SANTA CROCE, di Massimo BARDELLI – a cura di Teofilo Celani
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Massimo Bardelli (nickname: Max Bardi) ha realizzato il suo racconto visivo all’interno della abbazia di Santa Croce, chiesa templare nel territorio di Sassoferrato (AN).
Con questo stesso portfolio Bardelli ha partecipato a mostre collettive di pittura e fotografia.
Copia delle immagini in esposizione, sono state inserite, dall’Autore, in una tessera di colore bianco, e successivamente offerte in dono ai visitatori. Continuando, con ciò, il dialogo con la memoria dello spettatore.
Un momento di raccoglimento spirituale, dinanzi al mistero della Croce ed alla caducità della vita.
Rime di una preghiera visiva.
Ritmo e cadenza del silenzio.
Il tema della “vanitas” e quello parallelo del “memento mori”, è stato tra i più frequentati dalle arti figurative del XVII secolo.
In pittura vanitas individua una natura morta con oggetti e simboli che riflettono la caducità della vita.
Caravaggio, nella ‘Canestra di frutta’ (probabilmente la prima natura morta nella pittura italiana), dipinge frutta fresca insieme ad altra in decomposizione; il pittore lombardo rivolge, con ciò, al suo osservatore, in ogni tempo, un ammonimento sulla precarietà dell’esistenza.
Vanitas vanitatum et omnia vanitas, vanità delle vanità, tutto è vanità.
Georges De La Tour, nell’opera “La Maddalena Penitente”, ritrae una giovane donna con un teschio che poggia sulle gambe. Una candela accesa ed uno specchio completano i simboli. Lo specchio è l’indicatore principale della vanità. La candela è la vita che si spegne; il teschio, la condizione finale della bellezza.
Nell’arte contemporanea dei nostri giorni troviamo, sul tema, l’opera “For the love of God” di Damien Hirst, che ha coperto un teschio umano di 8601 piccoli diamanti.
Memento homo quia pulvis es, et in pulverem reverteris, ricordati, uomo, che sei polvere, ed in polvere ritornerai. Sono queste le parole pronunciate dal celebrante durante la messa delle Ceneri, in ricordo delle parole con cui, secondo la tradizione, Dio condannò Adamo dopo il peccato.
In “Santa Croce” di Max Bardi, l’Autore inverte la gerarchia delle fonti; e con ciò conclude la sua narrazione figurativa, con un messaggio di speranza: stante la caducità della vita, vivila con pienezza e spiritualità.
Bardi affida la custodia della sua preghiera a delle tessere di colore bianco; quello stesso colore che, per sua natura, contiene, in grembo, tutti gli altri.
Teofilo Celani
SANTA CROCE – di Massimo BARDELLI