FOTO CARPI 2016 – 1° Tappa tematica "Il Silenzio"

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Il ruolo culturale della fotografia.

Nella nostra era digitale, qual è il ruolo culturale della fotografia? Questa è una domanda che però dovrebbe essere posta dopo un’altra che la sovrasta: Qual è il valore sociale della Cultura Artistica?
Intendendo per Cultura Artistica quello spazio fisico e mentale in cui l’individuo condivide con gli altri l’evoluzione dei contenuti della propria necessità interiore e accresce la sua capacità di dare libero sfogo alla propria urgenza espressiva. Ancora troppo spesso, sbagliando, si ritiene che l’esercizio espressivo sia una questione marginale che interessa a pochi talenti. La FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) valorizza, da oltre 60 anni, il fenomeno diffuso dell’espressione compiuta con la fotografia, senza chiedere al fotografo titoli che ne autorizzino l’esercizio.
La fotografia digitale, insieme ai social network, ha posto in evidenza quanto l’immagine sia diventata il veicolo privilegiato per una gran massa di persone, in particolare per le giovani generazioni. La tecnologia digitale ha annullato la difficoltà tecnica nell’uso della fotocamera e azzerato il costo nel produrre immagini, ma questo ha portato all’appiattimento della qualità del messaggio fotografico. Ecco perché stanno avendo tanto successo le App che consentono con l’applicazione di filtri già in ripresa di dare alla fotografia digitale una parvenza di originalità. Ma anche con le App siamo lontani dall’autentica espressione del Sé.
Ma cosa c’è del Sé in un’immagine tecnica che viene prodotta da una macchina? La fotografia permette di perfezionare un linguaggio naturale dell’uomo quando dice all’altro: guarda là!  In poche parole la fotografia è il mezzo che permette di rendere comuni gli sguardi. Quando si dice sguardo inevitabilmente evidenziamo una cosa, tra le tante, ma implicitamente è sott’inteso anche un sentimento o un pensiero che promuove la nostra visione di quella cosa. E allora la tecnica fotografica offre infiniti modi per comunicare anche come stiamo guardando quella cosa. Chiudendo questa breve riflessione sul linguaggio fotografico abbiamo compreso che esso è il mezzo per mostrare “cosa” ci interessa e col definire “come” lo guardiamo, sveliamo il “perché” di questo interesse.
 
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Nell’ambito dello stile di vita culturale promosso dal Circolo Fotografico “Il Grandangolo”, il socio inizialmente è formato all’uso del meccanismo espressivo della fotografia, per dominare il come la cosa verrà rappresentata. Poi è stimolato ad assumere un atteggiamento culturale verso il cosa fotografare, attraverso l’esercizio dei progetti fotografici a “tema dato”. In questo modo, con ritmo annuale, nella vita di circolo assume centralità la realizzazione di una mostra collettiva a tema; quest’anno la tematica è stata “Il Silenzio”. Ogni socio è libero di realizzare o meno una sua opera e comunque può partecipare al lungo percorso collettivo che porterà al complesso delle opere che avrà diversi momenti di visibilità in varie località Italiane.
Per il fotografo realizzare un’opera è compiere un’impresa del tutto personale! Ormai è dimostrato che dato un tema ogni autore troverà una soluzione originale rispetto a quelle realizzate dagli altri. Non vengono promossi cliché per l’opera fotografica da presentare. In base all’esperienza maturata negli anni, essa potrà essere una sequenza fotografica, un mosaico d’immagini, una fotografia singola, un audiovisivo, un video, un’installazione e quant’altro potrà rivelarsi utile al successo di questa impresa creativa.
Nel Circolo fotografico l’appassionato fotografo è stimolato e accompagnato a diventare autore della propria opera. Ciò avviene partecipando al processo di approfondimento collettivo del concept tematico, compiuto con l’apporto dei Coordinatori artistici, andando a conoscere ciò che i Maestri fotografi hanno prodotto in passato o stanno producendo nell’attualità. Certamente si cercano immagini con l’incontro di autori ma anche parole. Parole lette e poi scritte, dando così forma alle elaborazioni mentali compiute da diversi partecipanti. In questo modo nasce un momento di approfondimento collettivo nel quale ogni partecipante al progetto può trarre ispirazione per intraprendere la creazione della propria opera.
Nei mesi invernali sui tavoli de “Il Grandanglo” cominciano ad apparire i primi scatti, di uno o più progetti, che vengono discussi collettivamente per dare all’autore un feedback iniziale e quindi lo stimolo per procedere e concludere l’opera. In questo lento percorso è stata preziosa l’opera dei Coordinatori artistici che hanno affiancato la mia curatela assicurando a ognuno dei partecipanti un’assistenza in ogni aspetto.
 

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La fase finale del processo creativo è comprendere il genere d’opera che è stata prodotta dal fotografo. Ciò avviene selezionando gli scatti, stampati in piccolo formato su carta comune, secondo la coerenza dell’idea centrale che l’opera riesce a formulare in base alla sua poetica. Ecco che è fondamentale in questa fase riconoscere le potenzialità degli scatti presentati e farlo con spirito di ricerca con l’azione analitica di riconoscimento se l’opera è animata da un’idea documentaria, o narrativa tematica, o narrativa artistica, o creativa, o concettuale. E’ in questo riconoscimento che viene formata la consapevolezza di ciò che ha realizzato il singolo autore e quindi ciò che si è raggiunto collettivamente. La sintesi sulle tendenze di senso dei numerosi autori che hanno presentato un’opera è una fase necessaria per avere una visione d’insieme, prima di inoltrarsi nella profondità di ogni singolo lavoro.
Il tema “Il Silenzio” ha portato a toccare diversi aspetti che sono anche stati comuni a più autori. Seguendo la traccia che conduce degli aspetti più condivisi a quelli meno trattati, si constata il seguente:
– Il Silenzio agghiacciante che ammutolisce tutto il mondo posto di fronte alle atrocità: dei campi di sterminio, del terrorismo in Francia, dell’incidente nucleare di Chernobyl.
– Il Silenzio crudele imposto dalla scomparsa di una persona cara.
– Il Silenzio stupefacente della dinamica estetica che hanno le cose.
– Il Silenzio sublime dei fenomeni naturali.
– Il Silenzio misterioso degli oggetti artificiali ideati dall’uomo.
– Il Silenzio straniante dell’introspezione nella propria vita.
– Il Silenzio magmatico indotto dall’alterità del singolo e della coppia.
– Il Silenzio ipnotico dei segni del tempo.
– Il Silenzio metafisico del paesaggio e dei luoghi di culto.
 
Ovviamente tante altre sono le forme del Silenzio ma con queste, indicate dai soci del Grandangolo, è offerto un notevole materiale per promuovere nel lettore la ricerca del proprio Silenzio. Quest’attivazione di un processo collettivo di ricerca del senso delle cose, è la nostra concreta risposta alla domanda iniziale sul ruolo culturale della fotografia nella nostra società.
 
Silvano Bicocchi
Direttore del Dipartimento Cultura FIAF
 

19° FOTO CARPI 2016

1° Tappa tematica “Il Silenzio”

 
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