Laboratori Di Cult

TOTEM e TABU’ – i Cataloghi dei LAB Di Cult FIAF

Atto conclusivo dei Laboratori Di Cult FIAF

 

Introduzione

Si può parlare a ragion veduta dell’esperienza laboratoriale del Dipartimento Cultura FIAF solo se la si è vissuta in quello spirito originario che profuma di libertà espressiva e promuove nei partecipanti una continua nuova crescita umana e artistica.

Ogni qualvolta che si riesce a condurre a buona fine un nostro laboratorio tematico, nei partecipanti si rinnova la consapevolezza dell’importanza non solo d’aver compiuto una personale esperienza creativa ma anche d’aver contribuito a dar vita a un fenomeno culturale collettivo di profonda riflessione sul quel “tema dato” che, al suo annuncio, sembrava impenetrabile.

Rendersi disponibili a tentare di realizzare un’opera fin dall’inizio del laboratorio, quando ci si sente insieme agli altri in una stanza buia, è un atto di grande significato culturale e sociale. Nel condividere lo sforzo di analisi e di creatività, il fotografo scopre infatti il ruolo decisivo degli altri nel riuscire a realizzare la migliore opera possibile per sé e per loro, oltre a consolare la propria solitudine avvertita nell’atto creativo.

Il tema dato “Totem e Tabù” verrà ricordato per aver offerto, ai partecipanti dei Laboratori Di Cult, un contesto di libertà espressiva davvero rara. Il fatto di elevare dei temi delicati ad oggetto di ricerca collettiva, ha permesso di liberarli da tutti quei limiti pregiudiziali nell’essere discussi e rappresentati che normalmente ne impediscono la serena visione, se non la vietano.

Già nelle elaborazioni del concept tematico, nelle serate in presenza e on line, abbiamo valorizzato con interesse opere del passato che all’epoca della realizzazione non avevano ricevuto i meritati riconoscimenti, probabilmente perché considerate scomode o imbarazzanti. Il semplice poterne parlare non ha dissolto, nel lavoro di Laboratorio, le ritrosie e le difficoltà che sempre si presentano nell’affrontare argomenti sensibili legati al comportamento sociale; ancora oggi è vero, quel che ha sostenuto Freud: chi ha violato un tabù diventa egli stesso tabù.

Anche cercare la rivelazione dei Totem, presenti nella nostra società, non è operazione meno difficoltosa, perché essi si presentano occultati e mutevoli nelle influenze diffuse dai social media e lo spirito libertario che ci anima non ammette facilmente che, nel nostro mondo ipertecnologico, veneriamo quei Totem, immateriali e mai scritti, orientando i nostri intimi desideri e tendenze comportamentali secondo i loro dettami.

Una volta realizzate le opere, entrando in una mostra di “Totem e Tabù” si provano forti emozioni!

Ogni lavoro è la voce di una persona che si è espressa intimamente con immagini e parole, per porre in atto un silenzioso ma serrato confronto tra i propri messaggi veicolati dall’opera e le più intime convinzioni del lettore. Passando con la lettura da un’opera all’altra, si entra in una condizione mentale dove si è contaminati dalla libertà goduta dagli autori e dall’energia rivelatrice emanata dall’estetica delle immagini e dai messaggi morali delle opere. L’ampio contesto tematico, dove nulla è talmente sconveniente da non poterne parlare, rende unica la mostra di ogni Laboratorio rispetto a quelle degli altri.

Se si leggono le mostre dei Laboratori vissuti in presenza, di regioni differenti, si possono notare le diverse radici culturali territoriali. Nei LAB condotti in modalità on line le differenze sono quasi inesistenti. Davanti a ogni opera ci si rende subito conto che per il fotografo la difficoltà nel realizzare un lavoro, oltre alla scelta del tema personale, è stata quella di aver dovuto trovare il linguaggio più appropriato ed efficace per comunicare il proprio sentito.

Complimentandomi con tutti – Coordinatori, Collaboratori, Partecipanti – per il grande lavoro individuale e collettivo compiuto, la mia impressione finale è quella che affrontando questo progetto abbiamo aperto concretamente porte di stanze tenute opportunamente chiuse e svelato realtà tenute nascoste sotto teli inutilmente tesi. Ognuno di noi interiorizzando questa mole di messaggi forti, potrà trarne elementi per essere più consapevole di quale azione sta compiendo nella società e saper decidere meglio quale contributo può dare in quella di domani che costruiamo già oggi, ogni giorno.

Silvano Bicocchi
Direttore del Dipartimento Cultura FIAF
15/05/2024

 

TOTEM e TABU’

​Cataloghi dei LAB Di Cult FIAF

editing a cura di Barbara Armani (Sestri Levante)

 

LAB Di Cult 154, Fabriano (AN) 
LAB Di Cult 155, Carpi (MO)
LAB Di Cult 157, San Felice s. Panaro (MO)
LAB Di Cult 158, Torino
LAB Di Cult 163, Napoli
LAB Di Cult 164, Firenze – Pistoia – Siena
LAB Di Cult 165, Prato
LAB Di Cult 166, Salerno 
LAB Di Cult 167, Pescara
LAB Di Cult 169, Udine
LAB Di Cult 170, Livorno – Lucca – Pisa – Mazza Carrara 
LAB Di Cult 176ED, Chiaravalle (AN)
LAB Di Cult 177, Ferrara
LAB Di Cult 180, Rho, (MI)
LAB Di Cult 181, Savona
LAB Di Cult 183, Ravenna
LAB Di Cult 184, La Spezia
LAB Di Cult 185, Boretto (RE)
LAB Di Cult 194, Parma
LAB Di Cult 196, Colorno (PR)

 

A questa pubblicazione ne seguiranno altre fino a conclusione di tutti i Cataloghi prodotti dai Laboratori.

Il progetto TOTEM e TABU’ non termina qui, per i Laboratori che invieranno il Catalogo entro il 08/09/2024 verranno programmate da fine settembre delle serate on line di pubblica presentazione di ogni Catalogo.

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Un commento

  1. Quando nei nostri pensieri si fa strada un’idea ed il desiderio di raccontarla, iniziamo un viaggio verso la definizione di quel nostro pensiero perché possa divenire un pensiero anche per altri che si avvicineranno al nostro racconto.
    Non è un cammino facile e la scelta del linguaggio è fondamentale: tra i tanti uno tra i più universali è la fotografia.
    Quando poi l’idea non nasce dal nostro sentire, ma da un tema che ci viene proposto le cose si complicano. Ci troviamo invitati a compiere un viaggio in un territorio estraneo, raggiungere una meta alla quale forse non avremmo mai pensato di approdare.
    Però non sarà più un cammino da percorrere da soli, ma ci troveremo insieme ad altri che hanno accettato l’invito, come in partenza su un pullman che, nonostante le rassicurazioni dell’autista e le spiegazioni della guida, non ci mette da subito a nostro agio.
    In ogni momento possiamo decidere di scendere, ma già dopo le prime tappe, come succede in ogni viaggio, non possiamo non sentire la curiosità e la voglia di andare avanti insieme agli altri.
    Alla meta quest’anno siamo arrivati in trentasette, ognuno di noi ha saputo trovare il proprio punto di vista, il proprio linguaggio, parole che poi sono divenute immagini, per raccontare questa idea.
    Forse ora ognuno è già pronto a rimettersi in gioco, salire su un altro pullman, con vecchi e nuovi compagni di viaggio, verso un’altra meta per la quale non avrebbe mai pensato di partire.

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