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La Ricerca dell’Infinito – di Andrea Facco

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Il cielo notturno…qualcosa che mi ha sempre affascinato e colpito fin da bambino.
Ricordo che, fin da allora, durante le mie vacanze estive in campagna, spesso mi sono soffermato ad osservare il cielo, a cercare di vedere più “stelle cadenti” possibili e fantasticando su cosa potesse trovarsi in quei luoghi così lontani da noi…
Per diverso tempo, ho studiato l’astronomia su libri e riviste perché “da grande” avrei voluto fare l’astronomo. Molti bambini sognano di fare l’astronauta, mentre io sono sempre rimasto più con i piedi per terra. preferendo osservare dalla terra la bellezza del cielo, sperando di scoprire qualcosa di unico nella vastità del firmamento notturno..
Da allora sono passati molti anni e crescendo, per diverso tempo, questo interesse è rimasto assopito, muovendomi invece verso altre passioni e poi direzioni lavorative; intraprendendo infine il mestiere del fotografo a tutti gli effetti.
Pur lavorando nella fotografia, ho sempre mantenuto un lato meno lavorativo, con diverse ricerche personali in questo campo, con una continua passione per generi fotografici meno commerciali e più personali.
Tra questi nel tempo si è presentata proprio la fotografia notturna.
Sono quindi riuscito ad unire una vecchia passione, con quella attuale, ri-unendo quasi il passato con il presente…
Negli ultimi anni, complice una migliore capacità di ritocco e anche attrezzature fotografiche più performanti, ho potuto iniziare a realizzare foto che una decina di anni fa sarebbero state per me impensabili!!!
Ricordo i primi, maldestri, tentativi per riprendere la Via Lattea e tutto lo studio che ho ripreso in mano per capire al meglio come fotografare questa zona del cielo.
Infatti, ho deciso di concentrarmi principalmente su una fotografia a metà tra il paesaggio e l’astronomia, cercando di riuscire ad osservare la bellezza del cielo notturno, con una forte ed evidente presenza della Via Lattea, con le sue forme e colori così unici, ma anche quella del paesaggio terrestre.
Ho voluto riunire ciò che per noi è lontano e inarrivabile e ciò che invece è vicino e più tangibile: un prato, una spiaggia e tanti altri luoghi che possiamo visitare.
Nel tempo ho appreso i periodi dell’anno in cui riprendere al meglio questa parte del cielo, gli orari migliori per ogni mese e, soprattutto ho sviluppato un mio modo personale per ritoccare queste foto.
E’ stato una vero e proprio percorso, quasi una fida e da questo, è iniziata così una ricerca personale sul cielo notturno…una ricerca non solo tecnica, ma anche di luoghi e situazioni, che potessero offrirmi una veduta unica di questo fenomeno notturno che, spesso, non riusciamo in minima parte ad osservare a causa dell’inquinamento luminoso delle nostre città.
Sono state tante le notti ad osservare e a fotografare le stelle da qualche spiaggia della Liguria e altrettante sono state le serate in cui, per colpa di qualche nuvola, sono dovuto ritornare a casa senza particolari risultati.
Tutte esperienze che mi hanno formato nel tempo, che mi hanno consentito di creare una piccola raccolta di scatti che rappresentano la bellezza del cielo notturno.
Spesso, non possiamo osservare questa bellezza per le tante luci che illuminano le nostre città,  quindi mi sono sforzato di migliorare al meglio i miei scatti per far apprezzare tutto ciò, anche ad altre persone.
In tempi più recenti, sono arrivato perfino al punto di modificare il sensore della mia macchina fotografica, per renderlo più reattivo ai colori del cielo notturno e riuscendo ad ottenere un mio strumento fotografico unico nel suo genere per questa tipologia di foto.
Spiegare brevemente la tecnica di scatto utilizzata, sarebbe una follia, perché le tecniche e gli approcci da sfruttare sono tantissimi…Seppur di norma scatto, per chi fosse curioso, con una Nikon D800 e un 20mm Sigma Art f 1.4, impostandola in media a 1600 o 2000 iso e scattando per 8 secondi a f2. Con queste impostazioni avviene quella che potrei definire la “magia”, riuscendo quindi ad osservare colori, forme e dettagli della Via Lattea che si presenta nel cielo in diversi periodi dell’anno.
Spesso diventa difficile osservarla a causa della presenza della luna, altre volte a causa del mal tempo e, per circa metà anno, la zona più colorata e luminosa della Via Lattea resta nascosta sotto l’orizzonte, lasciando visibile una zona della nostra galassia meno interessante a livello visivo…Perciò, ogni volta che si riesce ad osservarla correttamente, si ottiene quasi un premio e una vittoria, viste le tante difficoltà!
Credo infine, proprio nell’estate appena passata, di aver raggiunto il massimo che io possa ottenere, attualmente, in questo genere di scatti; riprendendo prima la Via Lattea da una delle pareti del Monte Bianco, dopo una lunga scalata dedicata proprio a queste foto, riuscendo a raggiungere dei risultati a dir poco stupefacenti per la quantità di dettagli visibili nel cielo.
Infine, in maniera del tutto inaspettata, ho avuto la possibilità di riprendere un fenomeno unico dalla costa ligure; una sera, in spiaggia, volendo riprendere il cielo, ho avuto la fortuna che si sia presentata sulla mia sinistra una gigantesca nuvola temporalesca che ha scaricato sul mare decine e decine di fulmini, dalla parte opposta, invece, il cielo terso, mi ha consentito di riprendere la via lattea.
Ho ottenuto così uno scatto unico con due fenomeni così diversi e opposti…da un lato una luce, un lampo, che dura una frazione di secondo, dal lato opposto, colori e luci che arrivano da un tempo e da luoghi molto lontani.
Uno scenario che, difficilmente, avrò di nuovo possibilità nella mia vita di ripetere vista la totale eccezionalità di un fenomeno del genere.
Questo, è stato quasi un coronamento di tante fatiche, andando a soddisfare appieno quella che per me era diventata anche una sfida con me stesso e le mie capacità.
E soprattutto consentendomi di presentare a tante persone la bellezza di un cielo che con il tempo rischiamo di osservare sempre meno, a causa dell’inquinamento luminoso; infatti in questa serie di foto da me presentata, si vede chiaramente come, in determinati luoghi, la presenza e la visibilità del cielo si riduce drasticamente, pur fotografando la stessa e medesima zona del cielo…
Andrea Facco
 

