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Sul filo dei sogni – di Cinzia Battagliola

Sul filo dei sogni – di Cinzia Battagliola, a cura di Piera Cavalieri

 
Opera esposta alla galleria “Spazio23- fotografia contemporanea” di Genova, nella mostra collettiva “A te che mi guardi”.

Cinzia Battagliola affronta la tematica della corporeità sfidando e giocando con gli stereotipi maschili. Nel suo rifugio, nella sua “stanza dell’arte” ricavata in uno spazio della sua casa realizza queste messe in scena dove lei diventa dominatrice del suo corpo e con il suo corpo ci parla e si racconta.

E’ interessante il suo percorso visto in senso cronologico. Dalle prime Polaroid dove lei interviene direttamente con il disegno, alle ultime ricerche, le “Metamorfosi”, dove sembra sentirsi forte il desiderio di espansione nello spazio e il corpo, con una metamorfosi floreale elegante e leggera, fluttua al di fuori dello spazio confinato del fotogramma.

 

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8 commenti

  1. L’opera di Cinzia Battagliola l’ho vista crescere negli anni alle letture di portfolio Face to Face di Ghedi (BS). La sua fotografia introspettiva è nata spontaneamente, giocando con la polaroid negli spazi di casa. Da sola ha imparato a raccontare i propri sentimenti con le sue brevi sequenze di immagini, solo più tardi ha conosciuto l’opera di altre fotografe che l’hanno preceduta in questo esercizio artistico.
    Così lo spazio di posa è diventato la sua “stanza dell’arte” dove si sente libera di maturare una consapevole necessità interiore e riesce a dare sfogo all’urgenza espressiva nel realizzare i propri progetti fotografici.
    “Sul filo dei sogni” è il titolo del suo primo libro autoprodotto che raccoglie le ricerche realizzate fino ad oggi.
    Sfogliarlo è un’esperienza forte perché, come mostrano anche le poche immagini del suo post, si è chiamati al confronto con sentimenti contrastanti: quelli amorosi più teneri e quegli altri duri, della realtà consumistica che ha ridotto la donna a oggetto di piacere.
    In entrambi i contesti, con l’autenticità dei propri messaggi, Cinzia Battagliola riesce a porsi tematicamente e poeticamente oltre al già visto e a toccare le corde intime del lettore.
    Complimenti vivissimi all’autrice.

  2. Cinzia Battagliola col suo lavoro, delicato nello stile e profondo nei contenuti, ci regala un assaggio di quello che è stato fino ad oggi il suo percorso artistico e introspettivo.
    Un cammino di ricerca espressiva e maturazione interiore. Un’evoluzione che parte dal sé e si dilata all’esperienza di sentimenti e sensazioni comuni.
    Anche la scelta di scattare in polaroid evidenzia la necessità di sottolineare che i momenti di vita sono unici, irripetibili e sempre speciali, anche nelle difficoltà.
    Istintivamente ci sentiamo spinti ad entrare nel suo racconto con la stessa levità. Siamo coinvolti e nella sua esigenza di rivelarsi sentiamo che la forza che l’ha spinta in questa direzione è la stessa che ciascuno di noi cerca e spera di trovare.
    Grazie Cinzia hai risvegliato in noi il desiderio di trovare la nostra “stanza dell’arte”:

  3. Il lavoro delicato e onirico di Cinzia Battagliola, ci colpisce per la sua raffinatezza e la profondità del messaggio: la corporeità del nudo femminile che si fonde, si integra con la natura circostante, quasi a pretendere il proprio spazio nell’universo della bellezza.
    C’è un percorso preciso; dai primi fotogrammi, quasi timidi,in cui prende forma il corpo, emergendo da una serie di segni grafici sempre più precisi,a quello sguardo deciso e consapevole della sensualità dell’essere femminile, fino ad arrivare alla fusione, complicità con la natura.
    Complimenti vivissimi all’autrice.

  4. Situazione fotogenica(mente) riconducibile alla metamorfosi da crisalide a farfalla ma perché mai da farfalla a crisalide? Ali per volare sono spuntate mai poi si finisce da donna-fotografa-artista farfalla a sbattere conto uno dei lati nella polaroid, la fotografia senza punte fatta su stampa è un contenitore finito e definito, da sempre. Come nelle lattine dei fagioli dei andy di turno, superficie tattile da consumare ma non da mangiare. Fare poesia senza dire parole è improbabile, così come la fotografia incapace di farci vedere come siamo domani è improbabile. Anche le donne creative e sagge si accontentano di come eravamo.

  5. La leggerezza del distacco dell’emulsione, l’affascinante mondo dei fiori mi catturano portandomi “sul filo dei sogni”.
    Immagini dolci e silenziose. Un lavoro intenso. Brava.

  6. Un territorio irto e periglioso, quello toccato dalle immagini di Cinzia. Tanti temi quelli che si scorgono, dall’identità agli stereotipi ai pregiudizi ai sentimenti fino alle paure emergono dalle sue -purtroppo- poche fotografie inserite, certamente realizzate con maestria.
    Ritengo siano immagini non banali, dove l’autrice mette a nudo il suo sentimento, prima che se stessa. Gli occhi, solo gli occhi, separati dal resto del corpo e ben due volte rivolti allo spettatore, come per ribadire l’urgenza di un contatto e del desiderio di un’intesa sul messaggio che vuole comunicare: che in ciascuno di noi albergano un corpo e un anima, che sono entità diverse ma l’una e l’altra indissolubilmente unite.

  7. Sul filo dei Sogni , le immagini di Cinzia sono l’espressione di una ricerca intima con la fotografia . La polaroid ti permette di intervenire come un pittore sulla tela , la graffi ,la scavi , la incidi, questo dominare il pezzetto di carta è fantastico , da un frammento reale ne consegue uno irreale , fantasioso , onirico.
    L’autrice utilizza il mezzo fotografico , quell’apparato freddo tecnologico inventato dalla scienza per dominarlo a suo piacimento esprimendo uno splendido estro creativo ,ma anche insegnandoci che non puoi porre i limiti alla fantasia e all’arte.

  8. Un esempio di come la fotografia si trasforma per trovare nuovi sentieri espressivi. Le ultime immagini travalicano il reale per entrare in una “nuova realtà” interiore, dove sentimento e desiderio di essere si fondono in un afflato di poesia che ci spinge a ri-considerare la dimensione femminile. Mi aggiungo ai vivissimi complimenti!
    Giancarla Lorenzini

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