TALENT SCOUT
Agorà Di Cult sarà il percorso di visibilità dei 5 Autori della Sezione Senior e 1 Autori della Sezione Giovani “Segnalati” dalla Commissione selezionatrice del Progetto FIAF “Talent Scout” 2023.
Le finalità di questo Progetto sono quelle di dare ai Presidenti di Circolo Affiliato FIAF l’occasione di far conoscere il lavoro di quei soci che, pur distinguendosi per capacità e passione, non hanno mai provato a confrontarsi con la platea nazionale della fotografia italiana. Ogni Presidente ha avuto la possibilità di proporre un socio della categoria GIOVANI (di età inferiore a 30 anni) e un socio della categoria SENIOR (di età superiore a 30 anni).
Mirko Lamonaca, Socio (Senior) del C.F. DALMINE BFI, Dalmine (BG)
Autore segnalato al progetto Talent Scout della FIAF.
Nato a Milano nel 1976, Mirko Lamonaca vive e lavora a Bergamo.
Partendo dalla pittura, nel 2008 Mirko Lamonaca elegge la Staged Photography come mezzo ideale per rappresentare i suoi set realizzati a mano.
Temi dei suoi lavori sono musei e città ricostruiti e Catàbasis, una ricerca sull’immaginario degli inferi, progetto che gli vale il primo premio al Ferrara Riaperture Photography Festival nel 2018, dove viene esposto. Il progetto viene selezionato per essere esposto, nello stesso anno, all’Indian Photography Festival di Hyderabad.
Un interesse aperto ed eclettico porta Mirko Lamonaca ad interessarsi di Lomografia nel 2016 durante un workshop con Franco Fontana, che chiama Mirko ad esporre con lui in diverse occasioni (Milano, Brescia, Bergamo).
Attualmente Mirko Lamonaca sta lavorando al progetto di lungo termine Enchiridion. Prendendo forma da fotografie recuperate o personali, composte e ricomposte in collage digitali, e traendo ispirazione da molteplici figure, luoghi, evocazioni di mitologia, testi sacri, scultura e pittura, Enchiridion è un viaggio nei molteplici luoghi dell’immaginario, della finzione, del surreale, dello stupore e della paura.
Mirko Lamonaca ha esposto in Italia (Milano, Roma, Brescia, Ferrara, Genoca, Luzzara), Europa (Berlino, Bruxelles) e India (Hyderabad).
Le Opere
Foto singole.
Prendendo forma da fotografie recuperate o personali, composte e ricomposte in collage digitali, e traendo ispirazione da molteplici figure, luoghi, evocazioni di mitologia, testi sacri, scultura e pittura, Enchiridion è un viaggio nei molteplici luoghi dell’immaginario, della finzione, del surreale, dello stupore e della paura.
Immagini di spazi e luoghi indefiniti si alternano a figure, animali, memoria di tradizione letteraria, mitologia, rimando a storia e leggenda di culture passate. Enchiridion non è un portfolio inteso nel senso comune del termine: è, al pari del suo titolo, una raccolta. Un corpo di immagini, o meglio di immaginari, in costante crescita.
Portfolio
Catàbasis (2016 – 2019)
Motivo ricorrente nella storia delle religioni, nella letteratura e nell’arte, con il termine catabasis si intende la discesa di una persona nel regno dei morti. Quesito antico quanto la storia dell’uomo. Visioni e interpretazioni che riflettono il dubbio irrisolvibile sul destino finale.
La catabasis, il latino descensus ad inferos, può assumere anche un aspetto intimo nella dimensione notturna degli incubi e, allo stesso tempo, nella quotidianità paure, preoccupazioni e problemi, spesso causa di ossessioni se non addirittura di patologie. Incubi ricorrenti, sogni realistici e vividi che restano impressi a lungo nella mente e che condizionano, insieme alle paure che accompagnano la quotidianità, l’esistenza di una persona: solitudine, smarrimento, angoscia, depressione. Catene di cui è difficile liberarsi e di cui sento il peso opprimente fin dalla mia infanzia.
La fotografia è il mezzo che mi ha permesso di rendere reali queste visioni e, allo stesso tempo, è un tentativo di alleggerirne il peso. La mia catabasi, la mia personale e ripetuta discesa nello She’ol, diventa così una catarsi.
Volutamente sfocate e senza dettagli definitivi, le immagini di Catàbasis sono state realizzate utilizzando miniature e set realizzati a mano e fotografate con un foro stenopeico (il massimo del minimo in fotografia) applicato su un corpo macchina mirrorless.
Nel 2018 Catàbasis ha vinto il primo premio al Riaperture Festival Fotografia di Ferrara ed è stato inoltre esposto all’Indian Photography Festival di Hyderabad.
Giganti (2016)
Capitolo conclusivo di una serie di lavori ambientati all’interno di musei immaginari, Giganti porta l’osservatore lungo il percorso di una mostra dedicata a creature di dimensioni sproporzionate, mostri, insetti, scheletri abnormi. Non vi è destino per i minuscoli visitatori di questo spazio, non si cercano e non si offrono spiegazioni: il mistero, l’insoluto, sono ricercati e resi visibili in quanto tali.
Dalmine, la storia (2016)
Un museo immaginario in una città inesistente. Una mostra di fotografia fittizia dedicata ad un luogo reale, Dalmine, la città in cui vivo.
Questo lavoro di tredici immagini si snoda, dall’ingresso del museo fino al termine della mostra nella consueta sala dei bookshop, lungo le sale e il percorso della mostra offrendo ai minuscoli osservatori reali fotografie di repertorio.
Un esercizio di riflessione sulla possibilità della fotografia di costruire realtà all’interno di altre realtà: osservatori immaginari (le miniature all’interno delle sale del museo) e osservatori reali (noi che osserviamo le immagini di queste immagini). Immagini reali (le foto storiche di Dalmine) inserite al contesto di immagini (altrettanto reali, le mie fotografie) che rappresentano però realtà fittizie.