L'Ira Funesta – di Filippo Venturi

“L’Ira Funesta” – di Filippo Venturi

Realizzato a Forlì (Italia) nel 2014.

8 utenti su 10 sono donne.
Il tempo medio all’interno della stanza è di 20 minuti.

La camera della rabbia il luogo dove l’utente trova un nuovo tipo di libertà.

Solo chi vi entra conosce i motivi che l’hanno spinto fin lì, a volte anche a centinaia di chilometri da casa.

Portano in eredità una rabbia antica, figlia sia di società sbilanciate e patriarcali che di società moderne, dove lo stress condisce ogni aspetto della vita quotidiana; essere all’altezza, scalando le aspettative come figlia, amante, madre, moglie, lavoratrice, il tutto in fugaci spiragli di tempo, prede di facili etichettamenti e pregiudizi, senza alcuna rete di sicurezza e senza la garanzia dell’altrui discernimento una volta giunti sulla vetta.

 L’utilizzo della Camera della Rabbia – un luogo adibito all’esternazione della rabbia, dove è possibile comprare porzioni di tempo da dedicare alla distruzione del suo contenuto, con mazze da baseball e martelli da demolizione – per alcune persone è un gesto liberatorio, un tasto “reset” che consente di liberarsi simbolicamente e fisicamente di rabbie, rancori e scorie accumulate nel tempo, prima di re-iniziare la propria vita libere da questo fardello. Per altre persone è invece una necessità, mensile o anche settimanale, per sfogare e quindi eliminare sentimenti negativi.

Nel dicembre 2011 ha aperto l’Anger Room di Dallas (USA).

Nell’ottobre 2012 ha aperto la Rage Room di Novi Sad (Serbia).

Nel 2013 ha aperto la Camera della Rabbia di Forlì (Italia).

La prima traccia del concetto di Camera della Rabbia, però, risale al 1962, per la precisione al racconto Il palazzo da rompere di Gianni Rodari. Dopo quasi 50 anni, quel che aveva immaginato Rodari è diventato una vera necessità.

 

 
 
 
Note biografiche.

Sono un fotografo e videomaker. Lavoro principalmente in Italia.

Mi occupo di fotografia commerciale, reportage e progetti di carattere sociale; ho ottenuto diversi riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale. Collaboro con diversi magazine.

Nel 2012 ho realizzato il progetto “In Oblivion”, sul quartiere di Red Hook, a New York.
Nel 2013 sono stato premiato, col suddetto progetto, nel concorso “Crediamo ai tuoi occhi”, esponendolo al Centro Italiano della Fotografia d’Autore. Nello stesso anno ho esposto in una grande personale al Centro Cinema Città di Cesena ed ho presentato il progetto video-fotografico “The Game of War” a Camarinas (Spagna) nell’ambito del progetto europeo YPAD Project.

Nel 2014 sono risultato finalista al Kolga Tbilisi Photo Award e al Mantegna cercasi, venendo pubblicato nei rispettivi cataloghi ed esponendo nelle rispettive mostre.
L’ultimo progetto fotografico, in fase di ultimazione, riguarda il morbo di Alzheimer.

Dal 2011 faccio parte della commissione selezionatrice del Sedicicorto International Film Festival.
Sono co-fondatore dell’associazione culturale Sovraesposti, specializzata nella comunicazione e produzione video. Nel 2013 ho diretto il documentario “Forum Living”, incentrato sulle problematiche del centro storico di Forlì. Nel 2014 ho vinto il premio “L’Anello debole” col cortometraggio “Acqua passata” (nella veste di sceneggiatore).

www.filippoventuri.it
filippo.venturi@gmail.com
+39 346 3060406
 

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