AMBIENTE,CLIMA,FUTURO/UOMO_ Un binomio inscindibile – Elaborazione del concept_1
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Elaborazione del concept_1, a cura di Giancarla Lorenzini
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Siamo arrivati prima sulla Luna, poi su Marte, ma, che se ne dica, la terra rimane (per ora) la nostra dimora vitale, quindi abbiamo sicuramente bisogno di rivedere i nostri modi di pensare, i nostri modelli di comportamento e di vita, di sfruttamento e di profitto.
Di danni ne abbiamo fatti, e tanti, forse anche per sempre irrimediabili e irreversibili. Tuttavia c’è sempre la necessità di guardare avanti traendo insegnamento da ciò che è stato.
<Il momento che stiamo vivendo pieno di anomalie e paradossi, fa pensare… In una fase in cui il cambiamento climatico causato dai disastri ambientali è arrivato a livelli preoccupanti, la Cina in primis e tanti paesi a seguire, sono costretti al blocco (Covid-19); l’economia collassa, ma l’inquinamento scende in maniera considerevole. L’aria migliora; si usa la mascherina, ma si respira…> (F.Morelli)
Gli avvenimenti di questi ultimi anni hanno dimostrato che il “miracolo economico” è stato un modello fallimentare. Il dio Danaro dei potenti non si cura delle conseguenze del suo dominio, ma per noi si impone la riflessione che la terra, almeno per ora, è il nostro spazio vitale, è la nostra casa, è il nostro nutrimento, e se la vogliamo lasciare in salute, o almeno non distruggerla, anche per gli uomini che verranno dopo di noi, occorre cambiare passo.
Moltissimi fotografi, di onlus ambientaliste, collettivi fotografici, come ad es. il Synap(see), e tanti altri, ci hanno mostrato le ferite, gli oltraggi, la devastazione, il menefreghismo, l’abuso che abbiamo perpetrato nei confronti del nostro pianeta. Ma è da porre in evidenza anche tutto ciò che si sta mettendo in atto per riprendere la marcia giusta e rispettare Madre Terra, perché essa è il prolungamento del nostro corpo che ci avvolge e che ci permette di godere dell’esperienza del vivere.
Cosa vediamo intorno a noi? Quali conclusioni ne traiamo?
Secondo alcuni scienziati siamo nell’era dell’Antropocene, in cui gli esseri umani non sono più solo dei partecipanti alla vita del Pianeta, ma i dominatori, esercitando il loro potere sull’intero globo oltre i limiti naturali. A questo proposito il recente film-documentario “Antropocene – L’epoca umana” di Jennifer Baichwal, Edward Burtynsky, Nicholas de Pencier, nasce dal voler comunicare quanto sta accadendo; sono state raccolte immagini in tutto il globo per documentare l’impatto negativo che la nostra specie continua ad avere in questo momento critico della storia geologica.
Con questo scopo è stata allestita anche la mostra “Anthropocene”, al Mast di Bologna, con le straordinarie immagini del fotografo canadese Edward Burtynsky, conclusasi solo pochi mesi fa. Di fronte a queste immagini il rischio è, ancora una volta, quello di una visione edulcorata che non ci permetta una valutazione attenta e veritiera: bisogna soffermarsi, approfondire, per non rimanere incantati dalla bellezza estetica della maggior parte di esse.
Forse ci sembrano fotografie troppo distanti dal nostro quotidiano, ma già se guardiamo la nostra raccolta differenziata ci domandiamo <dove andranno a finire tutti questi rifiuti>?
Va da sé che questo consumo frenetico di prodotti, l’uso massiccio di carburanti e quindi l’inquinamento atmosferico, l’inquinamento acustico, lo sfruttamento indiscriminato di materie prime, lo smaltimento di quelle di scarto, il mancato smaltimento di miliardi di apparecchi elettronici e inquinanti che contaminano ettari ed ettari di terreno in molte zone dei continenti, e non ne siamo nemmeno a conoscenza, ecc, ecc, producono cambiamenti sulla Terra e quindi inevitabilmente nell’equilibrio del clima, unitamente ai cambiamenti fisiologici che ci sono naturalmente nel corso dei secoli e delle ere.
Antoine Repessé_# 365, Senza confezione_2016
I comportamenti dell’uomo ci parlano, di riflesso, dell’ambiente in cui egli vive e di quanto il suo habitat potrebbe essere compromesso.
In questi ultimi anni nella nostra meravigliosa Italia abbiamo subito alluvioni, terremoti, e moltissimi altri disastri ambientali.
Basta guardarci intorno, quindi, per raccontare l’Ambiente, il Clima, il Futuro che ci riguardano da vicino, fornendo così una “mappa” attuale del nostro territorio italiano.
