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La galleria fotografica di …Massimo Bardelli

BFI

Come potete vedere dalla mia scheda di presentazione, mi interesso di fotografia da oltre trent’anni, con una pausa negli anni ottanta. Contemporaneamente mi sono interessato dell’organizzazione di eventi culturali, non solo fotografici.
Intorno al Duemila ho iniziato a fotografare con uno spirito diverso; l’avvicinarmi al portfolio, al racconto fotografico, mi ha aperto nuovi orizzonti. Conoscere, capire il linguaggio fotografico mi affascina. Raccontare qualcosa, qualcuno, usando un numero limitato di immagini puntate sullo specifico argomento sappiamo quanto sia difficile ed allo stesso tempo gratificante.
Negli ultimi tempi fotografo, o meglio, cerco di raccontare sia i luoghi sia i cosiddetti  nonluoghi, cioè i grandi contenitori che amplificano la solitudine dell’uomo. Oppure gli spazi vuoti, dove le persone non si vedono, ma di cui si percepisce la presenza, attraverso oggetti e segni del loro passaggio. La presenza umana è importante, ma anche la sua reale o apparente assenza. Cerco di documentare l’azione dell’uomo nell’evoluzione del paesaggio urbano, i nuovi quartieri residenziali, le nuove aree di sviluppo industriale e artigianale. Nell’affrontare il progetto “10 dicembre 2008 Una giornata particolare nelle Marche” si è spesso parlato della “tradizione che fa da sfondo alla modernità”.
Desidero partecipare attivamente a questo progetto del Dipartimento Cultura perché penso sarà un ulteriore momento di crescita non solo fotografica, perché mi permetterà di conoscere nuovi amici tutti accomunati dalla medesima passione.
Massimo Bardelli
 
 

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8 commenti

  1. Grazie Massimo per averci regalato la visione della “tua galleria” e dei tuoi pensieri.
    Anche io condivido le tue riflessioni.
    Sento che è impegnativo, non facile, ma che, grazie alla forza e sostegno del gruppo i risultati positivi non potranno mancare.

  2. Il percorso che Massimo Bardelli ci presenta, lo ritengo molto confidenziale e intimo, perchè, con la sincerità dello spirito d’amicizia, ha posto in sequenza le foto che segnano il percorso della sua ricerca, la quale risulta molto orientata alla lettura dei segni lasciati nelle cose dall’esistenza umana. Le sue immagini ci parlano proprio di questo suo interesse su ciò che la forma contiene, in sé di invisibile. La sua è vera tensione esistenziale che si esprime in una poetica personale che gli fa sentire vivo il bisogno di acquisire nuovi mezzi concettuali per vedere quei segni, sempre diversi, che l’uomo lascia nella sua complessa esistenza.

  3. Complimenti Massimo per le tue immagini che trasmettono in pieno ciò che è il tuo sentire.
    Io credo fermamente che il nostro “secondo linguaggio” sia il mezzo con il quale esprimere l’essenza di noi.
    Giovanna

  4. Ho prima guardato le immagini e poi ho letto: comunicano proprio ciò che hai scritto… luoghi/nonluoghi, presenze/assenze, segni di passaggi, echi di ciò che è stato, silenzi, attimi sospesi e velocemente ripresi … molto suggestive! complimenti! avremo forse modo di parlarne a Forlì … grazie per la condivisione !

  5. Caro Direttore,
    é sempre interessante leggere un tuo commento, hai colto in pieno lo spirito che anima questa mia partecipazione.
    Massimo B.

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