ONIRICA – a cura di Marco Nicolini

6 Dicembre 2020

0 159 2 minuti

Cronache Di Cult

.

.

ONIRICA

Pierclaudio Duranti

Rianimato Industriale.
Per anni ho documentato il paesaggio industriale o antropizzato, cercando di rendere fedelmente l’idea di quello che si era potuto costruire e di come avevamo interagito, sfruttato, modificato i luoghi.
Sono entrato nelle fabbriche che tanto hanno dato e tanto si son riprese, fermando gli istanti del silenzio, nel tentativo di riprodurre l’emozione di una avventura, di coglierne il bello, di voler registrare i fenomeni di trasformazione e ossidazione del tempo sulle cose.
Mi diverto ancora ad esplorare questo mondo inanimato, cercando il varco per entrare in quelle cattedrali insieme ad un pugno di amici che da molto mi accompagnano, cavalletto in spalla.
In questa serie di immagini oniriche ma ironiche invece ho voluto giocare con l’animato, o meglio, con l’anima invisibile che rende animato il luogo. Con gli abitanti veri dei posti in abbandono. Con quello che si percepisce.
I piccioni, i gabbiani, gli operai, i sindacalisti, i capitani, che hanno intrecciato storie di amore e di dolore, che hanno tenuto duro, equilibristi, che hanno combattuto, danzato, pianto, mangiato quotidianamente e che grazie al loro interagire hanno reso unici questi spazi di ferro e calcestruzzo.
Quindi prima di qualsiasi proposta di riqualificazione delle aree postindustriali concediamole agli artisti che sognano.
Pierclaudio Duranti
(Questo è un progetto ancora aperto, iniziato nel 2014 in continua fase di crescita. www.slowimage.it)

Faranfa Luca

ALTROVE
Talvolta, capita di compiere viaggi interiori, a metà strada tra cielo e terra, vagando in una dimensione altra dove persone, cose, animali si mescolano in visioni tra realtà e fantasia; a volte, si presentano paure, a volte, si presentano speranze o semplicemente qualcosa senza un senso apparente…

Mautrizio (Mitzio) Liscio

COVITALIA – Allegorie dal lockdown
La narrazione critica di un evento, come il COVID-19, che ha impattato violentemente sulle vite della stragrande maggioranza degli italiani, non può essere superficialmente distaccata dalle emozioni e dalla empatia che ognuno ha vissuto e vive.
Le reazioni sono state e ancora continuano ad essere le più disparate; la situazione personale, fisica, morale, economica implica atteggiamenti in forte contrasto con altri. Metafore o analogie possono raccontare un vissuto personale e legano un comune sentire, ma non innescano una analisi, una critica, un dialogo.
L’uso dell’allegoria, dal greco “altro” e “parlare”, figura retorica del leggere tra le righe, sottintendere qualcosa di non espressamente indicato, costringe il fruitore ad un esercizio di ricerca e decodifica delle simbologie. Introducono al mondo che l’autore presenta, per altre vie non più connesse al suo presente stato emozionale; maieuticamente questo poi viene o rafforzato o modificato o rigettato.
Racconto politico quindi, ma emozionale.
Un allegoria, nelle arti visive, è necessariamente presentata da un titolo che indirizza all’interpretazione.
In ordine: