ArchivioEventi di studio della fotografia

Maurizio Tieghi – Ai margini della realtà 2° parte

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Condivido con tutti gli amici dell’AGORA’ DI CULT  un’iniziativa del FOTOclub FERRARA tramite un breve riassunto, riportando quanto ho potuto apprendere dai concetti  e le immagini messe a disposizione dal relatore, riguardante le finalità del seminario e la sua prima lezione.
 
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Ai margini della realtà

Inquadrare concetti, fabbricare visioni

Seminario di fotografia concettuale liberamente ispirato al film Blow Up di Michelangelo Antonioni


II° Parte

L’arte contemporanea è fortemente concettuale. Tende, cioè a presentarsi come “pensiero” che si racconta attraverso “forme” visive.  La fotografia “artistica” viene essenzialmente in due situazioni ben definite, la prima è quella che documenta un opera, un’ installazione/performance, ecc. Quella per forza di cose destinata ad esaurirsi nel tempo. Di seguito vengono citati esempi significativi

L’artista tedesco HANS BALLMER, autore della famosa bambola La Poupée, che sarà usata in diverse situazioni artistiche e di queste rimangono come testimonianza le foto scattate durante le istallazioni-performance.

 
Altro caso emblematico, sempre riconducibile a quanto detto in precedenza, sono il lavori del  famosissimo artista CHRISTO, infatti dei suoi innumerevoli impaccamenti agli edifici  rimane alla fine la sola testimonianza delle fotografie

 Sempre in tema ma diverso come utilizzo del documento fotografico sono i lavori di VANESSA BEECROFT, le immagini fatte  da fotografi, collaboratori dell’artista durante le performance,  sono alla fine attribuite alla stessa autrice con prezzi molto elevati nel mercato dell’arte.

Nel secondo caso sono i fotografi stessi che con le loro opere si identifico con le correnti artistiche del momento. Anche per questo settore alcuni esempi.
Il cecoslovacco FRANTISEK DRTIKOL, appartenente all’avanguardia ed al cubismo

l’americano ARTHUR TRESS le cui fotografie sono strettamente collegate al surrealismo

ma anche il Contemporaneo BOB COULTER

ed il russo  ALEXANDER CHERNOGRIVOV scoperta recentissima della critica e dai galleristi

Infine si richiamano le opere di alcune artiste italiane che accomunano le due modalità: fotografia per documentare e fotografia come arte concettuale, sono autrici sia delle  performance che delle fotografie fatte in questa situazione, inoltre producono fotografie utilizzando il proprio corpo come soggetto principale.

GIOVANNA TORRESIN
ELISABETTA ALBERTI
TEA GIOBBIO

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L’artista, dunque anche l’artista che decide di utilizzare la fotografia, prima di tutto attua una speculazione intellettuale, cioè definisce  i concetti che gli stanno a cuore, poi  elabora un progetto in cui ipotizza le tecniche realizzative pertinenti allo scopo. I concetti che stanno alla base del progetto non debbono essere necessariamente “artistici” bensì speculativi cioè possono essere desunti da impianti disciplinari i più disparati, dalla filosofia, dalle scienze umane, dalla sociologia e dalla antropologia culturale, dalla politica, dalla storia, dall’ecologia, dalle religioni, dall’esoterismo… Per i concetti, così come per le tecniche e i procedimenti, l’arte contemporanea non si pone limiti e finisce per delineare degli insiemi fortemente pluridisciplinari. Va da sé che il “fruitore” dell’arte contemporanea, ad esempio il visitatore di una esposizione, per poter leggere/interpretare adeguatamente un’opera, deve disporre di un adeguato bagaglio di  conoscenze multidisciplinari. Ecco, allora, che il rischio di incomprensioni  fra l’artista e il pubblico è oggi più elevato di ieri. Una fotografia “concettuale” destinata al mondo dell’arte presenta sempre, almeno in apparenza, un’alta poli-significanza e conseguentemente un ampio grado di ambiguità, ma pure un’ insita capacità di dialogo interdisciplinare.

Maurizio Tieghi

 

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4 commenti

  1. Sono assolutamente d’accordo sul fatto che sia necessario possedere un “bagaglio” culturale multidisciplinare per poter leggere certe opere ma penso anche che, il fruitore, nel contempo debba essere libero da esso per non cadere nell’errore di etichettare aprioristicamente espressioni artistiche di una certa complessità.
    Raffaella Campagnoli

  2. Eccomi all’esordio su questa piazza virtuale e per combinazione, appropriata come solo il caso può essere, mi trovo oggi a commentare un progetto che coinvolge la materia a me più cara, l’arte!
    Trovo molto interessante il seminario che gli amici di Ferrara hanno organizzato e provo un pizzico d’invidia per i fotografi del Foto Club ai quali è data l’opportunità di partecipare all’evento.
    Molto appassionante e coinvolgente l’argomento, affascinante la dedica al maestro Antonioni che ci ha regalato meravigliose immagini di realismo-visionario.
    L’omaggio a Blow Up è senz’altro dovuto, ma riaffiorano nella mia mente altre immagini del regista, in particolare lunghe scene dai tempi dilatati in bianco e nero, ambientate in un’Italia del sud aspra e bellissima.
    Personalmente credo che la maturità artistica della fotografia contemporanea sia indiscutibile, le immagini proposte ne sono un degno esempio e le espressioni “Inquadrare-concetti e fabbricare-visioni” sintetizzano nel miglior modo la capacità e il talento espressivo dei fotografi contemporanei.
    Viste le premesse seguirò molto attentamente questo progetto, certa che gli spunti che ne deriveranno saranno sicuramente numerosi e proficui.
    Utili i suggerimenti bibliografici!
    Isabella

  3. Sono anch’io molto grata a Maurizio Tieghi per l’ interessante riflessione che ci ha proposto.
    Gli innumerevoli spunti , i riferimenti precisi, la presentazione di autori significativi servono da stimolo per spingerci ad approfondire e sviluppare la conoscenza delle varie tematiche , senza le quali quel dialogo interdisciplinare, indispensabile oggi, ci sarebbe precluso.

  4. I temi di questo seminario sono molto appassionanti e , credo , anche utili a sfatare lo stereotipo della fotografia cioè l’idea del fotografo che fruga nella vita quotidiana alla ricerca del momento in cui un’immagine intrigante appaia nell’inquadratura fotografica. Penso che davvero oggi la fotografia si divida in fotografia-fotografia e fotografia “artistica” e che per la lettura di quest’ultima e di tutta l’arte contemporanea , in quanto fortemente concettuali , sia necessario un bagaglio di conoscenze pari a quelle che si utilizzano per l’arte antica e moderna .Condivido quindi le riflessioni di Maurizio su questa necessità proprio perché non si crei un blocco tra l’opera e lo spettatore.
    Grazie

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