<Il nascere si ripete
di cosa in cosa
e la vita
a nessuno è data
in proprietà
ma a tutti in uso>
(Lucrezio)
Io aggiungo: …anche quella del Pianeta.
Giancarla Lorenzini
BFI – Tutor Fotografico FIAF
Alcuni link sui temi :
https://www.festivaldellafotografiaetica.it/2019-marco-zorzanello-ita/
http://www.synapsee.it/Works/Lavoro/id:22/
http://www.synapsee.it/Works/Lavoro/id:27/
http://www.synapsee.it/Works/Lavoro/id:81/
http://www.synapsee.it/Works/Lavoro/id:82/
http://www.synapsee.it/Works/Lavoro/id:62/
http://www.synapsee.it/Works/Lavoro/id:63/
http://www.synapsee.it/Works/Lavoro/id:34/
http://www.synapsee.it/Works/Lavoro/id:21/
https://www.yanwangpreston.com/projects/forest-images
http://www.danielecinciripini.it/the-new-towns/https://www.lordinario.it/eventi/equilibrio-sottile-festival-fotografico-sui-temi-ambientali/
http://www.alessandrograssani.com/portfolio/permalink/261384/9790d861954b9e
https://www.focus.it/ambiente/ecologia/antropocene-terra-mostra-bologna-mast
http://www.paolomarchetti.org/stories/the-price-of-vanity/
https://www.worldphoto.org/it/sony-world-photography-awards/winners-galleries/2016/professional/shortlisted/campaign/antoine
https://rep.repubblica.it/pwa/anteprima/2019/05/10/news/yann_arthus-bertrand_non_ci_sara_una_rivoluzione_ecologica_senza_una_rivoluzione_spirituale_-225954353/
La Madre Terra è un tema caro ai maestri della fotografia che ne hanno mostrato le dure zolle con dichiarazioni d’amore ineffabili.
Noi fotografi abbiamo il dovere della denuncia attraverso le immagini per quanto crude, poetiche o fantastiche possano venire rappresentate. Il momento contingente ci chiede una scelta definitiva fra vita e morte, non più fra natura e sfruttamento della stessa. Siamo allo switch finale,in soli 30 giorni abbiamo improvvisamente recuperato l’osservazione del circostante. Fotografiamo soldi che non ci servono più, auto da che costano come case parcheggiate in strade vuote
Abbarbicati alle nostre finestre, aspettiamo che nidi vuoti si riempiano di pulcini piangenti, affamati come noi speriamo di un nuovo amore per la vita,l’unica che abbiamo.
Grazie Giancarla della condivisione della tua riflessione sul concept. La tematica che iniziamo ad affrontare è veramente attualissima, in questi giorni di quarantena le nostre riflessioni ci portano a capire che noi umani siamo solo degli esseri deboli, un virus sta fermando le nostre vite, forse questo è dovuto anche alla mancanza di rispetto che abbiamo avuto nei confronti del nostro pianeta. È’ il momento di un cambio di tendenza e le nostre fotografie dovranno aiutare tutti ad una riflessione sul nostro futuro.
Preziosissimo intervento e ricco di spunti, grazie Giancarla!
Il momento storico e sociale che stiamo vivendo ci porta inevitabilmente a fermarci e riflettere su cosa abbiamo fatto, stiamo facendo e possiamo (e dobbiamo) fare. Quella che verrà prodotta a livello fotografico sarà una forte testimonianza, che ci offrirà importanti spunti di riflessione.
Mi piace soffermarmi sul potenziale contenuto nella condivisione di questo concept come pure dei commenti a seguire.
Gli interessi e le passioni, per loro natura,coinvolgono l’intera persona, quindi, il condividerli crea uno scambio autentico e benefico con gli altri. Questo non può che portare vitalità ed energia alla nostra persona tutta, indirizzando i pensieri e le azioni non verso la speranza –che è troppo poco- ma verso la certezza che questo agire può essere linfa per se stessi come per gli altri, in una Vicinanza che non teme alcuna restrizione, né viene da questa scalfita.
Certezza che ognuno può portare il meglio di sé all’altro in un sostegno reciproco che non cede ad alcuno scoramento.
Eletta Massimino
Giancarla Lorenzini, Coordinatore del LAB Di Cult 077 FIAF, ha condotto l’elaborazione del concept tematico attraverso opere realizzate nell’ultimo decennio da autori che con grande sensibilità hanno approfondito, in solitudine, il loro rapporto con gli effetti dello stile di vita della nostra società consumistica.
Prima degli effetti traumatici che il clima ci ha riservato negli ultimi anni, l’interesse verso il problema ambientale era inteso a livello sociale come un esercizio di minoranze che proponevano le solite riflessioni ambientaliste, e venivano relegate al livello di una semplice opinione.
