Dai tavoli di portfolio

Il mio spazio intimo e riservato – di Giambattista Uberti

dai Tavoli di portfolio.

 

“Ogni cosa che vedo e faccio prende senso in uno spazio della mente dove regna la stessa calma di qui’. (Italo Calvino

Queste fotografie sono i miei paesaggi mentali, essi raccontano i miei disagi personali con la vita e le difficoltà incontrate per poterli superare.
Il disagio più grande è la mia sofferenza dinanzi al problema dell’epilessia.
Forse perché bullizzato in giovane età, e anche recentemente, non riesco a vivere una vita serena con me stesso. Indosso maschere d’identità ingannevoli e fittizie per simulare di essere una persona come tutte le altre, forse anonima ma sicuramente maggiormente accettata.

Giambattista Uberti

 

Il mio spazio intimo e riservato

 

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Un commento

  1. Un lavoro intimo che guarda al proprio io e contemporaneamente lancia una richiesta di aiuto verso l’esterno. Lasciare sempre una parte del proprio corpo al buio è un’indicazione precisa di aspetti privati e forse in parte sconosciuti anche al soggetto stesso, che vorrebbero venir fuori a giudicare da come traspare, dalla parte ben visibile del corpo, forte il bisogno di essere completamente e non parzialmente accettati.
    Una faccenda ancora aperta, in divenire, che aspetta di essere risolta con uno spirito positivo.
    Complimenti a Giambattista.

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