Dangerous games – di Graziella Luccarini

Dangerous games – di Graziella Luccarini

 Ho preso ispirazione per questo lavoro fotografico dal film di Gabriele Salvatores dal titolo “educazione siberiana”, tratto dal omonimo romanzo autobiografico di Nicolai Lilin che ho successivamente letto.

Nel suo romanzo Nicolai racconta di essere cresciuto presso un antico popolo guerriero ormai scomparso, da cui egli discende: gli Urka siberiani.

Il film mette in evidenza come, nonostante i protagonisti crescano in una realtà violenta e criminale, la vita nella comunità venga regolata da un codice etico rispettato e condiviso.

E’ compito degli anziani trasmettere antichi valori come il rispetto nei confronti dei più deboli, il disprezzo per i soldi e alcune categorie sociali come polizia, banchieri, spacciatori ed usurai.

Nonostante il contesto appaia alquanto discutibile, è interessante notare come nel film i due protagonisti faranno una scelta diametralmente opposta, che dividerà per sempre le loro esistenze. Uno di loro sceglierà la vita “facile” e l’altro quella “giusta” seguendo i dettami trasmessi dal nonno.

Capire la differenza tra “bene” e “male” quando la linea di confine è indistinta e sottile, come ai giorni nostri, può essere un compito arduo e difficile. Spesso la nostra società civile non si dimostra in grado di educare i nostri figli ai giusti principi: pur non vivendo in situazioni critiche reali come i due protagonisti del film di Salvatores i nostri giovani crescono assimilando dai media, tv e video games dinamiche virtuali di violenza gratuita che gli adulti faticano a contrastare.

E cosi, bombardati da messaggi insidiosi e abbandonati davanti ai videogiochi o persi da qualche parte nella rete, spengono la loro capacità di socializzare, la capacità di provare emozioni e di partecipare alle emozioni altrui, rischiano di diventare adulti senza prendere coscienza di ciò che significhi realmente commettere ingiustizie e crimini efferati.

Anestetizzati da un gioco senza regole dove tutto è permesso e non si pagano le conseguenze, male che vada si può salvare la partita e non si muore mai, è probabile che un giorno sceglieranno di intraprendere la vita più “facile” piuttosto che quella “giusta”.

 

 

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