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Ritorno al mare – di Paolo Zannini

Ritorno al mare – di Paolo Zannini

Portfolio realizzato nel corso del 3° PhotoHappening 2013 di Sestri Levante

Sono nato e vivo a Genova e, forse per questo motivo, mi è difficile pensare di vivere distante dal mare.  Un luogo da dove non si può  scorgere, neanche da lontano il mare, mi crea un’impressione di chiusura e di incompletezza.

Ho una grande ammirazione per chi ha vissuto e vive il mare ogni giorno e in ogni tempo come sfida o per lavoro.

I ricordi vanno alle impressioni che mi avevano suscitato i film di ispirazione marinaresca: “Il vecchio e il mare” di John Sturges, tratto dall’omonimo romanzo di Ernst Hemingway, “Moby Dick” di John Houston, dal romanzo di Herman Melville e più recentemente Master & Commander – Sfida ai confini del mare di Peter Weir, ispirato dai racconti di Patrick O’Brian.

Due anni fa rimasi folgorato dalla forza delle immagini di Salgado che raccontavano la mattanza nelle acque antistanti alle isole Egadi in Sicilia. I volti e i momenti ripresi davano a tutto il lavoro, un’aura tra il mito e realtà storica, il racconto di un lavoro massacrante portato avanti da uomini di grande forza e coraggio.

Nel costruire il portfolio “Ritorno al mare” ho voluto evidenziare la bellezza del mare, i gesti, i mezzi, il lavoro, gli uomini. Ho scattato pensando alle immagini che conoscevo, e all’atmosfera che volevo ricreare mentre fissavo i momenti della rievocazione della pesca alla sciabica, le foto di un mondo che sta purtroppo scomparendo.

 
 

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5 commenti

  1. “Ritorno al mare” di Paolo Zannini è un’opera animata da un’idea narrativa tematica per l’interpretazione soggettiva di una rievocazione storica: l’antica pesca alla Sciabica svoltasi a Sestri Levante in occasione del 3° PhotoHappening del 2013. Essa è una delle opere premiate dalla giuria popolare di quell’attività. Eravamo in tanti a vedere lo svolgersi di questa particolare pesca che si effettua in un breve tratto di mare costiero tanto che gran parte del lavoro dei pescatori si svolge sulla spiaggia. C’era tanta gente e rumore attorno alle manovre dei pescatori ma nell’opera di Zannini c’è il ritorno al suo mare immaginario, con i suoi silenzi, gli spazi, gli strumenti della pesca e soprattutto i pescatori. Occorre consapevolezza narrativa per realizzare in meno di un’ora questo racconto, è fondamentale sapere cosa si vuole dire mentre tutto si svolge rapidamente e senza poterlo governare con una regia. Ho visto Zannini muoversi sicuro in questo perfetto caos e trarne il suo messaggio d’amore verso l’attività marinara della pesca. Complimeti!

  2. Forse sarà anche uno dei soliti reportage sul mare, pesca e pescatori, ma è ben fatto. Immagini ben costruite compositivamente sui soggetti e loro gesti mezzi ed espressioni, complimenti 🙂

  3. Da questo lavoro emerge la consapevolezza dell’autore.
    Paolo Zannini è riuscito ancora una volta (lo aveva già fatto al precedente Happening) a trovare l’idea che gli ha permesso di realizzare un lavoro fotograficamente ben composto, dinamico e intenso.
    Come ha ben sottolineato Silvano Bicocchi la situazione pur interessante per lo svolgimento era di difficile gestione. Zannini però ha saputo creare l’isolamento. Su quella spiaggia c’erano solo lui, i soggetti e il suo desiderio di narrare.
    Complimenti.
    Orietta Bay

  4. il lavoro di Paolo Zannini è costruito sui gesti , sulle espressioni dei pescatori, che sembrano quasi ignorare la presenza un po’ invadente del pubblico( in effetti le immagini 8 e 9 risentono un po’ della interferenza dei curiosi sulla spiaggia, assumendo un tono un po’ artificioso), per trasmetterci il loro amore e la loro passione per il mare e per la pesca. Le immagini sono ben realizzate tecnicamente e compositivamente. Molti complimenti all’autore.

  5. Complimenti all’autore che ha saputo cogliere, ora con immagini d’insieme, ora con l’avvicinamento i momenti salienti di un “rito” antico che si ripete solo per dare testimonianza.

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