Dal fronte – di Francesca Bomparola
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Mossa dalla necessità di rappresentare un particolare momento, visibile a pochi, ho realizzato questo racconto in breve tempo, quello necessario alla preparazione per l’assistenza ai pazienti COVID-19 da parte di un operatore sanitario.
Svolgendo il medesimo lavoro della protagonista, ho cercato di cogliere quei sentimenti che provo io stessa in questi momenti.
La sensazione è di andare in guerra senz’armi. A farla da padrona è l’ansia, la paura e la sensazione di impotenza nei confronti di un nemico tanto invisibile quanto mortale.
Il tutto è superato solamente da una certezza profondamente radicata in ognuno di noi: il bisogno di aiutare gli altri.
Ed è proprio in questa tempesta di sentimenti che arriva la solidarietà e il supporto che gli operatori sanitari offrono ai loro colleghi che si apprestano a svolgere questo servizio.
Un aiuto per prepararsi al meglio, essere accompagnati e non sentirsi soli nel varcare quella soglia.
Francesca Bomparola
Dal fronte
di Francesca Bomparola
Dal di fuori si possono cogliere le cose, ma partendo dal principio che si può raccontare solo ciò che si conosce, chi meglio di coloro che hanno vissuto in prima linea potrebbero raccontarci che cosa hanno vissuto?
Cosa prova un combattente senza armi che deve affrontare un nemico che non vede e dal quale durante la lotta può solo difendersi? Lo esprime bene Francesca quando sottolinea che l’unico motore che sprigiona la forza per affrontare l’ansia e la paura, è quello di sentire il forte bisogno di aiutare gli altri. Le foto comunicano appieno, nella fase della vestizione , le emozioni che prova un operatore sanitario in una circostanza come questa, mentre si può immaginare, guardando la porta che separa dal campo di battaglia, quanto potrà essere difficile affrontare oltre quell’ingresso , un altro giorno di duro conflitto.
Complimenti all’autrice per il lavoro svolto, e un saluto ad Agorà di Cult con i suoi imperdibili appuntamenti per chi ama la fotografia. Cosimo Stillo
Il tema narrato è quello del “rito” della preparazione di un operatore sanitario, aiutato dai suoi colleghi, che si accinge ad entrare in sala COVID.
Ottima la scelta del B/N che elimina in un sol colpo ogni distrazione e concentra sul “Pathos” che si percepisce in quei movimenti della vestizione indispensabili per ottemperare ad un protocollo di sicurezza.
Il racconto inizia nel momento in cui ci si avvicina all’ingresso dell’area COVID. Non a caso i toni scuri, parlano di uno stato d’animo ben preciso.
I dispositivi di sicurezza come nuovi simboli di questo periodo, le mani dei colleghi che aiutano, tranquillizzano, incoraggiano con il loro tatto, con la loro delicatezza, la loro cooperazione: la sensazione è che il tempo sia momentaneamente sospeso, che tutto venga fatto in silenzio, in concentrazione e quasi senza respirare, per non sbagliare, per non lasciare nulla al caso.
La poetica che si sviluppa nell’opera parla di una fase in cui si fa gruppo, dove non si è da soli, in un clima teso ben rappresentato dal B/N e dal punto di ripresa e sottolineato dallo sguardo di ghiaccio della penultima foto.
Il racconto termina dove ne inizia un altro, ossia sulla soglia della rianimazione, dove ci sarà il contatto diretto con i malati infettati che lottano per sopravvivere.
Come tutte le guerre ci saranno vincitori e vinti ma ci saranno anche morti da entrambe le parti. Di sicuro questo è un fronte dove i nemici, sia pur invisibili, sono faccia a faccia. Come andare al fronte. Appunto.
Complimenti per l’efficacia della narrazione e soprattutto grazie a Francesca per il nobile lavoro che svolge e per averci permesso di vedere una delle mille facce, per molti nascosta, della guerra a questo maledetto coronavirus.
“Dal fronte”, di Francesca Bomparola, è un’opera narrativa tematica per la narrazione soggettiva di una fase del lavoro svolto dal personale sanitario in terapia intensiva Covid-19.
Il titolo ci pone nel punto di vista dell’autrice, dal quale lei ha vissuto personalmente e ha osservato i colleghi nello svolgere il durissimo lavoro nella sala di rianimazione; lo spazio più pericoloso e più umanamente straziante della cura del virus.
Mi ha colpito la parola “Dal fronte”, scelto da una giovane donna trentenne dei nostri giorni. Evidentemente occorreva un antico nome di tempi di guerra, per calarsi nel piano simbolico vissuto in questi mesi spaventosi caratterizzati: da rischio altissimo di contrarre il virus, dal vedere morire molte persone nonostante le cure. La pandemia ci ha infranto un mondo di certezze, sotto il profilo sanitario, e immessi forzatamente in una condizione di rischio altissimo, con bollettini giornalieri di nuovi ammalati, deceduti, guariti.
Le immagini simboliche del portfolio rappresentano gli stati d’animo sentiti in ogni face della vestizione che precede l’ingresso in reparto che è oltre “la porta”. Il significato rappresentato dalle immagini sta nel leggere il senso delle azioni compiute dal soggetto nel lasciarsi mettere dai colleghi la “corazza”. La “corazza” diventa l’immagine tangibile di un pericolo invisibile che espone a un rischio incalcolabile. Il Bianco/Nero stringe il senso delle immagini nell’espressione degli occhi e nella posa, articolata del soggetto e i colleghi, comunicando tutta la durezza del momento che, come ci ha confidato l’autrice, si può accettare solo pensando che oltre “la porta” c’è chi ha bisogno estremo di Te.
Grazie a Francesca Bomparola di aver condiviso questa sua esperienza estrema, narrandola con naturalezza e con un realismo che rende il portfolio una vera testimonianza. Nel tempo diverrà preziosa materia per la memoria collettiva.