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Dove c’è amore c’è famiglia, una storia diversa – di Rossana Zoppi

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Andrea e Lucia si amano, condividono tutto, anche il lavoro.
Ma c’è un problema. Andrea vive in un corpo che non percepisce come suo, vive un inganno.
Decidono insieme di affrontare il problema, di andare oltre, per non mentire più, per essere finalmente liberi. Andrea diventa Isabella, è così che vuole essere, è così che finalmente sente se’ stessa.
Lucia le resta vicina perché la ama, ama la sua essenza, la sua anima, qualunque sia l’involucro che la contiene.
Rossana Zoppi
 
 

Dove c’è amore c’è famiglia, una storia diversa

di Rossana Zoppi

 
 

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Un commento

  1. “Dove c’è amore c’è famiglia, una storia diversa”, di Rossana Zoppi, è un’opera narrativa tematica per la narrazione soggettiva di una storia famigliare.
    Come ben introdotto nel testo iniziale, l’opera ci racconta la storia di un disagio psicofisico maturato dopo il matrimonio e risolto nell’ambito della famiglia da esso generata.
    Una famiglia nata eterosessuale e trasformatasi in omosessuale.
    Quando si parla di sesso tutto diventa complesso, perché le parole ci sembrano sempre inadeguate. Se poi ci si misura con un cambiamento di sesso nell’ambito della coppia, tutto diventa difficilissimo.
    Mi è capitato di vedere altre storie di questo genere dove la solitudine e l’inconfessabile sono prevalse nella vita di coppia. In questo caso assistiamo a un comportamento amoroso che rivela l’improbabile: il valore dell’altro è la sua unicità che non viene nemmeno appannata dalla crisi di genere e il cambiamento sessuale.
    Quando si parla della storia di coppia si osserva un mondo privato che mai potrà essere completamente compreso in ambito collettivo, se non i valori morali che sono raggiunti dal comportamento.
    Narrare con la fotografia questo lento e profondo percorso è complesso. L’autrice per farlo si avvale principalmente rappresentando il rapporto di coppia che dall’album del matrimonio non cambia di tono nell’attraversare questa complessa metamorfosi.
    In particolare l’autrice cerca di rendere visibile la doppia identità sessuale ricorrendo alla finzione: pone sul volto per metà i tratti maschili e per l’altra quelli femminili. E’ l’unico intervento sulla realtà, fatta per superare il limite del linguaggio fotografico che non permetteva di rappresentarlo nell’evidenza del reale.
    Complimenti a Rossana Zoppi per l’assenza di pregiudizi della sua visione che ha permesso di raccogliere i prezioso messaggio d’amore che dà il valore all’altro non dal esteriorità ma nella sua interiorità.

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