Una scatola di luoghi e memorie da "ITAca – Storie d'Italia" di Antonio Cunico
UNA SCATOLA DI LUOGHI E MEMORIE
Spazi naturali all’interno della mia città: piccoli boschi, prati, boscaglie incolte, spazi inutilizzati dove la natura fa il suo corso o riprende il possesso di cemento e asfalto. Ad ogni posto è legato un piccolo racconto di persone da me conosciute e intervistate. Le immagini sono state realizzate con un apparecchio a foro stenopeico autocostruito.
Cos’è la natura all’interno degli spazi urbani? Questa è stata una delle domande che mi sono posto quando ho iniziato questo progetto. La natura in una città o è addomesticata, in parchi, aiuole, rotatorie, e allora ha una considerazione, una storia, un proprio ruolo o è una natura “selvaggia” considerata inutile, molte volte dannosa, non degna di una storia o è una natura “agricola” che ormai ha perso, a causa della mancanza di valore valore urbano, la sua importanza. Ho cercato di trovare questi spazi naturali “selvaggi”, anche a volta formati da un albero cresciuto in quel posto quasi per dispetto, e ridargli una propria dignità attraverso la storia che li lega ad alcune persone.
Le immagini sono state realizzate con un apparecchio autocostruito a foro stenopeico con formato panoramico, che rimanda alla mia visione da miope portatore di occhiali. Oltre cha ad avere un approccio completamente diverso per quanto riguarda il fattore tempo , con esposizioni che rifuggono dalla velocità dei tempi moderni e che annullano tutto ciò che è movimento e fretta, volevo associare a questo ritorno alla riscoperta della natura un ritorno all’uso della pellicola con un apparecchio “grezzo” , molto lontano dalle tecnologie moderne.
Antonio Cunico
Con “Una scatola di luoghi e memorie” Antonio Cunico ci offre una diversa interpretazione visiva della realtà che unitamente alla parola riesce ad accendere in noi l’immagine mentale del dramma esistenziale dei luoghi e delle persone alla prova del tempo. L’immagine stenopieca con la sua imperfezione rimanda più all’immaginare che al vedere e le parole delle “voci narranti” danno il senso agli ambienti rappresentati trasformandoli in scenari di trame personali o collettive. E’ un opera concettuale a struttura orizzontare, cioè di varietà, composta da dispositivi visivi dal concept fotografico molto coerente che riescono a dar concreta rappresentazione del processo mentale della memoria.
Un percorso affascinante quello di Antonio Cunico, affidato ad un apparecchio se vogliamo primitivo, ma scelto per non “inquinare” i ricordi e le sensazioni che devono essere affiorati alla sua mente: ne derivano immagini scarne ma efficaci , con tonalità retrò che richiamano visioni degli anni’ 60/70.Vivissimi complimenti all’autore per questo lavoro così interessante ed evocativo