Nel segno della passione – di Giuliano Reggiani
Nel segno della passione – di Giuliano Reggiani
L’autore ci presenta un ambiente di non facile accesso ai più e si pone come osservatore silenzioso e discreto guidandoci in una visione a volte ampia dell’ambiente, altre più concentrata sui dettagli.
Questo percorso gli permette di visualizzare l’analogia che esiste tra tatuatore e fotografo: entrambi usano i colori, ma il primo li fissa sulla pelle e il secondo sulla carta.
Questo viaggio che vorrebbe avere un sapore voyeuristico è in realtà un reportage del lungo e attento lavoro di tatuatore.
Veniamo introdotti a questo mondo circoscritto, da una finestra armata di tapparella, ma che avendo le alette aperte ci consente di adocchiare il clima nel quale andremo ad addentrarci.
Ci accolgono varie stampe e immagini. In primo piano il busto di uno dei primi inglesi, all’inizio del ‘900, che si dedicarono alla decorazione del proprio corpo: contaminazione tra colonizzatori e colonizzati.
Proseguendo incontriamo bandiere svolazzanti, colme di disegni di ogni tipo che invitano alla scelta.
Ora un’immagine riflessa sullo specchio annuncia che il rito ha inizio. Sì, perché di rito si tratta: la lunga decorazione a cui si presta la persona in questione è una trasformazione sì fisica, ma dal risvolto anche psicologico.
Lentamente disegni e colori prendono forma ed ecco che una donna prende vita su di un braccio, poi un’altra sull’altro e così via, un disegno dopo l’altro.
L’abbondante descrizione visiva ci mostra quale ricchezza di simboli la ragazza vada assumendo su di sè e insieme alle decorazioni, ne attinge le valenze che ora potrà esibire, arricchendosi anche interiormente di ciò che prima non riteneva adeguato, e che ora mostrerà con fierezza.
Desiderio, scelta accurata delle immagini, valutazione degli spazi e delle forme nelle quale inserire ogni valenza che anche il carattere assumerà pian piano, come lento è il processo di decorazione. Un processo di arricchimento e modifica per divenire ciò che al momento non si è. Una metamorfosi fisica, tale colore affisso sulla pelle, tale l’immagine trasposta a noi sulla carta: letture variegate e infinite di questa nuova creatura.
“Nel segno della passione”, di Giuliano Reggiani, è un’opera animata da un’idea narrativa tematica per la visione soggettiva di un comportamento umano.
La tematica affrontata dall’autore è di grande attualità, data la diffusione che il tatuaggio ha avuto tra le giovani generazioni e non solo.
Come sempre quando si è posti di fronte a un fenomeno di costume, si è portati a schierarsi pro o contro.
Vi invito a non leggere quest’opera con questa posizione pregiudiziale ma a cercare di seguire i significati che la narrazione riesce a rappresentare per conoscere i sentimenti misteriosi che aleggiano in questo particolarissimo ambiente.
Lo stile narrativo dell’opera, prescelto dall’autore, è quello del reportage in quanto ha privilegiato la comunicazione di informazioni su questo rito di stigmatizzazione del corpo.
Ci sono alcune immagini che danno un accenno dell’aspetto psicologico di chi ha scelto di tatuarsi, ponendo il volto in relazione alle icone incise sulla pelle. Questa sarebbe stato un altro modo di narrare.
Complimenti all’autore per aver rappresentato un’operazione di routine con un’aura di notevole solennità, rivelando una storia segreta del nostro quotidiano.
grazie Giuliano!
Un lavoro che partendo dall’osservazione dell’ambiente del tatoo, attraverso le immagini ci svela foto dopo foto, un’arte che ha origini antiche e che oggi è diventata un fenomeno di massa.
Perché sentiamo il bisogno di tatuare il nostro corpo lasciando segni indelebili sulla pelle? Per moda e esibizionismo, oppure per raccontare attraverso immagini/simboli qualcosa di se?
Un rito dei nostri tempi che passa anche attraverso il dolore, forse una nuova forma di iniziazione per affermarsi e distinguersi in una società sempre più omologante.
Grazie all’autore per questi spunti di riflessione.
Perché Tatuarsi ? Non c’è giovane e non solo, che usa il proprio corpo come una tela da pittore . Le immagini proposte dall’autore documentano i vari passaggi di questa arte . E’ un’arte contemporanea e coloro che la praticano sono davvero bravi .
Dietro ad ogni tatuaggio c’è imitazione , motivazione , significati, emozioni , Il corpo viene dipinto come un tappeto di arazzo . I dipinti piu’ o meno grandi , scritte ,nomi di persone ,frasi , simboli ecc ecc. in poche parole il tatuaggio è un simbolo di appartenenza, di modernità , oggi è sempre piu’ di moda modificare il proprio corpo .
E’ bravo l’artista che riesce a dare forma ad una idea , ad un sentimento . ad una espressione dell’interiorità altrui .
Penso sia nata anche una psicologia del tatuaggio ,al fine di studiare il carattere della persona .
Farsi fare un tatuaggio è doloroso ,cio’ nonostante per qualcuno diventa ossessione , copre ogni lembo della sua pelle .
Il portfolio rappresenta le fasi dei vari passaggi , la cura e l’igiene degli strumenti ,la fotografia eseguita bene , la composizione è essenziale alla visione. Personalmente sono contraria ai tatuaggi, ma molto probabilmente perché non sono piu’ giovane, o forse perché il male fa male.
Non sono né contro né a favore, semplicemente questo rito non mi appartiene; ciò non significa che non riconosca l’abilità di questi artisti nel realizzare le immagini più diverse.
Di questo lavoro mi piace molto la luce morbida e calda e le inquadrature strette, che ci fanno condividere l’intimità della pratica alleviando le sensazioni di dolore che suscitano strumenti e gesti.
Chissà, potrebbe venirmi la tentazione di avere un bugiardino della pellicola sul palmo della mano…
Il lavoro di Giuliano Reggiani “Nel segno della passione” ci introduce nel mondo artistico del tatuaggio: è un mondo in cui la passione dell’artista tatuatore si coniuga con la “passione” di colui o colei che decide di farsi incidere sulla pelle un particolare, un’idea, un segno che sarà per sempre e che passa attraverso una sofferenza, come tutte le cerimonie di iniziazione. Le fotografie sono sicuramente interessanti , sia per il taglio compositivo , che per la scelta cromatica, particolarmente calda e ” vittoriana” , risultandone un lavoro molto omogeneo e accattivante. Complimenti vivissimi all’autore.