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Gli occhi del mondo – di Olga Micol

The eyes of the world – Gli occhi del mondo, di Olga Micol

Una selezione di foto rielaborate dalle varie parti del mondo!

Da Auckland a Sidney e a Tapo Lake con i suoi tramonti, dall’ Oceano ai Gheisers di Rotorua in Nuova Zellanda; da Sidney a  Cains con la Barriera Corallina in Australia  al Ladakh a 5600 mt. , la strada più alta del mondo, alla sabbia dorata della Nubra Valley, al Kashmir con Srinagar tra barche albergo, fiori di loto e aquile in India.

Tutti posti stupendi ed indimenticabili attraverso un mondo speciale e particolare,  raffigurato come l’occhio di un mondo impenetrabile e tutto da scoprire!

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6 commenti

  1. Ve lo avevo detto che, dopo i suoi post sulle mostre, Olga Micol vi avrebbe sorpreso con le sue opere. “Gli occhi del mondo” è un’opera animata da un’idea creativa, ovvero il soggetto diventa pretesto per elaborare una “cosa altra”. Lei ha un’identità artistica che ha bisogno del gesto che trasforma l’immagine della ripresa fotografica. Io vidi quest’opera circa un anno fa e mi colpì, a differenza di altre sue, per la forza di questo concept fotografico nel quale era riuscita a trasformare riprese condotte in diverse parti del mondo. Da allora questo concept mi è capitato di rivederlo su qualche rivista, realizzato da altri autori. Per fare queste opere bisogna nascere creativi, perchè l’arte non si insegna.

  2. Sono rimasta non solo sorpresa ma decisamente ammirata.
    Un lavoro che emana armonia, forza e attrazione.
    Orietta Bay

  3. Il cerchio è perfezione, non ha inizio, non ha fine. E’ armonia, è uguaglianza, ciclicità nel tempo. E’immutabile.L’immagine del cerchio da sempre è associata a quella del sole, quindi al calore (amore), alla luce (bellezza). Un caso che Olga Micol abbia voluto così raffigurare tante parti del mondo in un attraente esempio di unità, armonia, perfezione ed immutabilità?
    O una speranza!

  4. Un lavoro veramente originale e intrigante quello di Olga; non può lasciare indifferenti…il concetto di unicità e indivisibilità del cerchio viene a riflettersi sul concetto stesso di indivisibilità e unicità della terra. Le immagini sono affascinanti e rassicuranti allo stesso tempo e ci trasportano con l’immaginazione verso la tranquillità del grembo materno, punto di partenza di ogni cosa.
    Grazie Olga per le tue belle immagini.

  5. E non c’è peggior sordo di chi non intende sentire, ma repetita juvant.
    Le immagini, ormai una costante in giro per web, hanno un che di estraniante ed ipnotico, non a caso. Infatti, seguono una sapiente strategia.
    La prima immagine fotografica, quindi, partendo dall’alto dipende come si guarda. Lungo bordo o interno. Nell’un caso due occhi accennati poi un “nasone” e una bocca chele. Viceversa la parte interna mostra un testone nero, come di polipo extraterrestre ma da schivare, si sa mai.
    La seconda da sinistra, alto a destra, un bel battito d’ali luciferine, sicuro.
    La celestiale terza immagine sembra molto un molto promettente mercuirale messaggio, non meno estraniante di tutta la messa in scena. Insomma da supremo occhio indagatore come di sgualcito catechismo. Intelligenti pauca verba.
    La terza orbiculare, da gusto ginecologico o da scena da finale combattimento alla Gosthbusters. Infatti, s’intravvedono ali volteggianti e di uno strano animale forse scorpione ai cui piedi risplende, evidente un triangolo. Quello stesso che troneggia sulla banconota americana da One dollar. Non a caso.

  6. Ringrazio tutti, in particolare il Direttore per aver pubblicato il mio lavoro. Grazie anche per il vostro apprezzamento, che mi ha reso veramente orgogliosa!!
    Ho visto l’articolo solo oggi, ero impegnata con una mostra e a scrivere un altro articolo, non ho avuto il tempo per leggere agorà.

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