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TRA FORCOLE E REMI – di Manfredo Manfroi

 
 
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CRONACHE Di Cult

“Tra forcole e remi” è una mostra fotografica di Manfredo Manfroi, esposta alla galleria La Salizada di Venezia nel mese di novembre 2018.
 
Ripescate dall’archivio dove erano state sepolte per quarant’anni senza mai essere state stampate tranne tre esemplari, le fotografie scattate da Manfredo Manfroi nell’atelier laboratorio di Giuseppe Carli sono state proposte al pubblico nella mostra “Tra forcole e remi”  tuttora in corso (sino al 17 novembre) presso la Galleria La Salizada (San Marco 3448) nel centro storico veneziano.
E’ sembrato all’Autore che fosse motivo d’interesse riportare all’attenzione del pubblico l’attività quasi leggendaria di uno dei reméri storici, Giuseppe Carli, per decenni punto di riferimento per tutti coloro che per diletto o per professione praticavano la voga.
Carli, infatti, dopo il declino del remo a partire dal dopoguerra causato dal progressivo uso del motore, ebbe un improvviso ritorno di notorietà in coincidenza con la regata della Vogalonga che fece riapprezzare ai veneziani il piacere del remare all’impiedi.
Il reportage avvenne  in modo del tutto occasionale; Manfroi stava percorrendo in barca i rii secondari del sestiere di Castello allorchè s’imbattè nella riva d’acqua della bottega Carli, a lui del tutto sconosciuta; incoraggiato a entrare, si trovò di fronte a uno degli ambienti più originali e tipici della città.
A favorire la qualità degli scatti fu la luce zenitale (era circa mezzogiorno) che scendeva dall’ampio lucernario e che permise all’Autore di sottolineare in chiaroscuro lo straordinario ensemble di strumenti di lavoro, manufatti in via di rifinitura e reperti d’ogni tipo.
La luce, come in ogni fotografia che si rispetti, fu l’elemento chiave che aggiunse al taglio  documentario delle immagini un tono quasi fiabesco sottolineando l’opera di uno straordinario folletto, Giuseppe Carli, la cui memoria viene ravvivata da questa mostra che vuole essere allo stesso tempo omaggio a un grande artigiano e testimonianza di una tradizione che si spera sempre viva e vitale.
 
 

TRA FORCOLE E REMI

 di Manfredo Manfroi

 

 
 
 
 
 

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4 commenti

  1. L’occasione della mostra “Tra Forcole e Remi” di Manfredo Manfroi, ha un particolare significato pubblicata oggi perché “La Gondola”, nata nel 1947, non è stato tra gli otto Circoli fondatori della FIAF, il 18 e 19 dicembre 1948, ma vi aderì immediatamente (nel 1949) e Manfredo Manfroi ne è stato lungamente il Presidente.
    Una figura istituzionale, come un Presidente, raramente ha il tempo di curare la propria fotografia.
    Questa mostra, penetrando nel tempo, ci ridà le atmosfere di una passione fotografica che ha saputo cogliere l’occasione per narrare con immagini un antico mestiere e sapere veneziano.
    Una narrazione che dalle opere fabbricate giunge a rappresentare la figura magistrale dell’Artigiano, nella gestualità operativa e immerso nella sua Bottega. L’interpretazione fotografica, con l’estesa gamma dei grigi, domina le lame di luce a vantaggio della profondità spaziale e diventa voce narrante dal tono profondo e solenne. Le geometrie intrecciate dal tutto a fuoco ci parlano della viva e instancabile creatività artigiana.
    Ringraziamo Manfredo Manfroi per aver condiviso la sua Opera e ci complimentiamo per la sua visione che valorizza la relazione densa di significato tra le forme e il mondo operoso che le ha create.

  2. “Tra forconi e remi” è un progetto che ci immerge in un mondo speciale che affascina. L’atmosfera intima e solenne valorizzata dai tagli fotografici, dall’intensità dei toni e dalla melodia creata dalla sequenza risvegliano in noi il desiderio di scoprire. Un laboratorio artigiano che è luogo di conoscenza e sapere dove il lavoro è Arte che si mette al servizio e il “maestro” un artista dalle cui mani esperte, che lavorano con competenza e amore, escono attrezzi unici.
    Un racconto emozionale che documenta e ci ricorda quanto sia prezioso il lavoro
    artigiano e la necessità di preservarlo.
    Grazie e complimenti vivissimi a Manfredo Manfroi.

  3. Da parte di un SemFiaf, presidente per tanti anni di un circolo storico e priore di un’associazione affiliata alla federazione che qualcuno vorrebbe come Delegato regionale ci si sarebbe aspettati divedere il riconoscimento FIAF o almeno citata la federazione.

  4. Ho frequentato per anni il ‘laboratorio’ di Bepi Carli, cercando di estorcergli sue vecchie forcole vogate, che spesso si faceva dare in cambio delle nuove. Le tue fotografie, Manfredi, mi hanno regalato la gioia e l’emozione di rivivere quegli anni e quei dialoghi con il burbero e affettuosissimo Bepi. Lui diceva sempre che no, non aveva sue vecchie forcole vogate. Ma io lo facevo distrarre da Giovanna, mia moglie, e andavo a frugare nello sgabuzzino dove a volte ne trovavo una vecchia, vogata, nascosta, ma non troppo. Tutte le mie forcole di Bepi Carli le ha adesso, rigorosamente studiate e catalogate da Saverio Pastor, quello che anni fa si chiamava “Ente Gondola”. Per tutti, veneziani e foresti sarebbe bellissimo poterle rivedere. Ognuna di quelle forcole, da Bepi per primo, da chi la vogava per anni e poi da me è stata scolpita, vogata e amata. Io le ho ogni anno oliate e a lungo accarezzate. Credo che riconoscerebbero la mia mano e forse sarebbero felici di sentirsi di nuovo ammirate e amate.

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