La Ricerca dell’Infinito

 di Andrea Facco

 
 

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4 commenti

  1. Il grande Galileo non avrebbe mai puntato l’obiettivo sulle stelle senza la lettura di Dante e senza la consapevolezza che si potesse penetrare l’infinito perchè si era compresa la natura della finitezza umana.
    Da Galileo all’ultima fotografia il passo non è solo breve, ma è immediato, e lo è da sempre.
    Mi permetto, sommessamente, di regalarti due momenti di consonanza:
    il finale del film “Perdutamente tua” laddove una strepitosa Betty Davies dice a Paul Harried “Perchè pretendere la luna quando abbiamo già la stelle”;
    e l’interrogativo leopardiano nel suo “Canto notturno di un pastore errante nell’Asia”:
    “acché tante facelle?”
    Leggo la tua appassionata ricerca, sospesa fra questi due momenti, come l’avventura tutta umana di chi cerca oltre il mistero, oltre l’immagine(?); forse solo dietro l’immagine (come ogni buon fotografo).

  2. “La ricerca dell’infinito”, di Andrea Facco, è un’opera documentaria per la rappresentazione di un fenomeno naturale.
    Il soggetto è la Via Lattea ambientato in contesti naturalistici opposti: la montagna e il mare.
    E’ raro trovare un’opera documentaria perché oggi la tendenza è l’interpretazione soggettiva del soggetto e si pensa che documentare sia un’operazione fredda che tendendo all’oggettivo toglia al fotografo il prato dell’interpretazione.
    Leggendo la presentazione di questo eccellente lavoro si comprende che riuscire a documentare può essere un’operazione fotografica che pone un’infinità di problemi da risolvere. E’ evidente che si possono affrontare tutti questi problemi solo con una passione enorme sia verso il soggetto che nei confronti dell’attrezzatura fotografica che consente di diventare un “terzo occhio” veramente magico.
    Pensando alle opere realizzate posso sostenere che l’autore è innamorato dell’immagine tecnica a 360° e non esita a portare innovazioni tecniche pur di raggiungere i suoi scopi; la modifica del sensore mi ha sorpreso molto.
    Il tema astronomico della “Via Lattea” l’ha portato anche sul Monte Bianco e poi a trovare tante ambientazioni montane e marine che ci rivelano ciò che non conosciamo e ci avvolge. La via lattea è un immagine dell’eterno e quel che vediamo sulla terra odora di effimero. La fotografia documentaria, come la realtà, è un’opera aperta dai tanti significati che il nostro sentire e il nostro pensiero riescono a trovare.
    Complimenti a Andrea Facco per questo nuovo bellissimo progetto che merita di essere apprezzato dal numero maggiore di persone e anche negli ambienti competenti.

  3. Un lavoro molto tecnico e, per questo, eccellente nella ricerca e perfezione performante.
    Consente però, nella sua nitidezza, di scoprire la meraviglia dei colori della notte profonda che è tale solo per definizione ma che, in realtà, pullula delle tinte della vita.
    Mi vien da dire, “Noi siamo figli delle Stelle”, Pippo Pappalardo non me ne vorrà!
    A parte gli scherzi, giusto presentare quest’opera perché testimone di un sentire che va oltre il virtuosismo tecnico.

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