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Triplo Turno – di Andrea Goldoni

Triplo Turno – di Andrea Goldoni

Triplo turno cerca di trattare il tema “Dal tramonto all’alba” in maniera intima e autobiografica, mostrando la vita di un metalmeccanico turnista di notte attraverso momenti simbolo e intimi della vita di ognuno di noi, come la preparazione degli abiti di lavoro, la cena, la partenza per il luogo di lavoro e la colazione, ma vissuti in tempi e ordine diverso rispetto al naturale ciclo circadiano e tutto acquisisce un nuovo significato; la colazione ad esempio pur riconoscibile dagli alimenti rappresentati essendo interposta tra il lavoro e l’andare a letto diventa la cena post lavoro dei lavoratori normali.
La confusione nello spettatore deriva dal ritrovare simboli che non sono più tali poiché non sono nella loro sequenza sociale e il tutto mostra una vita tendente alla solitudine perché orari cosi diversi non permettono di poter condividere momenti essenziali con familiari e amici e seppur in busta paga vi è l’indennità per un turno così disagiato spero che lo spettatore si chieda se davvero indennizza tutto ciò che si perde.

Andrea Goldoni

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6 commenti

  1. “Triplo turno”, di Andrea Goldoni, è un’opera narrativa tematica in quanto è l’interpretazione soggettiva di una realtà.
    Il racconto fotografico di Andrea è autobiografico e nasce nell’ambito del progetto “Dal tramonto all’alba” del C.F. “Il Grandangolo” di Carpi (MO).
    Senza lo stimolo di un tema dato difficilmente sarebbe stato realizzato questo portfolio che parla del quotidiano, perché si ritiene, sbagliando, che l’argomento non susciti l’interesse collettivo in quanto ovvio.
    La struttura dell’opera non è costituita di autoritratti ma dalle cose che simbolicamente scandiscono il ritmo delle ore notturne di chi lavora il terzo turno.
    Le cose rappresentate sono il segno intimo del Sé e in questo caso determinano uno stile di essere un operaio di oggi: idealità di categoria, letto, cibo, automobile, fabbrica, cibo, letto.
    E’ il primo portfolio di Andrea Goldoni che sicuramente può dare l’impressione di essere troppo breve; ma questo senso di brevità penso sia anche il risultato della poetica dell’autore che pone in evidenza la mancanza, la mancanza in particolare di tanti momenti esistenziali e in questo modo ce lo fa sentire.
    Complimenti all’autore per averci parlato della sua vita senza renderla troppo personale, in questo modo il suo messaggio diventa collettivo e va ad appartenere alle migliaia di persone che come lui lavorano a triplo turno.

  2. Grazie Silvano per la bellissima lettura, volevo anche ringraziare tutti i ragazzi del C.F Grandangolo perchè se questo piccolo portfolio ha preso vita è soprattutto merito loro perchè tutti fatichiamo a mostrare il nostro modo di vivere e di essere, per paura o timidezza, ma con la “protezione” del lavoro collettivo e del gruppo tutte le paure svaniscono perchè si è trascinati da un vortice di entusiasmo che coinvolge tutti.

  3. Il lavoro di Andrea Goldoni ci mostra con efficacia il mondo dei turnisti, con le loro solitudini e la difficoltà di riuscire a costruire o mantenere rapporti sociali e lo fa con rappresentazioni simboliche , essenziali ma efficaci. Complimenti vivissimi all’autore

  4. La tavola è apparecchiata per una sola persona, l’insalatona è sbrigativamente preparata nella ciotola, per non sporcare piatti e pentole da lavare; I vestiti per domani sono già pronti sul letto; la sveglia è già puntata.
    Questo lavoro mi ricorda il portfolio “La Signora Lucia” – di Anna Pierottini”. Anche se entrambi i portfolii parlano della solitudine, essi hanno la capacità di raffigurare due solitudi diverse, o meglio, affrontate in modo diverso.
    “La Signora Lucia” – di Anna Pierottini, con un maggior numero di immagini, mostra la sig.ra Lucia condurre una vita più impegnata, col coraggio che solo una donna sa avere in questa situazione. Il suo entrare ed uscire denota irrequietezza, ma quella forza d’animo che solo una donna sa avere in quete circostanze.
    Invece “Triplo Turno – di Andrea Goldoni” racconta un modo di vivere più semplice, ripetitivo. Qui il senso di solitudine è maggiore, perché l’ordine, l’organizzazione del presente e del domani fanno più male.
    In ogni caso questi due lavori, che repunto tra i migliori visti negli ultimi tempi, hanno il merito, non solo di raccontare la solitudine, ma di presentarla computamente in due modi diversi di viverla ed affrontarla.
    Questo dimostra che gli autori hanno affrontato il tema, non con la superficialità del sentito dire, ma con vera, consapevole partecipazione.
    Complimenti vivissimi ad Andrea Goldoni.

  5. simbiosi con salto triplo carpiato tra immagine fotografica e televisiva, sto in silenzio ma parlo come la tv, mangio la tv e guardo il cibo. fotografo come se fossi stessi facendo un spot alla tv. la vita reale è dentro ad un display. Molto meglio avere a portata di mano un telecomando che permette di cambiare canale, queste foto sono pregne dei simboli della tv commerciale, ma riescono persino a far rimpiangere quel tipo d’immagine.

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