Fabio Buttieri – Totem e Tabu’
Una delle numerosissime narrazioni fotografiche realizzate riflettendo sulla tematica laboratoriale “Totem e Tabù” è opera di un autore che, proprio in queste ore, ci ha lasciato. Ho ritenuto opportuno rendere omaggio alla sua tanto discreta quanto determinata presenza attraverso la pubblicazione della sua testimonianza per parole ed immagini dedicata ad una tematica a lui cara.
Massimo Mazzoli
Direttore Dipartimento Cultura Fiaf
TOTEM e TABU’
In un’epoca in cui le certezze sono poche, gli abitanti di Bologna, nella quinta settimana dopo Pasqua, hanno invece una granitica convinzione: il tempo sarà piovoso e variabile.
È quello che succede, infatti, ogni anno, durante la settimana di permanenza della Beata Vergine di San Luca nella Cattedrale di San Pietro, in via Indipendenza. L’effige (TOTEM) della Madonna arriva in città nel fine settimana di
sabato e resta nella Basilica di San Pietro fino a domenica sucessiva, quando verrà riportata nel suo Santuario, sul Colle della Guardia.
La sua discesa avviene tutti gli anni, nel sabato precedente la quinta domenica dopo Pasqua, con l’inizio delle
celebrazioni del mese mariano. L’icona della Beata Vergine raffigura una Madonna con il Bambino, secondo l’iconografia orientale di tipo ‘odigitria’, ossia «colei che indica la via», appellativo greco-bizantino diffuso a Costantinopoli, nei paesi di rito ortodosso e poi anche in Italia. Secondo la tradizione, icone di questo tipo sarebbero una copia di un dipinto eseguito dall’Evangelista Luca.
Realizzata con strati di pittura a tempera e foglia d’argento su tela di lino, la Vergine indossa una veste rossa e un
mantello verde listato di porpora e ha sulle spalle un velo bianco.
Il bambino è raffigurato con una veste e un mantello rosso e ha la mano destra alzata, con le dita benedicenti. Recenti indagini radiografiche hanno rivelato l’esistenza di un precedente dipinto, sotto quello oggi visibile. L’immagine, a esclusione dei volti, è coperta da un frontale in argento.I bolognesi hanno una particolare venerazione per la Madonna di San Luca che, assicurano, li ha sempre miracolosamente protetti in
circostanze dolorose come terremoti, pestilenze, carestie e guerre.
La prima discesa della Madonna sotto le Due Torri avvenne nel 1433, sotto l’episcopato del beato Nicolò Albergati. L’effige fu portata in città per un motivo ben preciso. In quell’anno, infatti, Bologna fu colpita da un violento terremoto e da tre mesi di incessanti piogge che misero a repentaglio i raccolti e, dunque, la stessa
sopravvivenza dei cittadini. I bolognesi, disperati, decisero di chiedere aiuto a un’immagine della Madonna con bambino a cui erano molto devoti.
Era il dipinto della Vergine, era arrivato a Bologna intorno alla metà del XII secolo grazie a un eremita. L’uomo, durante il suo pellegrinaggio a Costantinopoli, l’aveva ricevuto dai sacerdoti della basilica di Santa Sofia, col compito di portarlo proprio sul Colle della Guardia. Così, il 5 luglio 1433, alcuni fedeli portarono in città l’effige della Beata Vergine.
Secondo le cronache del tempo, nell’istante in cui la Madonna oltrepassò Porta Saragozza, le piogge cessarono, il sole tornò a brillare e tutta la comunità fu risparmiata dalla carestia. Da quel momento, ogni anno, l’immagine della Madonna viene portata solennemente in processione in città.
Ma la Beata Vergine di San Luca, secondo la tradizione, salvò i bolognesi anche 200 anni dopo, nel 1630, quando una terribile pestilenza colpì il capoluogo felsineo, causando circa 24.000 morti, oltre un terzo della popolazione.
I cittadini invocarono la pioggia per pulire via l’epidemia e ripulire la città, riducendo il contagio.
La Beata Vergine di San Luca esaudì le suppliche dei fedeli e, quando scese dal Colle, nel mese mariano, arrivò finalmente la pioggia, rendendo ancora più forte una devozione da parte dei cittadini che, anche ai giorni nostri, non riguarda solo i credenti.
Da quel momento in poi, si narra, tutte le volte che la Madonna di San Luca scende in città piove e gli abitanti di Bologna sanno che, nella settimana della sua permanenza sotto le Due Torri, devono tenere gli ombrelli a portata di mano (TABU)
La leggenda trova conferma ogni anno.
La Madonna del colle è scesa puntualmente in città ogni anno dal 1433. Solo nel 1849, per l’occupazione del colle da parte degli Austriaci, e nel 1944, durante la seconda guerra mondiale, la Beata Vergine non arrivò da San Luca. Fu protagonista, però, della gioia dei cittadini per la Liberazione di Bologna, il 22 aprile 1945, a opera
delle truppe polacche. Fu portata dai fedeli in città subito dopo, per ricevere il ringraziamento dei bolognesi.
Il trasporto dell’immagine, in passato, era affidato ai Padri Gesuati (ordine soppresso nel XVII secolo), mentre la Confraternita di Santa Maria della Morte ne aveva la responsabilità durante la sosta e ne organizzava gli
spostamenti nelle chiese.
Secondo un itinerario che si è sempre mantenuto uguale, la Madonna percorre con i fedeli il settecentesco Portico di San Luca, ( ricordo che ha 666 archi numero che viene utilizzato nell’iconografia diabolica e visto la sua forma di serpente, sempre simbolo del diavolo, sembra che venga schiacciato dalla maestosità del Santuario
della Madonna) ,poi entra in città dall’Arco del Meloncello, percorre via Saragozza e fa tappa in diverse chiese, per poi arrivare alla Cattedrale di San Pietro, in via Indipendenza. In questi ultimi anni l’effige arriva dal Colle della Guardia a bordo di un automezzo dei Vigili del Fuoco, tra gli applausi dei cittadini presenti che si radunano per attenderla sotto i portici di via Indipendenza, la risalita viene eseguita interamente a piedi portata a spalla lungo il portico, gradini compresi.
Fabio Buttieri