I danni che il clima arreca ai nostri beni, sta muovendo la presa di coscienza collettiva che la Terra non è una cosa ma un organismo vivente con dei propri equilibri invalicabili.
Nel subire queste devastazioni delle nostre cose, possiamo capire le dimensioni del un danno preterintenzionale che noi abbiamo inferto alla Natura; preterintenzionale perché è stata un’azione lesiva molto superiore a quello che pensavamo di arrecare all’equilibrio ambientale.
L’azione violenta verso l’ambiente compiuto dalla nostra società è difficile da sentire come colpa personale, perché ciò che compie l’individuo non sembra in grado di ferire la natura. Ci sfugge però la percezione della forza enorme dell’azione risultante di milioni di persone che vivono con lo stesso nostro stile di vita consumistico.
I contenuti dell’elaborazione di Giancarla vanno proprio a portar alla coscienza questo processo inquinante e di sfruttamento delle risorse che dall’ingenua scelta del singolo produce quell’enorme effetto globale: ad esempio, mostrare (con l’ideazione di una finzione) come l’innocente gesto del bere acqua minerale produca una quantità considerevole di rifiuti di plastica che quotidianamente produciamo e allontaniamo da noi buttandoli (facendoli magicamente scomparire).
Possiamo continuare questa riflessione su quelle “innocenti e lecite” azioni individuali che sono l’elemento essenziale per dare corpo a un’azione collettiva spaventosa.
Nell’opera di Antoine Repessé non c’è solo l’accumulo del rifiuto ma il plagio della mente umana nel rendere normale questo stile consumistico operato dai mass media. La sua opera evidenzia anche il mutamento del paesaggio dove l’apparizione del degrado (rifiuti e incuria) diventa elemento metaforico di uno stato d’animo proteso al consumo e non alla conservazione o ancor meglio verso la creazione, come ad esempio avviene con l’energia rinnovabile.
Questo disvelamento del comportamento individuale apparentemente innocuo, ma che alimenta quello collettivo fortemente lesivo dell’equilibrio ambientale è un gran bel segmento tematico del nostro progetto fotografico, anche perché non c’è da andare molto lontano per trovarlo: è già nel nostro stile di vita.
L’elaborazione del concept serve a muovere la nostra inerzia interiore a aiutarci per prendere a cuore un aspetto che ci colpisce e ci attrae nell’essere approfondito con le nostre fotografie.
Grazie a Giancarla Lorenzini per la condivisione!
Ambiente, Clima e Futuro, mai come in questi ultimi (e drammatici) tempi, rappresentano gli argomenti che “affollano” senza sosta i nostri pensieri, “siamo custodi del Creato e non i suoi padroni“ : ricordava Papa Francesco in una sua omelia di qualche anno fa, quanta verità si percepisce, se ci fermiamo per un attimo a pensare ai disastri ambientali causati dall’uomo.
L’interessante elaborazione del concept _1 a cura di Giancarla Lorenzini, propone le foto che, senza tanti preamboli, ci invitano energicamente a riflessioni molto serie.
Complimenti a Giancarla Lorenzini per la scelta delle immagini, ed un ringraziamento ad Agorà di Cult, per il tutto lavoro che continuamente svolge. Cosimo Stillo
Interessantissimo: c’è davvero tanto da poter e dover fare.
Per quanto riguarda i post ed i commenti, ringrazio tutti voi che state lavorando in mezzo a tante difficolta, senza sosta alcuna.
Auguro buona salute e che questa epidemia passi al più presto!
Lontana, ma vicina con il cuore,
Jeannette
grazie all’autrice di questo articolo veramente utile in vista del nostro prossimo laboratorio.
Leggendo il post mi è venuta in mente una cosa ma ho bisogno di aiuto, quindi chiedo a lei e a chiunque altro che può saperlo:
le immagini di Antoine Repessé mi ricordano quelle di un autore che ha fotografato dei soggetti seduti su un divano e davanti a loro in modo molto ordinato vi erano disposte le confezioni vuote dei prodotti consumati nell’arco di un periodo di tempo (forse un anno).
Credo di aver visto questo lavoro su fotoit ma non ne sono certo.
Chi mi aiuta? … grazie!
Grazie Giancarla per il tuo approfondimento sempre attento e accurato e per la tua condivisione.
Il tema tanto è ampio e tanto è scottante, affrontarlo in modo corretto ed onesto significa, per ognuno di noi, mettersi in discussione e porsi delle serie domande sul come cambiare il nostro stile di vita per poter rispettare e migliorare il nostro habitat.
L’impegno di tutti noi per proseguire su una strada già iniziata da altri per poter sensibilizzare, attraverso i nostri scatti, queste problematiche che coinvolgono tutto il mondo.
Grazie. Doretta