Eva Polak, fotografa impressionista – di Isabella Tholozan (II° Parte)

EVA POLAK FOTOGRAFA IMPRESSIONISTA – di Isabella Tholozan (II° Parte)

Tematica

La tematica cui fa riferimento Eva Polak nelle sue opere prende spunto prevalentemente dalla natura, quella aperta, sconfinata, cosmica, che ingloba e contiene il tutto.

Gli spazi aperti sono probabilmente l’habitat naturale per chi nasce in uno stato come la Nuova Zelanda, dove a farla da padrona incontrastata, è certamente una natura rigogliosa e ricca di panorami mozzafiato.

Riprodurre tale ricchezza, visualizzando in essa altre vite, appartenenti non soltanto agli esseri umani ma anche al mondo animale e vegetale, consente all’autrice innumerevoli spunti, richiami, possibilità di espressioni, tutti plasmati e resi materici e vibranti dall’uso sapiente della luce e del colore.

Trascendere al reale, al fine di attingere a ciò che lei vede, attraverso il filtro della personale sensibilità.

Processo creativo

Gran parte delle opere proposte dall’autrice, tutte eseguite senza l’uso della post-produzione, ma create al momento dello scatto, così come pensate e progettate, rappresentano spazi eterei, sospesi tra la fisicità della terra e la dissolvenza aerea del cielo.

Alberi, animali, persone, s’inseriscono in questa linea di orizzonte con forme deformate dalla scelta tecnica di ripresa.

Il risultato è un mondo che esiste, perché lo conosciamo e lo viviamo tutti nella nostra quotidianità, ma che per qualche motivo ci sfugge e ci affascina.

Come già detto, l’uso sapiente ed esperto del medium fotografico (non facciamo l’errore di pensare che questo genere di fotografia sia semplice e dettato dal caso), permette la creazione d’immagini astratte, di rappresentazioni, dove il soggetto, qualunque esso sia, subisce una pittorica trasformazione riuscendo tuttavia, e qui a mio avviso sta il talento, a mantenere intatta l’aura dello stesso, perché, come diceva Picasso:

“Bisogna sempre cominciare da qualcosa, in seguito si può togliere qualsiasi apparenza di realtà; non c’è più pericolo, perché l’idea dell’oggetto ha lasciato una traccia incancellabile”.

La modificazione che interviene sta in quello che è stato percepito dall’autrice nel momento dello scatto, rappresentando così una sorta di moto dall’esterno verso l’interno, identificando così la vera peculiarità del movimento impressionista che voleva che la realtà oggettiva s’imprimesse nella coscienza soggettiva dell’artista.

Le tecniche della fotografia impressionista

Vediamo quali sono le tecniche e i metodi abitualmente usati, in maniera più approfondita, da Eva Polak, per la realizzazione di questo tipo d’immagini, seguendo quanto la stessa autrice suggerisce.

Il movimento della fotocamera, attraverso l’uso d’impostazioni manuali, permette di seguire con l’obiettivo i dettagli del soggetto individuato. L’uso controllato delle impostazioni scelte, apertura, velocità dell’otturatore, lunghezza focale, ISO, misurazione, flash, bilanciamento del bianco, oltre all’analisi dell’immagine ottenuta attraverso la lettura e l’interpretazione dei dati EXIF (Exchangeable Image File Format), può essere un valido strumento di apprendimento che, se replicato con costanza, può consentire l’approccio con argomenti e soggetti più impregnativi.

La messa a fuoco selettiva consente, attraverso l’uso manuale della messa a fuoco, la realizzazione d’immagini ricche di fascino, dove la scelta della composizione e della misurazione del fuoco, permette la costruzione personale della scena che si desidera rappresentare. La scelta di dare una connotazione pittorica all’immagine si espande riprendendo i soggetti lievemente, o in gran parte, fuori fuoco, catturando così luci, forme e colori decisamente inusuali.

Altri metodi per realizzare fotografie impressioniste: sfocamento, panning, scoppio dello zoom e anche una tecnica che utilizza l’uso della vaselina sull’obiettivo o su un filtro, per diffondere la luce in modo più spettacolare.

 
 

Avian – Dogs – Plants – Autumn – People

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