che in quegli anni Senigallia fu uno dei centri più qualificati e attivi a livello nazionale.
Oggi col digitale notiamo un esercizio di massa della fotografia. Tra tutti questi potenziali fotografi, qualcuno inconsapevolmente inizierà il percorso che lo porterà a diventare un fotoamatore.
In tanti casi sarà il percorso solitario di un talento che se non curato resterà bloccato allo stadio dell’infanzia della creatività fotografica.
La fotografia, a differenza di altri strumenti espressivi, inganna illudendo l’appassionato d’essere in breve tempo divenuto capace d’esercitarla. Pensate a quanto studio occorre al musicista prima di riuscire a suonare un semplice motivo col suo strumento musicale. La fotografia invece… subito, con un clic, permette di ottenere un’immagine bella che già appaga.
Questa osservazione dovrebbe portarci a riflettere seriamente sui percorsi formativi nei quali i fotoamatori possano evolversi. Oggi più che mai la fotografia ci illude nel compiersi in un attimo, noi invece dobbiamo studiare il suo linguaggio perché il nostro atto fotografico sia un istante profondo.
Il Direttore del Dipartimento Cultura.
Silvano Bicocchi

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